Mississipi Burning

SMA MODENA
lombatti_mar24

21/06/2015

ACCADDE OGGI: Nella contea di Neshoba in Mississippi, tre attivisti dei diritti civili scomparvero senza lasciar traccia il 21 Giugno 1964, mentre stavano indagando sull’incendio di una chiesa afro-americana ad opera del Ku Klux Klan.
Michael Schwerner e Andrew Goodman, giovani di New York, si erano recati in Mississippi, dove nel 1964 vigeva una forte segregazione razziale, per aiutare ad organizzare iniziative a favore delle comunità di colore e per i diritti civili sotto l’egida del Congress of Racial Equality. Un terzo attivista, James Chaney, era un giovane afroamericano del luogo che si era unito al Congress of Racial Equality nel 1963. La scomparsa dei tre giovani attirò l’attenzione nazionale e portò ad una massiccia indagine dell’FBI a cui fu dato il nome in codice di MIBURN, acronimo per “Mississippi burning”.
Il 21 Giugno, dopo aver indagato sull’incendio della chiesa metodista di Mt. Zion nella contea di Neshoba, i tre vennero fermati dal vicesceriffo della contea Cecil Price mentre tornavano a Meridian. Price, membro del Ku Klux Klan, li portò nella prigione della contea, sotto il falso sospetto di incendio doloso, ma dopo sette ore di detenzione, durante le quali non gli venne permesso di fare neppure una telefonata, li lasciò andare su cauzione. Dopo averli scortati fuori dall’abitato, Price avvertì altri membri del Klan, per guidare poi a rotta di collo lungo la strada alla ricerca dei tre attivisti. Li raggiunse mentre erano ancora entro i confini della contea e li fermò nuovamente. Poco dopo il secondo fermo arrivarono sul posto altre due auto piene di uomini del Klan, e i tre vennero condotti lungo una strada sterrata non segnata chiamata Rock Cut Road. Lì nel cuore della notte Schwerner, Goodman e Chaney furono ammazzati a colpi di arma da fuoco ed i loro corpi sepolti in un terrapieno a poche miglia dalla chiesa di Mt. Zion.
Il giorno dopo l’FBI, avvertita della scomparsa dei tre giovani, aprì un’indagine ed il 23 Giugno il caso attirò i titoli dei media nazionali quando gli agenti federali rinvennero la station wagon dei tre completamente bruciata. Sotto pressione del procuratore generale Robert F. Kennedy, l’FBI intensificò le indagini che coinvolsero più di 200 agenti e centinaia di truppe federali che passarono a settaccio i boschi e le paludi di Neshoba alla ricerca dei corpi. Il caso diede impulso finale all’approvazione del Civil Rights Act che passò il 2 Luglio al Congresso. Infine, gli investigatori riuscirono ad avere una soffiata da Delmar Dennis, uomo del Klan e uno dei partecipanti agli omicidi, a cui venne offerta l’immunità e la somma di 30.000 dollari in cambio di informazioni. Il 4 Agosto i corpi dei tre giovani vennero ritrovati, i colpevoli identificati, ma lo stato del Mississippi non eseguì nessun arresto.
Il 4 Dicembre 19 uomini, tra cui il vicesceriffo Price, furono incriminati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per aver violato i diritti civili di Schwerner, Goodman e Chaney – non per omicidio, compiuto nel Mississippi. Tale violazione dei diritti civili era l’unico modo per dare la giurisdizione del caso al governo federale. Dopo quasi tre anni di battaglie legali, in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti sostenne le accuse, gli imputati andarono sotto processo a Jackson, nel Mississippi. Il procedimento fu presieduto dal giudice distrettuale William Cox, un veemente segregazionista che però sotto pressione da parte delle autorità federali prese il caso molto seriemente. Il 27 Ottobre del 1967, una giuria di soli bianchi trovò sette degli imputati, tra cui Price, colpevoli. Nove furono invece assolti e la giuria non raggiunse nessun verdetto su altri tre. Tale sentenza, sebbene non condannava tutti i responsabili degli omicidi, fu vista come una grande vittoria per i diritti civili, poiché in un contesto come quello del Sud diviso dalla segregazione nessuno era mai stato condannato per azioni intraprese contro la violazione dei diritti civili.
Nel mese di Dicembre di quell’anno il giudice Cox condannò definitivamente gli imputati a pene detentive che andavano dai 3 ai 10 anni. Dopo la condanna, egli avrebbe commentato dicendo: “Hanno ucciso un negro, un ebreo, e un bianco. Ho dato loro quello che pensavo che meritassero.” Nessuno degli uomini condannati scontò più di sei anni dietro le sbarre.
Il 21 Giugno 2005, quando ormai erano trascorsi esattamente 41 anni dai tre omicidi, Edgar Ray Killen – ormai ottantenne e da sempre conosciuto come razzista – fu riconosciuto colpevole di tre capi di omicidio colposo e condannato a 60 anni di carcere.
A 24 anni di distanza dai tragici fatti del 1964, la storia della scomparsa ed uccisione dei tre attivisti ispirò il regista Alan Parker che nel 1988 realizzò il film intitolato Mississippi Burning, che vide la partecipazione di Willem Dafoe, Gene Hackman e Frances McDormand.

Alessandro Guardamagna