Parma rischia di perdere tutto: o si vola o si cade (di Luca Bocchialini)

di Andrea Marsiletti

C’è un paradosso che oggi salta agli occhi di tutti: mentre il giudice fallimentare concede altri due mesi di tempo a Sogeap per sanare la situazione, a Parma si aprono gli Europei U16 di tennis. Un’occasione straordinaria per la nostra città, eppure già avvelenata da un dettaglio che non possiamo più ignorare: l’assenza di un aeroporto funzionante.

Ho parlato con alcuni membri della delegazione irlandese. Hanno raccontato che il viaggio è stato estenuante e costoso: volo fino a Malpensa, poi pullman fino a Parma, mezzi da trovare per muoversi nei giorni del torneo, e infine ritorno da Bologna con un altro pullman noleggiato. Un percorso a ostacoli che, parole loro, difficilmente li convincerà a tornare qui per altri eventi.

E se questa è la percezione di una delegazione ben strutturata, cosa possiamo pensare di quelle con meno risorse? Un torneo che poteva essere un fiore all’occhiello per Parma rischia di trasformarsi in un boomerang di cattiva pubblicità.

E non è solo questione di tennis. Nel 2027 Parma sarà Capitale Europea dei Giovani: un titolo che può portare migliaia di ragazzi da tutta Europa nella nostra città, con un potenziale impatto turistico e culturale enorme. Ma senza un aeroporto accessibile, con collegamenti economici e diretti, tutto questo rischia di restare sulla carta. I giovani viaggiano con le low-cost, cercano voli rapidi e biglietti a prezzi contenuti.

Come pensiamo di attirare queste nuove generazioni se per arrivare a Parma bisogna affrontare un’odissea logistica fatta di ore su pullman e costi insostenibili?

Il problema non è il tempo che manca. Il problema è la visione. Non basta rinviare le decisioni di due mesi in due mesi, sperando in un miracolo che non arriverà. Serve coraggio, serve chiarezza, serve investire in modo intelligente. Gli esempi sono davanti agli occhi: una low-cost che apre una base operativa a Parma significherebbe biglietti economici, voli diretti, più turisti, più eventi, più economia. Significherebbe finalmente sfruttare la posizione strategica della nostra città e smettere di inseguire soluzioni di ripiego.

Sì, servono soldi. Ma soprattutto serve la volontà di guardare al futuro, e non restare fermi in un eterno limbo di litigi, rinvii e incomprensioni. Ogni occasione che perdiamo oggi si traduce in una Parma più isolata, più marginale, più povera domani. Il giudice ha concesso tempo fino al 27 novembre.

Ma non è al tribunale che dobbiamo guardare. È alla nostra responsabilità collettiva. Parma non può più aspettare. O si vola, o si cade.

Luca Bocchialini, pilota di linea e cittadino parmigiano

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