Quando c’era da sparare Lotta Continua ha preferito le carriere

SMA MODENA
lombatti_mar24

06/02/2014

 

Prosegue l’approfondimento di ParmaDaily sulla lotta armata degli anni ’70 raccontata dalla voce dei NAP (Nuclei Armati Proletari) durante l’incontro pubblico di presentazione del libro di Valerio Lucarelli “Vorrei che il futuro fosse oggi”.

Non tutti i giovani lettori di ParmaDaily sanno cos’era Lotta Continua (LC).
Lotta Continua fu una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare italiana, di orientamento comunista rivoluzionario, che operò tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta.
Nacque nell’autunno del 1969 in seguito a una scissione in seno al Movimento operai-studenti di Torino che aveva infiammato l’estate delle lotte all’università e alla Fiat (l’altra parte si costituì in Potere operaio, con base nel nord-est).

Dalla nascita all’inizio del 1972 LC ebbe forte connotazione spontaneistica, trovando in Adriano Sofri un leader carismatico.

Ad aprile di quell’anno, dal 1 al 3 si svolse a Rimini il Terzo Convegno Nazionale del movimento, al termine del quale si approvò la linea detta dello scontro generale con la borghesia e lo Stato.

Di fatto, da allora al 1974 vi fu un notevole accentramento dell’organizzazione; all’origine di questo cambiamento di strategia ci sarebbe stata la necessità di dotare il movimento di mezzi che concorressero a sostenere l’aumento di intensità nello scontro che proprio il convegno aveva propugnato.

Lotta Continua uscì dall’area extraparlamentare. Nel 1975 LC effettuò a Roma il Primo Congresso Nazionale. Con votazione per la prima volta a scrutinio segreto fu eletto un Comitato nazionale.

Cominciò l’era detta della discussione collettiva e fu presa la decisione di votare alle regionali per il Partito Comunista Italiano.

Il 20 giugno 1976 Lotta Continua si presentò per la prima volta alle elezioni politiche, facendo liste comuni con il PdUP per il comunismo, Avanguardia Operaia e Movimento Lavoratori per il Socialismo. Il risultato non fu elevato: 556.000 voti, 1,51%.

Tra il 31 ottobre e il 5 novembre 1976 Lotta Continua tenne a Rimini il Secondo Congresso Nazionale che vide uno scontro tra il gruppo dirigente e la componente femminista del movimento.

Le svolte verso il parlamentarismo, e l’allontanarsi dall’area extraparlamentare non salvarono però l’organizzazione, che si dissolse proprio dopo quel congresso senza alcuna dichiarazione ufficiale.

La permanenza di membri dell’associazione in ruoli di potenziale influenza sull’opinione pubblica ha fatto sì che si parli spesso di “lobby di Lotta Continua”.

Pasquale Abatangelo (leggi il primo intervento di Abatangelo: “Il contributo di noi Nuclei Armati Proletari al processo rivoluzionario negli anni di Piombo”), uno dei leader dei Nuclei Armati Proletari che ha scontato 30 anni di carcere, risponde così alla domanda sulla diversa sorte toccata ai Nap rispetto di dirigenti di Lotta Continua: “

La risposta è abbastanza semplice: i Nuclei Armati Proletari hanno tentato di fare la rivoluzione insieme ad altre organizzazioni ed essendo sconfitti hanno pagato il prezzo in termini di sangue, morti, carcere. Altri, quando lo scontro di classe è arrivato ad un certo livello, oplà, hanno fatto un passo indietro e fatto delle carriere. Molti dirigenti di Lotta Continua li troviamo oggi dirigere telegiornali e scrivere sui giornali (ndr tra i più noti Gad Lerner, Enrico Deaglio. Paolo Liguori, Giampiero Mughini, Toni Capuozzo, Adriano Sofri, financo il berlusconiano Gianfranco Micciché)

e a raccontarci un sacco di balle, dimenticandosi pure di chi sono stati.
Sembra quasi che la lotta armata fosse una questione privata tra i Nap, le Brigate Rosse e qualche altra organizzazione. Non è così. Di lotta armata in quegli anni parlavano tutti, anche dentro Lotta Continua. Ognuno aveva le sue strutture clandestine, i suoi gruppi di auto-finanziamento e rapinava le banche.. oggi nella ricostruzione storica sembra che Lotta Continua fosse un Fatebenefratelli. Questo è un falso storico notevole. La realtà è che molti dirigenti di quell’organizzazione e studenti di famiglie di un certo tipo… quando il gioco si è fatto duro… beh, si dice che i duri continuano a giocare mentre gli altri avvertono che non tira più l’aria.
I dirigenti di Lotta Continua si sono defilati dalla lotta armata. In questo modo hanno avuto modo di non pagare le conseguenze di questo processo rivoluzionario perchè si sono fermati prima e addirittura di farsi una posizione sociale molto soddisfacente. Mi farebbe piacere avere la possibilità di confrontarmi con loro in televisione o da altre parti. Mi viene da ridere
“.

 

Andrea Marsiletti

 

 

 

 

I video di ParmaDaily dei funerali dell’ex BR Prospero Gallinari (Reggio Emilia, gennaio 2013)