
Io definirei la Libertà come la completa assenza di coercizione.
Faccio mia questa frase del grande Milton Friedman che è purtroppo finita troppo spesso nel dimenticatoio, nella migliore delle ipotesi. Sì, perché in quella peggiore, invece, è stata completamente ignorata se non osteggiata da coloro che detengono il potere pro tempore ai vari livelli di governo.
Dal biennio pandemico in poi la tendenza a centralizzare, limitare e vietare ha subito un’accelerazione fortissima. Una tendenza che in varie forme ha preso sempre più piede soprattutto nelle giunte locali, molto spesso in quelle progressiste. Nel livello di governo più vicino al cittadino, secondo il principio di sussidiarietà, stiamo assistendo incredibilmente al più violento interventismo pubblico nella vita quotidiana di noi singoli.
A Milano una sorta di jihad contro le auto, a Bologna il limite di 30 all’ora e qui da noi?
Non farà magari notizia come in altri grandi capoluoghi di regione ma nella nostra città è ormai consolidata da anni una linea politica miope e ostile alla scelta privata, dai toni etici, pedagogici e autoreferenziali in un modo ormai insopportabile. Non si vuole mettere in dubbio la buona fede della giunta attuale e di quelle passate, si vuole piuttosto smascherare quanto siano sbagliate e nocive le loro scelte che ricadono su tutti noi, quelle scelte che loro stessi non osano mai mettere in discussione, neanche di fronte all’evidenza.
Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e il sindaco Michele Guerra è nostro malgrado il primo della lista. Vi starete chiedendo perché a Parma c’è bisogno di una rivoluzione liberale e di che cosa si tratta. Non è un esercizio di retorica o una nostalgia del 1994, è piuttosto un radicale cambio di paradigma nell’amministrare la città, un abbandono tout court della mentalità che annebbia l’attuale maggioranza.
Mai come ora serve una visione libera da qualsiasi ideologia, contraria a qualsiasi obbligo, divieto, limitazione, regolamentazione della nostra vita privata e anzi aperta ad una stagione nuova di più ampio respiro sui temi fiscali, ambientali e di mobilità, che alla fine sono quelli che ci toccano più da vicino.
Da anni le imposte di competenza comunale come imu e addizionale irpef hanno le aliquote al tetto massimo stabilito dalla legge. La giunta di Guerra, che per provenienza politica ha nelle tasse una grande passione, è ovviamente contenta così ma bisognerà aprire prima o poi una riflessione sul tema fiscale.
Tentare per lo meno un taglio shock che permetta a lavoratori, imprese e proprietari immobiliari di tenersi in tasca più soldi per i loro consumi. Non regge la paura di trovarsi poi con meno risorse per i servizi: gli sprechi di denaro pubblico sono sotto gli occhi di tutti, tra piste ciclabili verso il nulla e finanziamenti alle associazioni del proprio circolino. Per non parlare di tutti quelli non spesi. Sì, perché il comune di Parma si vanta di chiudere i bilanci in attivo come se fosse un’azienda privata. Vedete perché è sempre più rassicurante e soprattutto efficiente una situazione in cui sono i privati ad avere più soldi in tasca piuttosto che un qualsiasi ufficio amministrativo? Nessuna scelta pubblica, infatti, sarà mai migliore di quella del singolo cittadino. Un principio da applicare in qualunque ambito e qui arriviamo alle politiche ambientali e di mobilità, il vero pallino di questa amministrazione che ignora le conseguenze apocalittiche della loro miope crociata contro l’auto privata. Viviamo in un’epoca in cui fa paradossalmente scalpore la frase di Donald Trump pronunciata durante il suo insediamento: “potrete acquistare l’auto che volete”. Ci mancherebbe altro, verrebbe da dire.
Eppure c’è chi diventa pazzo di fronte ad un’affermazione del genere. Sicuramente seminerebbe il panico nella giunta di Michele Guerra che ha iniziato da anni la suddetta crociata contro l’auto privata, colpevole secondo questi signori di essere troppo impattante. Una crociata costosissima per altro. Non per loro, certamente, ma per quei cittadini che si trovano ad essere possessori di un’auto che da un giorno all’altro viene messa fuori legge. Vedete qual è la contestazione su cui si incardina tutto il discorso?
TEODAILY
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Un’amministrazione non dovrebbe mai entrare in modo così pervasivo nella nostra quotidianità, pretendendo addirittura di modificare i nostri usi, consumi e abitudini. Non ci provate, non rinunceremo alle nostre comodità per adeguarci alle vostre folli politiche green, così come non andremo a 30 all’ora perché ce lo impone un qualsiasi assessore alla mobilità. Leave us alone.
Parma ha una grande opportunità tra un paio d’anni: liberarsi di tutta quella roba che l’ha portata nella condizione in cui è ora: via il green, la ztl verde, le multe selvagge, gli sfalci ridotti, le tasse ai massimi livelli, la gestione superficiale della sicurezza, il linguaggio inclusivo, la neutralità climatica e potrei andare avanti per ore. L’opportunità di un radicale cambio di strategia è quella cui accennavo in precedenza: fare di Parma una città amica dell’impresa, del commercio e della scelta privata. Sarebbe una rivoluzione vera e propria, in questi anni di ossessiva centralizzazione. Far sì che diventi un ambiente in cui il singolo scelga consapevolmente di stabilirvi la propria famiglia e la propria attività per le condizioni fiscali e sociali che Parma potrà offrire.
La ricchezza e la ricerca del benessere hanno sempre funzionato, l’oppressione fiscale e la mano pubblica che ti arriva anche in garage non lo hanno fatto mai.
Lorenzo Bertolazzi, Missione Parma