Piera ed Emilia, la forza delle donne

SMA MODENA

08/03/2013
h.14.00

La forza delle donne. La forza di chi, come Piera Aiello, un giorno ha deciso di voltare le spalle alla mafia e diventare testimone di giustizia, incamminandosi su una strada non facile che pur tra mille difficoltà continua ancora oggi, con una nuova identità e una nuova famiglia.
E la forza di chi, come Emilia Agostini Zaccomer, ha fatto della solidarietà, dell’aiuto a chi ha bisogno, la missione di una vita. Sono loro, Piera ed Emilia, le vincitrici delle quarta edizione del Premio Pierangela Venturini, istituito dalla Provincia di Parma e dal Consiglio provinciale per dare un riconoscimento a donne “di valore”, modello per la collettività, nel nome di Pierangela Venturini, avvocato, fondatrice di “Forum donne giuriste”, presidente del Centro antiviolenza di Parma, una donna che alla difesa dei diritti delle donne ha dedicato tutta la vita. Un premio come sempre “doppio”: conferito a due donne che si siano distinte a livello nazionale e a livello locale.
Oggi nella sede della Provincia di Parma la cerimonia di consegna: una cerimonia partecipata e commossa, partita proprio dal ricordo della Venturini (presenti in sala la figlia Cecilia e la sorella Rosaria). “Cicci Venturini è stata per noi un punto di riferimento, e insieme abbiamo fatto battaglie importanti. È stata un esempio: il suo lavoro nel quotidiano mestiere di avvocato ha cambiato la cultura ancor prima che lo facessero le leggi. E credo che la scelta del suo nome per un premio che consegniamo l’8 marzo sia significativa”, ha detto nell’introduzione l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, ricordando i soprusi e le violenze ancora subiti dalle donne, oltre all’enorme dato dei femminicidi.
“L’8 marzo – ha concluso – non è e non deve essere un contenitore di tutto, ma rilancia, ripropone, rimette al centro questi temi. Sui quali non bisogna arretrare. Oggi con questi due premi abbiamo individuato due donne che hanno fatto passi in avanti, che non hanno voluto andare indietro”. Accanto a Marcella Saccani il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, l’assessore provinciale Manuela Amoretti, il presidente del Consiglio provinciale Mario De Blasi e la consigliera provinciale Barbara Zerbini (rappresentante del consiglio nella commissione del premio con i colleghi Rossano Botto e Massimiliano Cavatorta).
“Credo che sia importante dare un premio a donne che sono un esempio concreto e fare riferimento a una donna che è stata d’esempio come Pierangela Venturini. Anche perché penso che in momenti di grande confusione come quello che stiamo vivendo, nei quali il rischio di regresso sociale c’è ed è forte, ciò di cui abbiamo bisogno siano proprio gli esempi e la concretezza”, ha spiegato Vincenzo Bernazzoli, sottolineando la necessità di accelerare il passo su una parità ancora lontana negli effetti.
Applausi e molta commozione alla consegna delle violette d’oro, creazione originale dell’orafo Pierluigi Portesani. “Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degna di questo riconoscimento, pur sapendo che ci sono tante altre persone che hanno fatto più e meglio di me. Dedico il premio alla mia famiglia: a mio marito e ai miei figli, che mi supportano e sopportano, e al mondo del volontariato, che mi è vicino e che in questa città è una ricchezza.
Alle donne dico non molliamo, teniamo duro, e sappiano gli uomini che se loro sono qui è per merito nostro; nella consapevolezza che dobbiamo essere l’angelo del focolare ma anche quelle che tengono alto il valore della famiglia e della società
”, ha detto Emilia Agostini Zaccomer, ottantacinque anni, parmigiana, colonna del volontariato con l’Associazione Per Ricominciare (impegnata in carcere) e con l’Avoprorit (attiva da anni nella prevenzione oncologica e nell’assistenza ai malati di tumore).
“Sono molto commossa, ma per me è davvero importante essere qui” le prime parole dell’altra premiata, Piera Aiello. Quarantacinque anni, testimone di giustizia da oltre venti, dopo aver assistito all’omicidio del marito in una feroce guerra di mafia Piera ha detto basta e s’è rivolta prima ai carabinieri e poi a Paolo Borsellino e ad alcune magistrate: e ha cominciato a raccontare ciò che sapeva in un impegno di testimonianza che va avanti ancora oggi. “Inizialmente non capivo l’importanza di questo premio – ha continuato – e poi mi sono documentata e mi sono sorpresa che volessero darlo proprio a me. Anche perché io sono una persona molto semplice, una mamma che fa tutti i giorni il suo dovere di cittadina. Ciò che faccio lo faccio anche nel ricordo di una piccola grande donna che non c’è più, mia cognata Rita Atria, morta suicida vent’anni fa, che nel suo diario ha lasciato scritto: “andate fra i ragazzi e dite che fuori c’è un mondo onesto fatto di cose belle”.
Io seguo questa sua volontà anche se lei non è più con noi. La seguirò fino in fondo, fino all’ultimo mio respiro, nella consapevolezza che la mafia si può sconfiggere. Io ci credo, perché noi donne abbiamo una forza grande come il mondo. Lo faccio per i miei figli e per i figli di tutte le donne d’Italia. Come mi disse una volta Don Ciotti, in un momento di mio sconforto, noi siamo tante piccole gocce d’acqua, che insieme formano un fiume e arrivano all’oceano. Ecco, io spero che quest’oceano diventi uno tsunami: uno tsunami per una volta buono”.

PREMIO PIERANGELA VENTURINI 2013: LE MOTIVAZIONI

Piera Aiello
Per il coraggio e la forza con cui ha ­­­scelto di dire no alla mafia, di combatterla, di battersi per la tutela dei testimoni di giustizia e per stare accanto ai familiari delle vittime delle mafie. Per la determinazione e la tenacia con cui testimonia la sua storia nelle scuole italiane perché ragazze e ragazzi sappiano e non si facciano intimidire.

Emilia Agostini Zaccomer
Per la forza e la motivazione che la spingono a dedicarsi agli altri e, spesso, agli ultimi. Per il suo impegno nel sociale e l’infaticabile opera al servizio del prossimo, in particolare dei carcerati e dei loro familiari ma anche delle persone in difficoltà economica e familiare. Testimone che la generosità e la solidarietà possono essere compagni di viaggio preziosi per sé e per gli altri in tutte le età della vita.

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La forza delle donne. La forza di chi, come Piera Aiello, un giorno ha deciso di voltare le spalle alla mafia e diventare testimone di giustizia, incamminandosi su una strada non facile che pur tra mille difficoltà continua ancora oggi, con una nuova identità e una nuova famiglia.
E la forza di chi, come Emilia Agostini Zaccomer, ha fatto della solidarietà, dell’aiuto a chi ha bisogno, la missione di una vita. Sono loro, Piera ed Emilia, le vincitrici delle quarta edizione del Premio Pierangela Venturini, istituito dalla Provincia di Parma e dal Consiglio provinciale per dare un riconoscimento a donne “di valore”, modello per la collettività, nel nome di Pierangela Venturini, avvocato, fondatrice di “Forum donne giuriste”, presidente del Centro antiviolenza di Parma, una donna che alla difesa dei diritti delle donne ha dedicato tutta la vita. Un premio come sempre “doppio”: conferito a due donne che si siano distinte a livello nazionale e a livello locale.
Oggi nella sede della Provincia di Parma la cerimonia di consegna: una cerimonia partecipata e commossa, partita proprio dal ricordo della Venturini (presenti in sala la figlia Cecilia e la sorella Rosaria). “Cicci Venturini è stata per noi un punto di riferimento, e insieme abbiamo fatto battaglie importanti. È stata un esempio: il suo lavoro nel quotidiano mestiere di avvocato ha cambiato la cultura ancor prima che lo facessero le leggi. E credo che la scelta del suo nome per un premio che consegniamo l’8 marzo sia significativa”, ha detto nell’introduzione l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, ricordando i soprusi e le violenze ancora subiti dalle donne, oltre all’enorme dato dei femminicidi.
“L’8 marzo – ha concluso – non è e non deve essere un contenitore di tutto, ma rilancia, ripropone, rimette al centro questi temi. Sui quali non bisogna arretrare. Oggi con questi due premi abbiamo individuato due donne che hanno fatto passi in avanti, che non hanno voluto andare indietro”. Accanto a Marcella Saccani il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, l’assessore provinciale Manuela Amoretti, il presidente del Consiglio provinciale Mario De Blasi e la consigliera provinciale Barbara Zerbini (rappresentante del consiglio nella commissione del premio con i colleghi Rossano Botto e Massimiliano Cavatorta).
“Credo che sia importante dare un premio a donne che sono un esempio concreto e fare riferimento a una donna che è stata d’esempio come Pierangela Venturini. Anche perché penso che in momenti di grande confusione come quello che stiamo vivendo, nei quali il rischio di regresso sociale c’è ed è forte, ciò di cui abbiamo bisogno siano proprio gli esempi e la concretezza”, ha spiegato Vincenzo Bernazzoli, sottolineando la necessità di accelerare il passo su una parità ancora lontana negli effetti.
Applausi e molta commozione alla consegna delle violette d’oro, creazione originale dell’orafo Pierluigi Portesani. “Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degna di questo riconoscimento, pur sapendo che ci sono tante altre persone che hanno fatto più e meglio di me. Dedico il premio alla mia famiglia: a mio marito e ai miei figli, che mi supportano e sopportano, e al mondo del volontariato, che mi è vicino e che in questa città è una ricchezza.
Alle donne dico non molliamo, teniamo duro, e sappiano gli uomini che se loro sono qui è per merito nostro; nella consapevolezza che dobbiamo essere l’angelo del focolare ma anche quelle che tengono alto il valore della famiglia e della società
”, ha detto Emilia Agostini Zaccomer, ottantacinque anni, parmigiana, colonna del volontariato con l’Associazione Per Ricominciare (impegnata in carcere) e con l’Avoprorit (attiva da anni nella prevenzione oncologica e nell’assistenza ai malati di tumore).
“Sono molto commossa, ma per me è davvero importante essere qui” le prime parole dell’altra premiata, Piera Aiello. Quarantacinque anni, testimone di giustizia da oltre venti, dopo aver assistito all’omicidio del marito in una feroce guerra di mafia Piera ha detto basta e s’è rivolta prima ai carabinieri e poi a Paolo Borsellino e ad alcune magistrate: e ha cominciato a raccontare ciò che sapeva in un impegno di testimonianza che va avanti ancora oggi. “Inizialmente non capivo l’importanza di questo premio – ha continuato – e poi mi sono documentata e mi sono sorpresa che volessero darlo proprio a me. Anche perché io sono una persona molto semplice, una mamma che fa tutti i giorni il suo dovere di cittadina. Ciò che faccio lo faccio anche nel ricordo di una piccola grande donna che non c’è più, mia cognata Rita Atria, morta suicida vent’anni fa, che nel suo diario ha lasciato scritto: “andate fra i ragazzi e dite che fuori c’è un mondo onesto fatto di cose belle”.
Io seguo questa sua volontà anche se lei non è più con noi. La seguirò fino in fondo, fino all’ultimo mio respiro, nella consapevolezza che la mafia si può sconfiggere. Io ci credo, perché noi donne abbiamo una forza grande come il mondo. Lo faccio per i miei figli e per i figli di tutte le donne d’Italia. Come mi disse una volta Don Ciotti, in un momento di mio sconforto, noi siamo tante piccole gocce d’acqua, che insieme formano un fiume e arrivano all’oceano. Ecco, io spero che quest’oceano diventi uno tsunami: uno tsunami per una volta buono”.

PREMIO PIERANGELA VENTURINI 2013: LE MOTIVAZIONI

Piera Aiello
Per il coraggio e la forza con cui ha ­­­scelto di dire no alla mafia, di combatterla, di battersi per la tutela dei testimoni di giustizia e per stare accanto ai familiari delle vittime delle mafie. Per la determinazione e la tenacia con cui testimonia la sua storia nelle scuole italiane perché ragazze e ragazzi sappiano e non si facciano intimidire.

Emilia Agostini Zaccomer
Per la forza e la motivazione che la spingono a dedicarsi agli altri e, spesso, agli ultimi. Per il suo impegno nel sociale e l’infaticabile opera al servizio del prossimo, in particolare dei carcerati e dei loro familiari ma anche delle persone in difficoltà economica e familiare. Testimone che la generosità e la solidarietà possono essere compagni di viaggio preziosi per sé e per gli altri in tutte le età della vita.

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