Il Centro per le Famiglie del Distretto Sud Est ha festeggiato i suoi primi cinque anni, organizzando un convegno per guardare al presente, ma soprattutto al futuro, attraverso lo sviluppo di nuovi servizi e progettualità.
Un evento che ha registrato il tutto esaurito tra operatori e professionisti del territorio, per conoscere alcuni dei progetti più innovativi realizzati, oltre che da quello del distretto parmense, dai centri per le famiglie delle Unioni del Sorbara, Bassa Reggiana, Val d’Enza e Terra di Mezzo. Un convegno di livello regionale che si è aperto nella mattinata di giovedì 14 novembre 2024 nella Rocca di Sala Baganza, ed è proseguito al pomeriggio, con quattro workshop dedicati agli operatori.
La giornata di incontro e confronto, moderata dal responsabile dell’Area Minori e Famiglie di Pedemontana Sociale, Federico Manfredi, è iniziata con gli interventi delle autorità. A fare gli onori di casa Aldo Spina, sindaco di Sala Baganza e presidente di Pedemontana Sociale, l’azienda del welfare dell’Unione Pedemontana Parmense che gestisce il CpF. Spina ha sottolineato l’importanza della giornata di festa e di lavoro, perché «i momenti più belli – ha detto – sono quelli che trasmettono il senso concreto di quello che si può fare. L’attività che da cinque anni il Centro svolge nel nostro territorio sta realmente cambiando le nostre comunità, un dato che deve essere un elemento di consapevolezza da cui partire, in una giornata di festa ma anche di crescita come questa».
Tutti a lezione da Pietro Vignali, campione delle preferenze (di Andrea Marsiletti)
Il direttore del Distretto Sud Est dell’Ausl, Giovanni Gelmini, ha rimarcato quanto sia fondamentale guardare al futuro: «Le dinamiche familiari cambiano e si arricchiscono di nuovi contesti e nuove culture, evidenziando nuovi e diversi bisogni che necessitano di adeguare analisi e azioni».
Per Adriano Temporini, direttore generale di Pedemontana sociale, «la scelta della nostra Azienda di promuovere, progettare e gestire il centro per tutto il distretto, ruota attorno al concetto di servizio-bene pubblico. Bene che, in quanto pubblico, abbiamo il dovere di proteggere e di curare con un senso di responsabilità diffusa».
Il presidente del Comitato di distretto e sindaco di Langhirano, Giordano Bricoli, ha rimarcato l’importanza di tracciare un bilancio dell’attività, «fondamentale per comprendere il valore che il Centro ha sul territorio. Un progetto nato in ambito Pedemontano che ha avuto uno sviluppo sull’intero distretto, portando un grande valore aggiunto».
Ermes Boraschi, presidente dell’Unione Montana Parma Est e sindaco di Palanzano, ha invece posto l’accento su quanto sia necessario «potenziare i servizi dedicati all’adolescenza, alla genitorialità e alla natalità» nei territori montani.
Ad entrare nel vivo del convegno è stata Ilaria Folli, referente della Regione Emilia-Romagna per le Politiche sociali, Inclusione e pari Opportunità, che ha illustrato il contesto in cui operano i 42 CpF attivi in tutti i distretti e gli ambiti territoriali emiliano-romagnoli. Una rete per rispondere ad un principio di equità: garantire a tutti i cittadini l’accesso ai servizi prioritari, anche a quelli che vivono nei territori montani, per i quali sono stati messi a disposizione dei fondi ad hoc.
Il momento di confronto si è aperto con il video, realizzato dall’ associazione “Racconti senza parole di Enea”, nel quale sono stati raccontati quattro dei numerosi progetti messi in campo nei primi cinque anni di attività, come hanno spiegato Manfredi e la responsabile del Centro, Sabrina Fornari. Un racconto fatto dagli operatori e dalle famiglie che hanno partecipato ai gruppi di parola “Al Centro si può dire”, dedicati ai figli di genitori sperati, ai laboratori “Parola di donna”, che hanno per obiettivo l’inclusione delle donne straniere, e a “Una Famiglia per una Famiglia”, il programma di affiancamento familiare per sostenere mamme e papà in affanno nella gestione dei figli. Ultimo, ma non certo per importanza, il progetto “Mamme al Centro”, fatto di incontri dedicati alle neo e future madri.
Il CpF dell’Unione del Sorbara ha portato in dote il progetto “A casa con te”, illustrato dalla coordinatrice Paola Ceriati e dalle educatrici Francesca Borriello e Lucia De Benedetti, per dare un sostegno precoce al genitore in periodo perinatale, per le donne in gravidanza e con bambini fino ad un anno di età. “Genitori missione impossibile” è, invece, il progetto presentato da Ilaria Scotti, responsabile del CpF Val d’Enza, e dalla referente Sara Gibertini. Un’iniziativa rivolta a mamme e papà con figli e figlie preadolescenti e adolescenti, dai 10 ai 18 anni, fatta di momenti di confronto.
Per rispondere meglio ad una migliore educazione all’affettività e sessualità dei ragazzi e delle ragazze dai 10 ai 13 anni, il CpF della Bassa Reggiana ha realizzato “LoveEducation”, illustrato dalla coordinatrice Alice Vioni e dalla psicologa Giulia Aldrovandi. Un progetto per affrontare, insieme ai genitori, i cambiamenti psico-fisici durante la preadolescenza e l’adolescenza.
La coordinatrice del CpF della Terra di Mezzo, Roberta Artioli, ha portato come esempio “Ribes”, progetto sperimentale a livello nazionale per la prevenzione della povertà educativa dei minori dai 5 ai 14 anni.
Prima di rimboccarsi le maniche per i workshop pomeridiani, ai partecipanti è stato offerto un rinfresco organizzato dal Circolo anziani “Ivo Vespini” di Sala Baganza, che si è concluso con l’immancabile taglio della torta di compleanno.
Al termine dei workshop la giornata si è conclusa con una riflessione sulle nuove prospettive per rafforzare il lavoro in rete dei Centri per le Famiglie.



