“Il magnifico rettore dell’Università di Parma, Loris Borghi, si deve dimettere per il bene della città. Lo scandalo che sta travolgendo, ingiustamente, l’immagine della sanità locale, che non merita questa umiliazione, deve essere chiuso. Noi siamo sicuramente garantisti, la giustizia farà il suo corso, ma nel frattempo non si può continuare a permettere un così grande danno d’immagine”.
Questo il pensiero di Luigi Alfieri, candidato sindaco della lista civica Alfieri per Parma che aggiunge: “Bisogna tutelare la stragrande maggioranza di chi lavora in ospedale con capacità, impegno e onestà. L’Università di Parma è parte determinante nella vita del nosocomio cittadino e in questa vicenda ha svolto un ruolo negativo ben sottolineato dai titoli dei giornali: l’ospedale aveva cercato di sospendere Fanelli ma l’Università si era opposta, recita la Gazzetta. Se la sospensione fosse stata fatta per tempo, forse, la vicenda delle sperimentazioni di farmaci illegali avrebbe avuto un andamento mediatico ben diverso.
L’università e l’ospedale sono due delle più importanti aziende cittadine. Tengono alto il prestigio di Parma e sono un forte volano dell’economia locale. Le migliaia di studenti che frequentano l’ateneo rendono vivo il mercato immobiliare e sono un forte sostegno per il commercio. Una larga fetta delle presenze alberghiere cittadine sono garantite dai parenti dei degenti del Maggiore. Sono urgenti decisioni per salvaguardare l’immagine dell’una e dell’altro.
All’ospedale lavorano 500 medici ospedalieri, 130 universitari e 3500 operatori sanitari. Vanno tutelati. In capo al magnifico rettore non c’è solo un avviso di garanzia, che in sé non implica nulla in quanto è un atto a tutela dell’indagato, ma una responsabilità che gli viene dal suo ruolo prestigioso, il quale comporta onori, ma anche gravi oneri. Su tutto questo attendiamo il parere del sindaco che, secondo la legge è autorità sanitaria locale ed è anche presidente della conferenza sociale e sanitaria territoriale”.
“L’inchiesta che ha coinvolto l’ospedale di Parma è un fatto grave che non va sottovalutato: siamo certi che la magistratura farà il suo dovere e accerterà con velocità e correttezza eventuali responsabilità. Questo ennesimo caso, però, sottolinea che a Parma c’è una questione morale da affrontare tutti insieme: istituzioni, forze economiche e sociali della città. Su questi temi il Partito democratico sarà in prima fila e a disposizione per una discussione con la città”.
Gianpaolo Serpagli, segretario provinciale del Partito democratico di Parma, interviene sull’inchiesta Pasimafi chiedendo che non venga fatto di ‘tutta l’erba un fascio’.
“Chi oggi, incautamente, chiede il commissariamento della dirigenza l’azienda Ospedaliera sbaglia obiettivo e dimostra di essere in malafede: è stato proprio il direttore generale Massimo Fabi a denunciare quanto stava accadendo oltre un anno fa, chiedendo la sospensione del Dottor Fanelli ma il comitato dei Garanti, che fa capo all’Università, non ha accolto la sua proposta. Le responsabilità, quindi, vanno cercate altrove”.
Secondo il segretario provinciale, quanto emerge dall’inchiesta, è comunque molto preoccupante. “Dalle notizie che abbiamo – spiega Serpagli – è stato scoperto un sistema dedito alla corruzione in un settore molto delicato come la sanità, questo cancro deve essere sradicato con forza. Se pensiamo agli ultimi anni, la nostra città è stata spesso in prima pagina per casi di malaffare e questo deve spingerci a riflettere in maniera approfondita su quanto sta accadendo, un invito a ragionare insieme sul futuro di Parma che allargo a tutte le istituzioni”.
Per l’esponente Pd, però, si deve essere attenti a non generalizzare. “Siamo certi che la stragrande maggioranza dei dipendenti del Maggiore operi nel migliore dei modi e onestamente al servizio dei pazienti, a loro e ai dirigenti che per primi hanno denunciato il malaffare, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. L’ospedale cittadino è il secondo hub in Emilia-Romagna: poche mele marce non possono certamente mettere in dubbio le capacità di centinaia di professionisti che hanno dedicato la loro vita alla cura degli altri e che, ogni giorno, fanno il proprio difficile lavoro con attenzione e dedizione”.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria comunica che il Comitato dei garanti ha accolto la richiesta del provvedimento disciplinare nei confronti di Guido Fanelli e di Massimo Allegri che pertanto sono sospesi per 3 anni dall’attività assistenziale svolta presso il reparto di 2° Anestesia rianimazione e terapia antalgica.
“Se le accuse saranno confermate – ha dichiarato il direttore generale dell’Ospedale di Parma Massimo Fabi – l’Azienda sanitaria si considera parte lesa in questa vicenda e sta valutando i danni materiali e d’immagine subiti, a tutela dei tantissimi operatori della sanità che tutti i giorni si impegnano con serietà e passione nel loro lavoro”.
L’Azienda comunica inoltre che la nomina immediata, avvenuta di concerto con l’Università di Parma, di Maurizio Leccabue alla guida dell’unità operativa in qualità di direttore facente funzione ha garantito il pieno funzionamento del reparto e la presa in carico dei pazienti. Il dottor Leccabue ha incontrato il personale sanitario e gli specializzandi dei due servizi di anestesia dell’Ospedale Maggiore per ripartire con chiarezza e trasparenza. A cominciare da subito.
“Stiamo effettuando tutte le verifiche – spiega il dottor Leccabue – e possiamo affermare che non ci sono problemi clinici per i pazienti. Si è trattato, in alcuni casi, di mancato rispetto delle procedure formali previste dalla legge senza impatto sulla salute dei cittadini. Questo lo rimarco con decisione: “Non è in discussione la bontà dei farmaci, ma la procedura”.
Per fornire ogni spiegazione ai pazienti l’Azienda Ospedaliero-Universitaria ha attivato un numero telefonico di riferimento cui risponderanno i medici individuati dal nuovo direttore dell’Unità operativa Maurizio Leccabue. (telefono: 334.6077 983).
L’oltraggio alla tutela della salute delle persone, il danno economico ad un’azienda pubblica, l’ipotizzata corruzione di pubblici dipendenti per favorire i profitti di aziende e multinazionali private, raccolgono oggi la denuncia e la riprovazione di tutte le forze politiche e sociali.
Il Partito Comunista denuncia, oggi come ieri, che questo stato di corruzione è frutto e componente permanente del sistema economico nel quale viviamo: il capitalismo.
Sono i grandi monopoli economico finanziari, tra i quali le grandi multinazionali farmaceutiche, che hanno indirizzato i governi nazionali e sovranazionali come l’Unione Europea a promuovere leggi che tagliano, privatizzano ed aziendalizzano anche il sistema sanitario, un sistema che dovrebbe essere totalmente pubblico. Gli slogans a sostegno di queste politiche erano: conteniamo la spesa, privato è bello ed efficiente, la sussidiarietà è la sfida del futuro. Il futuro è già oggi.
Quando un bene pubblico si assoggetta alle leggi del mercato e del profitto, ogni azione conseguente è consentita: è la concorrenza signori!
Allora noi comunisti ci domandiamo: quando i governi di centrosinistra (PD in testa) aprivano la strada e i governi di centrodestra la spalancavano per far entrare il modello e le aziende private nei servizi pubblici, togliendo diritti alle fasce più deboli della popolazione, dove stavano e cosa facevano le anime belle che oggi gridano allo scandalo?
Stavano e sostenevano quei governi!
Il Partito Comunista si batte per la difesa dei diritti primari come il diritto alla tutela totalmente pubblica della salute e richiama la necessità di organizzare un’ampia alleanza sociale popolare che si mobiliti per la riconquista dei nostri diritti e la vigilanza su fatti come quelli accaduti a Parma in questi giorni.
Laura Bergamini
Candidata a Sindaco per il Partito Comunista / Federazione di Parma