“A Parma la gente cambia presto i propri gusti sui locali”

13 Ottobre 2009
SMA MODENA

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Nei locali a Parma e Reggio Emilia
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13/07/2009
h.11.50

Intervista a Dj Paolino (nella foto a destra) della discoteca Eden di Reggio Emilia che due anni fa si trovava a Parma.

Che tipo di discoteca è l’Eden? Quali le sue caratteristiche e punti di forza?
Possiamo definirla una situazione di tendenza.
I punti di forza sono sicuramente la scelta artistica, mirata ad ospitare dj prestigiosi e internazionali.

A quale tipologia di clientela si rivolge e quali serate organizza?
La serata è il sabato; il pubblico va dal 18enne in su.

Qualche anno fa l’Eden era a Parma, adesso è a Reggio Emilia. Quali differenze avete notato tra parmigiani e reggiani in termini di volontà e aspettative di divertimento notturno?
Mah.. credo che la voglia e la ricerca del divertimento siano simili in tutto il mondo.
Ci siamo spostati da Parma per approdare in un locale più adatto alle nostre esigenze, con un sound system eccellente ed un impianto luci e video veramente eccezionali.

A Parma una discoteca vostra “concorrente”, il Mafalda, ha chiuso. Adesso c’è la novità della Gold Generation. Secondo te perchè un locale va tanto bene una stagione e poi in quella dopo repentinamente chiude?
Parma, più di ogni altra realtà, è soggetta a mode e tendenze temporanee; la gente cambia presto i propri gusti sui locali. Il Mafalda ha fatto due anni discreti, la scelta di cambiare nome e ristrutturare il locale è corretta. Ma preferisco parlare della mia situazione….

Quali saranno le sorprese che riserverà la nuova stagione dell’Eden?
Sicuramente la scelta artistica: Dan Ghenacia, Pig e Danb, Rame, Chris Liebing, Johnny d., Party Mobilee anja schneider, Andre’ Galluzzi, Ilario Alicante, Mirko Loco, Party Minus, Ralf.
Poi un impianto rinnovato, due laser, effetti visual.

Quanto credi contino le pubbliche relazioni nel successo di un locale, e quanto invece la qualità musicale proposta?
Fondamentale è proporre un buon prodotto musicale, seguire le tendenze anche straniere e proporle nella giusta chiave. Fatto questo bisogna avere una squadra affiatata, coinvolta e che creda nelle scelte della direzione artistica.
Direi un 50% e 50%. 

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