Daffadà (PD): “Assicurare la continuità assistenziale alle persone disabili ultra 65enni”

di UG

Assicurare continuità assistenziale alle persone disabili al compimento dei 65 anni. Daffadà: «I bisogni delle persone devono essere la nostra guida. Il provvedimento deve essere attuato da tutti i Comuni».

Un’interrogazione in Regione – a prima firma del consigliere Giuseppe Paruolo – torna sul tema degli anziani disabili affinché possano scegliere, al compimento del 65° anno, di rimanere, compatibilmente ai propri bisogni e a quelli degli altri ospiti, nella soluzione residenziale, al proprio domicilio e nel centro diurno in cui si trovano.

«Lo scorso anno l’Assemblea legislativa ha approvato un atto di indirizzo – che io stesso avevo sottoscritto – che impegnava la Giunta ad attivarsi per ottenere che venissero cambiate le prassi organizzative e quei regolamenti comunali che ancora prevedono la revisione automatica del progetto personalizzato di assistenza domiciliare, diurna o residenziale al 65esimo anno di età e l’automatismo del trasferimento in altra struttura residenziale o diurna. L’obiettivo era quello di attivarsi affinché la prassi fosse recepita da tutti i Comuni – precisa il consigliere Matteo Daffadà – nel frattempo anche il Parlamento ha approvato una legge delega che traccia i principi fondamentali di una riforma integrale del settore e che va in questa direzione. Ma ci sono ancora situazioni in cui alcune realtà della nostra regione, in cui sia per prassi consolidate sia per interpretazioni fuorvianti delle disposizioni legislative e amministrative, si procede a trasferire d’ufficio le persone con disabilità in strutture per anziani».

 

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Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “quali azioni intenda intraprendere per fare in modo che le disposizioni di legge contenute nella legge delega del 2023 con l’espresso divieto di dimissione o di esclusione dai servizi pregressi a seguito dell’ingresso nell’età anziana vengano effettivamente attuate su tutto il territorio regionale e quali azioni intenda intraprendere per fare in modo altresì che venga data compiuta applicazione, senza alcuna distorsione, all’espressa previsione della legge delega per cui il diritto ad accedere a servizi e attività specifici per la condizione di disabilità al compimento dei 65 anni avvenga senza soluzione di continuità”.

«All’esecutivo chiediamo di intraprendere una campagna di comunicazione per far conoscere le disposizioni contenute nella legge delega a tutti i distretti della regione – continua Daffadà – sul territorio sono cresciute piccole strutture che riproducono contesti relazionali e affettivi in cui la persona con disabilità vive come di una famiglia. E da qui, una volta diventata “anziana”, non deve essere trasferita».

 


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