
21/02/2015
Il Presidente Manenti sta recitando a Parma esattamente lo stesso copione seguito a Brescia un anno fa, quando doveva acquistare la squadra di calcio lombarda. Anche lì dopo settimane di strette di mano, conferenze stampa, annunci, ultimatum sui tempi, “bonifici già partiti”, prolungamento tecnico dei tempi perchè il denaro verrebbe dall’estero, fantomatici sponsor esteri, il bonifico di Manenti non arrivò mai e l’operazione saltò. In questa vicenda il filosofo Vico troverebbe la conferma della sua teoria dei “corsi e ricorsi storici”.
Si legge sul Giornale di Brescia del 14 gennaio 2014: “Giampietro Manenti annuncia: «Il bonifico è partito». Come aveva anticipato, dunque, l’amministratore delegato di Mapi Group avrebbe perfezionato nel pomeriggio la transazione. I soldi ancora non figurano sui conti correnti aperti ad hoc in Ubi Banca e intestati a Mapi Group per l’operazione di acquisto del Brescia, ma questo potrebbe non significare nulla: le transazioni infatti avverranno attraverso istituti di diversi Paesi e dunque i tempi tecnici sono più lunghi. Lunedì, insomma, sarà il giorno della verità, il giorno in cui scadrà l’ultimatum imposto da Gino Corioni” (leggi).
E pensare che qualche settimana fa l’ex presidente del Brescia Gino Corioni (nella foto di brescioggi.it insieme a Manenti) aveva messo in guardia i tifosi del Parma in modo molto esplicito: “Tanti auguri. Do un consiglio ai tifosi, Pregate! Lui dice che non mi sono presentato dal notaio a Milano perché non volevo vendere, ma fa solamente teatro. A ogni modo io non voglio deludere i tifosi del Parma, non si sa mai. Magari è cambiato, anche se l’uomo è difficile da capire. Di certo, per quanto mi riguarda, la mia esperienza fu molto negativa. La storia degli sponsor dall’estero l’aveva annunciata anche a me, aveva fatto delle promesse anche a me e poi i soldi non sono arrivati. Quando decisi di mollarlo, di rompere la trattativa, erano passati due mesi. Forse mi sbaglio, e spero che sia così, ma secondo me la verità è che i soldi a Parma non li vedranno mai”. (leggi)
Parole fino ad ora profetiche.
Purtroppo per il Parma, sempre più vicino al fallimento. La Procura delle Repubblica, che ha già presentato istanza di fallimento della società, ci dirà se sarà solo un crack finanziario o se avrà anche qualche conseguenza penale per qualcuno.
Andrea Marsiletti
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“Ha acquistato un club di Serie A, non una salumeria. Ma non nutro particolari speranze positive”.
L’ennesima puntata del caos Parma vede il sindaco Federico Pizzarotti contro il neo presidente Giampietro Manenti: “Faccia chiarezza: non si sta acquistando una salumeria in un piccolo paese, si sta acquistando una società di calcio che milita in Serie A. Se non si hanno risorse su un conto italiano per far fronte a spese immediate, è evidente che ci sia qualcuno dietro”. E dopo il rinvio della gara con l’Udinese perché mancavano i soldi per pagare gli stewart dello stadio, il fallimento è un’ipotesi sempre più concreta. “Acquistare un club in una situazione difficile come quella che sta vivendo il Parma e non avere chiaro che servono organizzazione e garanzie… – continua il sindaco – da tutti era percepibile la mancanza di preparazione, serve chiarezza. Si è perso già tanto tempo, ora bisogna accelerare davvero. Parlo anche di altre possibili soluzioni, tifosi e giocatori sono pronti a valutare anche le soluzioni più spiacevoli. Ma – ammette il primo cittadino – non nutro particolari speranze positive”.
FALLIMENTO — Pizzarotti sta tentando una disperata corsa verso il fallimento pilotato. Ma c’è da dire che non c’è più solo la Procura di Parma a chiedere il fallimento del Parma Fc. Negli uffici del Tribunale sono state presentate altre tre istanze e, a differenza di quelle già discusse nelle settimane scorse, difficili, anzi impossibili, da soddisfare con un saldo da parte del club crociato prima dell’udienza. In tutto 400mila euro che vantano tre agenti di altrettanti giocatori. La vicenda è solo l’ultimo atto del caos del club crociato. (gazzetta.it)