Dieci nuove antenne di telefonia mobile autorizzate in pochi mesi, cantieri che spuntano davanti alle finestre dei cittadini, comitati che parlano di “invasione silenziosa”, e un’Amministrazione che – come ammesso dall’assessora Chiara Vernizzi – combatte “con le armi spuntate”.
Questo il quadro che emerge: il Comune di Parma sta gestendo un tema delicatissimo come quello delle installazioni per la telefonia mobile con strumenti che necessitano di aggiornamenti e con una preoccupante mancanza di trasparenza.
“Il problema non è la tecnologia – dichiara Serena Brandini, Capogruppo di Azione in Consiglio Comunale – ma la volontà di essere parte attiva nel governo del territorio. L’Amministrazione si giustifica rinviando alla legge nazionale che considera le antenne opere di urbanizzazione primaria, ma nulla vieta di dotarsi di un regolamento comunale più stringente sulle tutele urbanistiche e che soprattutto garantisca ai cittadini il diritto ad essere informati”.
Per questo motivo i tre consiglieri comunali hanno presentato nei giorni scorsi una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta a modificare l’attuale regolamento comunale sugli impianti di telecomunicazione.
“Non è accettabile che Parma subisca le scelte degli operatori di telefonia. Il Comune deve tornare a esercitare un ruolo di regia, non di mera ratifica. La nostra mozione chiede che tutti i gestori – compresi quelli infrastrutturati – presentino un Piano annuale complessivo delle installazioni, e che prima del deposito delle istanze vi sia un confronto con l’amministrazione e successivamente anche con i cittadini per individuare aree più idonee” spiega Maria Federica Ubaldi di Civiltà Parmigiana.

“Nella nostra mozione trova spazio anche una proposta per limitare la proliferazione degli impianti rendendo obbligatorio il co-siting, cioè l’uso condiviso di antenne esistenti, entro 300 metri” dichiara Enrico Ottolini di Europa Verde che conclude ricordando che “l’aggiornamento del regolamento è ormai necessario anche per recepire l’innalzamento dei limiti di esposizione elettromagnetica passati da 6 a 15 V/m con la nuova normativa nazionale. E’ questo quindi il momento giusto perché l’Amministrazione torni ad occuparsi di pianificazione in modo condiviso e trasparente”.
