Inceneritore: Parma come Pyongyang

SMA MODENA
lodi1

29/10/2013

L’inceneritore di Parma continua a fare notizia.
Da quando l’impianto si è accesso almeno una volta alla settimana compare sui giornali di Parma un titolone a tutta pagina: “Il forno rispetta i limiti di legge”. Gli ultimi solo qualche giorno fa.
E ci mancherebbe altro che non rispettasse i limiti di legge, dico io!!! Ci mancherebbe altro che un impianto appena costruito, costato centinaia di milioni di euro, che ci hanno detto lievitato nei costi che saranno scaricati sulle tariffe dei cittadini perchè si è dotato delle migliori delle tecnologie disponibili fosse fuorilegge sulle emissioni!!! Del resto, come si ricorderà, l’ex Presidente di Enia Andrea Allodi invitava i parmigiani ad acquistare casa nelle aree residenziali adiacenti l’inceneritore sostenendo che lì l’aria sarebbe stata più pulita che nel resto della città. Spero per lui che quando raccontava queste storie in TV non fosse serio e facesse il burlone solo per sdrammatizzare.
Io lo do per scontato che il forno non violi le leggi, anche perchè se qualcuno avesse mai pensasse il contrario avrebbe dovuto chiamare in modo preventivo una camionetta dei carabinieri per andare a legare chi stava attentando alla salute dei parmigiani.
In realtà con questa enfasi legalitaria si cerca di far passare un “minimo sindacale” come la smentita finale di chi si è battuto in questi anni contro l’inceneritore, sebbene, come tutti sanno ormai fino alla nausea, la contestazione riguardava l’inutilità dell’impianto con una raccolta differenziata al 70%, i suoi alti costi e comunque il suo rischio potenziale per la salute per gli effetti cancerogeni delle nanopolveri che in questi anni sono oggetto di studio.
Neppure due partigiani del forno come l’amministratore delegato Nicola De Sanctis e il vicepresidente di Iren Andrea Viero avrebbero l’ardire di proporre ai giornali titoli così zelanti negli oggetti dei loro comunicati stampa. Ed infatti non lo fanno.
Ma qui da noi si è più realisti del Re.
Diceva il “Grande Leader” comunista nordcoreano Kim Il Sung: “I giornali siano gli educatori della verità rivoluzionaria”.
Un tempo Parma aveva l’ambizione di essere la “Petit Paris”. Siamo finiti ai livelli di Pyongyang.

Andrea Marsiletti


Ultimi articoli di Andrea Marsiletti – “Ma Space
Carta Canta, che pena!
Assurde le accuse di omofobia a Guido Barilla
Pizzarotti-Viero: destini incrociati
Renzi rockstar
Inceneritore, Pizzarotti ha fatto fin troppo. Adesso però basta
Big Mc Menù
I cimiteri sono pieni di persone indispensabili, ma…
In pellegrinaggio a Santa Clara, al Mausoleo del Che
I novelli Don Chisciotte contro Matteo Renzi
Eravamo dei combattenti, non dei segaioli
Salsomaggiore Comune debersanizzato
Dall’albero di Natale a pedali alla Twizy: il secondo scatto a 5 stelle
Pizzarotti spegne la sua prima candelina: un anno positivo
La volpe Bagnacani, una vergogna a 5 Stelle
Solidarietà a Bernazzoli
Almeno Scilipoti è passato dall’altra parte alla luce del sole…
Pizzarotti e Casaleggio su due pianeti diversi: uno all’Argonne, l’altro su Gaia

Il PD non è morto. E’ dal letame che nascono i fiori
L’isola rebelde Cuba resiste… con qualche strappo al Socialismo
Il debutto dei grillini in Parlamento… un film già visto a Parma
La galassia dei renziani di Parma

Inceneritore: Parma come Pyongyang

SMA MODENA
lodi1

29/10/2013

L’inceneritore di Parma continua a fare notizia.
Da quando l’impianto si è accesso almeno una volta alla settimana compare sui giornali di Parma un titolone a tutta pagina: “Il forno rispetta i limiti di legge”. Gli ultimi solo qualche giorno fa.
E ci mancherebbe altro che non rispettasse i limiti di legge, dico io!!! Ci mancherebbe altro che un impianto appena costruito, costato centinaia di milioni di euro, che ci hanno detto lievitato nei costi che saranno scaricati sulle tariffe dei cittadini perchè si è dotato delle migliori delle tecnologie disponibili fosse fuorilegge sulle emissioni!!! Del resto, come si ricorderà, l’ex Presidente di Enia Andrea Allodi invitava i parmigiani ad acquistare casa nelle aree residenziali adiacenti l’inceneritore sostenendo che lì l’aria sarebbe stata più pulita che nel resto della città. Spero per lui che quando raccontava queste storie in TV non fosse serio e facesse il burlone solo per sdrammatizzare.
Io lo do per scontato che il forno non violi le leggi, anche perchè se qualcuno avesse mai pensasse il contrario avrebbe dovuto chiamare in modo preventivo una camionetta dei carabinieri per andare a legare chi stava attentando alla salute dei parmigiani.
In realtà con questa enfasi legalitaria si cerca di far passare un “minimo sindacale” come la smentita finale di chi si è battuto in questi anni contro l’inceneritore, sebbene, come tutti sanno ormai fino alla nausea, la contestazione riguardava l’inutilità dell’impianto con una raccolta differenziata al 70%, i suoi alti costi e comunque il suo rischio potenziale per la salute per gli effetti cancerogeni delle nanopolveri che in questi anni sono oggetto di studio.
Neppure due partigiani del forno come l’amministratore delegato Nicola De Sanctis e il vicepresidente di Iren Andrea Viero avrebbero l’ardire di proporre ai giornali titoli così zelanti negli oggetti dei loro comunicati stampa. Ed infatti non lo fanno.
Ma qui da noi si è più realisti del Re.
Diceva il “Grande Leader” comunista nordcoreano Kim Il Sung: “I giornali siano gli educatori della verità rivoluzionaria”.
Un tempo Parma aveva l’ambizione di essere la “Petit Paris”. Siamo finiti ai livelli di Pyongyang.

Andrea Marsiletti


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Almeno Scilipoti è passato dall’altra parte alla luce del sole…
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La galassia dei renziani di Parma

Assurde le accuse di omofobia a Guido Barilla

SMA MODENA
lodi1

28/09/2013

In questi giorni la Barilla è oggetto di un vero e proprio linciaggio: minacce o promozioni di azioni di boicottaggio, volantinaggi davanti ai supermercati, polemiche furiose sui giornali e sui social network, prese di posizioni di politici nazionali ed europei. Il marchio Barilla è oggetto di un attacco che punta a farlo diventare da uno dei più apprezzati al mondo ad uno dei più screditati, nonostante le scuse pubbliche subito presentate dall’Azienda. Jim Morrison scriveva: “Per cancellare una vita ci vuole un attimo, per cancellare un attimo ci vuole una vita”.
Per quello che può valere considerata la bufera mediatica su scala mondiale, voglio esprimere la mia solidarietà a Guido Barilla. E lo faccio non perchè Barilla è il più grande imprenditore di Parma che da decenni garantisce posti di lavori a tante famiglie della provincia e perchè la sua azienda è un fiore all’occhiello della nostra città nel mondo, ma perchè sono convinto che nel merito, ripeto, nel merito, non ci sia nulla di omofobo nelle dichiarazioni di Barilla rilasciate alla trasmissione radio “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani (ascolta l’audio). E lo dico io che da anni gestisco su ParmaDaily una rubrica, ParmaGaily, dedicata alla valorizzazione del mondo gay, lesbo, trans e bisex.
Alla radio Guido Barilla non solo non ha discriminato nessuno dichiarando di “aver rispetto per tutti” ma addirittura si è dichiarato favorevole al matrimonio omosessuale (fino ad oggi negato dal Parlamento Italiano) per consentire la formazione di un altro modello di famiglia, dichiarando di non vedere di buon occhio spot pubblicitari della sua azienda con una famiglia gay. In pratica ha avuto l’ingenuità di dire quello che fanno tutti gli imprenditori, perchè se si escludono le pubblicità provocatorie e caricaturali della Benetton sui gay che si baciano (quando non sono un prete e una suora a farlo) e qualche messaggio subliminale negli spot Ikea, io non ricordo alcuna pubblicità con al centro una famiglia gay. La stessa Buitoni, concorrente della Barilla che oggi coglie la palla al balzo per attaccare sostenendo che “A casa Buitoni c’è posto per tutti”, nei suoi spot presenta la stessa famiglia “felice” del Mulino Bianco: una mamma, un papà, un bambino e una bambina (guarda il video1 e video2!)… esattamente la medesima del Mulino Bianco. Ma oggi su Facebook la Buitoni cerca di approfittare della vicenda per trarne un vantaggio commerciale e mette all’indice l’azienda parmigiana.
Guido Barilla ha espresso la sua opinione, con alcune ingenuità di cui ha fatto bene a chiedere scusa (guarda video), ma l’accusa di omofobia a chi si professa favorevole ai matrimoni gay perchè adotta le stesse scelte commerciali del 99,9% delle aziende del mondo è qualcosa di assurdo. E di ingiusto.

Andrea Marsiletti


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SMA MODENA
lodi1

28/09/2013

In questi giorni la Barilla è oggetto di un vero e proprio linciaggio: minacce o promozioni di azioni di boicottaggio, volantinaggi davanti ai supermercati, polemiche furiose sui giornali e sui social network, prese di posizioni di politici nazionali ed europei. Il marchio Barilla è oggetto di un attacco che punta a farlo diventare da uno dei più apprezzati al mondo ad uno dei più screditati, nonostante le scuse pubbliche subito presentate dall’Azienda. Jim Morrison scriveva: “Per cancellare una vita ci vuole un attimo, per cancellare un attimo ci vuole una vita”.
Per quello che può valere considerata la bufera mediatica su scala mondiale, voglio esprimere la mia solidarietà a Guido Barilla. E lo faccio non perchè Barilla è il più grande imprenditore di Parma che da decenni garantisce posti di lavori a tante famiglie della provincia e perchè la sua azienda è un fiore all’occhiello della nostra città nel mondo, ma perchè sono convinto che nel merito, ripeto, nel merito, non ci sia nulla di omofobo nelle dichiarazioni di Barilla rilasciate alla trasmissione radio “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani (ascolta l’audio). E lo dico io che da anni gestisco su ParmaDaily una rubrica, ParmaGaily, dedicata alla valorizzazione del mondo gay, lesbo, trans e bisex.
Alla radio Guido Barilla non solo non ha discriminato nessuno dichiarando di “aver rispetto per tutti” ma addirittura si è dichiarato favorevole al matrimonio omosessuale (fino ad oggi negato dal Parlamento Italiano) per consentire la formazione di un altro modello di famiglia, dichiarando di non vedere di buon occhio spot pubblicitari della sua azienda con una famiglia gay. In pratica ha avuto l’ingenuità di dire quello che fanno tutti gli imprenditori, perchè se si escludono le pubblicità provocatorie e caricaturali della Benetton sui gay che si baciano (quando non sono un prete e una suora a farlo) e qualche messaggio subliminale negli spot Ikea, io non ricordo alcuna pubblicità con al centro una famiglia gay. La stessa Buitoni, concorrente della Barilla che oggi coglie la palla al balzo per attaccare sostenendo che “A casa Buitoni c’è posto per tutti”, nei suoi spot presenta la stessa famiglia “felice” del Mulino Bianco: una mamma, un papà, un bambino e una bambina (guarda il video1 e video2!)… esattamente la medesima del Mulino Bianco. Ma oggi su Facebook la Buitoni cerca di approfittare della vicenda per trarne un vantaggio commerciale e mette all’indice l’azienda parmigiana.
Guido Barilla ha espresso la sua opinione, con alcune ingenuità di cui ha fatto bene a chiedere scusa (guarda video), ma l’accusa di omofobia a chi si professa favorevole ai matrimoni gay perchè adotta le stesse scelte commerciali del 99,9% delle aziende del mondo è qualcosa di assurdo. E di ingiusto.

Andrea Marsiletti


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Il PD non è morto. E’ dal letame che nascono i fiori
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La galassia dei renziani di Parma