“Dario Costi ha un programma in anticipo di vent’anni sugli altri. Non fa parte di questa melma politica”. INTERVISTA a Luca Farinotti

Luca Farinotti

Recuperare e valorizzare gli spazi urbani secondo una visione sistemica che comprenda la storia, i bisogni del cittadino e la cultura dei luoghi. Sabato al Parco Ducale gli scrittori e saggisti Guido Conti e Luca Farinotti hanno organizzato un’iniziativa alla quale ha partecipato il candidato sindaco Dario Costi, una passeggiata e un reading con alcune poesie fra cui quelle di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della nascita.

Cos’è stato il reading poetico al Parco Ducale?

Il reading in Giardino Ducale, per caso ma non a caso, è caduto il 5 marzo, giorno del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, coincidenza che ha rafforzato la natura peripatetica e arcadica dell’evento. Ed è proprio in una poesia di Pasolini dedicata a Parma che possiamo trovare il senso più profondo della connessione tra la visione di Dario Costi e le necessità della città. Pasolini, a un certo punto della sua vita, compì una vera e propria conversione artistica, lasciando alla prosa il compito di definire il ‘non finito’, mentre spogliava la poesia della sua superfluità lirica per attribuirle l’arduo compito di definire, attraverso l’ineluttabilità, la precisione non fraintendibile e il pragmatismo della Parola, nientemeno che la verità. Pura. Semplice. Profonda. In questo senso, la passeggiata con Dario Costi nel Giardino Ducale, cuore verde della città che unisce le due rive del torrente, ritmata dalle soste necessarie a contemplare gli spazi e le interconnessioni tra essi riassume in sé questo concetto di poesia pragmatica, o pragmatismo poetico.

Quale contributo pensi possa dare il candidato Dario Costi alla città?

Giunti al Tempietto d’Arcadia, abbiamo letto “Il crepuscolo di un’epoca felice”. Pasolini scrive: E tu, Italia, fai di Parma un capolavoro. Io penso che la visione di Costi sia pasolinianamente poetica perché sgorga da una visione che nasce dalla coscienza. Questa visione si declina attraverso uno studio ventennale, l’ascolto continuo, la riflessione che non possono che sgorgare in una definizione incontrovertibile di quelle che sono le azioni da compiere. Ho chiesto a Dario di prendere il posto della parola “Italia” nella poesia e di assumere il mandato di fare di Parma un capolavoro. Tutto ciò si svolgeva nel tempietto, tra bottiglie rotte, rifiuti abbandonati, sentieri rovinati, mancanza evidente di cura, gestione, amore per la città: il paradigma dell’ossimoro tra la visione di Costi e la gestione dell’attuale amministrazione.
Io penso che Costi possa, insieme al suo team, sia risvegliare e rimettere in valore Parma nella sua totalità, sia riconnetterla ai reali circuiti nazionali ed Europei (della cultura, della musica, del cibo) dai quali è drammaticamente disconnessa da dieci anni. Non facciamoci ingannare dagli eventi da vetrina, isolati, ingenuamente e pacchianamente elitari e totalmente scollegati dalla realtà che sono serviti solo a nutrire l’ego di alcuni protagonisti dell’amministrazione uscente. Costi parte da una visione che vuole integrarsi alla spinta dal basso, alle esigenze delle categorie, incentrata sull’ascolto, sullo studio, sull’analisi.



Cosa di più di potrebbe fare a Parma sulla cultura?

Più che cosa si potrebbe fare di più, basterebbe chiedersi semplicemente cosa si potrebbe fare, punto. È brutto dirlo ma credo che la pandemia abbia salvato Parma da una brutta figura in merito al biennio da Capitale della Cultura. Anche in questo caso credo che gli eventi siano stati pensati e programmati esclusivamente in funzione di mettersi in vetrina e riscuotere consenso mediatico al di fuori del contesto reale. È necessario uscire da questo mondo virtuale autoreferenziale riattivando la parmigianità: gli scrittori, i musicisti, gli artisti della città ma anche i commercianti e soprattutto gli studenti, i giovani. Nella mia esperienza maltese ho potuto constatare con i miei occhi come Valletta, per esempio, nel suo anno di capitale europea della cultura, abbia approfittato dei fondi e della visibilità per farsi bella, attrattiva e vitale, accendendo poi circuiti di interconnessione globale efficacissimi. Il motore però è la gente, gli abitanti. E così a Parma deve tornare ad essere protagonista la società civile, anche e soprattutto nella cultura.

Cosa ti aspetti da questa campagna elettorale?

Da questa campagna elettorale mi aspetto tanta improvvisazione. Candidati con programmi copia e incolla. Accordi politici tra cani e gatti, fatti solo per avere un piccolo potere. O favori. O interessi. Mi aspetto le solite spinte lobbistiche, speculazioni meschine e il solito immancabile provincialismo radicato. Mi aspetto battaglie sul mood più populista e pieno di luoghi comuni riguardo ai temi caldi come sicurezza e aeroporto, per esempio. Mi aspetto i soliti slogan, tante parole vuote. Costi non fa parte di questa melma politica obsoleta e stantia. È un intellettuale e ha un programma delineato e concreto in anticipo di vent’anni sugli altri. Non mi posso aspettare che per questo sia eletto ma sono certo che, almeno, costringerà la politica locale e le coscienze ad alzare l’asticella e ad acuminare lo sguardo.

Andrea Marsiletti

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