Alice Altzeni è la presidente dell’associazione Arcimboldo e fondatrice del nuovo stile educatrice che essa propone nella nostra città.
L’abbiamo intervistata.
In cosa consiste lo stile educativo Arcimboldo?
Lo stile educativo Arcimboldo si basa sulla fusione di tre importanti metodi educativi: il metodo Montessori, la pedagogia steineriana e la pedagogia della relazione. La contaminazione tra i tre stili educativi ha fatto nascere Arcimboldo. Il nostro approccio tiene sempre in considerazione i cambiamenti storico-sociali, pur ritenendo importante proporre ai bambini un ambiente educativo pensato in relazione ai tre stili. In questo vi sono due veri e propri metodi, che però coesistono in un unico setting educativo.
La sfida è cercare di capire, attraverso l’osservazione e la rilevazione di dati, come i bambini reagiscano e si approccino allo spazio e ai materiali pensati in relazione ai tre stili.
Qual è la differenza tra una sezione tradizionale e una sezione sullo stile di Arcimboldo?
La differenza si trova principalmente nella predisposizione dello spazio che è composto da diversi materiali (riferibili ovviamente ai tre stili), e angoli dedicati alle attività necessarie allo sviluppo relazionale/emotivo, motorio e cognitivo. Gli spazi saranno di tipo simbolico per richiamare la pedagogia della relazione, ma anche scientifici per rimanere fedeli al Montessori, e infine, per quanto riguarda la pedagogia steineriana, saranno pensati e predisposti per il potenziamento dell’empatia così da rievocare in loro aspetti più spirituali/ olistici.
Dove avete iniziato a applicare questa pratica educativa?
Abbiamo iniziato nel piccolo gruppo educativo all’interno dello spazio Lostello situato nel parco della Cittadella di Parma. Siamo partite con la condivisione del progetto e della mission cercando di rimanere sempre in una posizione di apertura proprio per lasciare evolvere il precorso, in modo tale che il tutto possa diventare ancora più stimolante. Ovviamente la formazione è alla base del percorso, e infatti ci occupiamo principalmente di questo. A settembre dovrebbe attivarsi un ulteriore servizio educativo sullo stile Arcimboldo, grazie alla collaborazione e alla volontà delle associazioni Panacea e Pozzo di Sicar. A breve incontreremo un’altra realtà prestigiosa della città con la quale speriamo di avviare un’altra sperimentazione.
Questo progetto è una sfida, cosa vi aspettate?
Noi ci aspettiamo di lasciare un piccolo segno nel nostro percorso di vita, perché ciò che ci guida è la volontà di esserci per qualcosa di bello e condiviso. Vorremmo poter offrire alla collettività una valida alternativa educativa, lasciando il bambino libero di scegliere lo stile educativo che più gli appartiene, e questo può avvenire solo se vi sono a disposizione più stili contemporaneamente. La nostra città è molto preparata in termini educativi e le nostre scuole sono ottime, ma Arcimboldo non toglie nulla, anzi aggiunge, e noi siamo qui perché crediamo in un futuro pieno di entusiasmo e apertura.
Quella croce lungo l’A1 all’uscita “Parma”… la SCIC scrive una pagina di Vangelo (di Andrea Marsiletti)
Avete intenzione di coinvolgere altri enti?
Si, vorremmo poter coinvolgere anche l’Università affinché il percorso mantenga la linea della ricerca, questo è ciò che stiamo cercando di fare. I bambini sono il nostro futuro, e il futuro va coltivato in modo competente.
Qual è tema guida di questo stile educativo?
La natura, perché ricondurre i bambini allo “stato naturale” che abbiamo perso nel tempo, è fondamentale per ritrvarsi, e per imparare a rispettare il contesto ambientale in cui viviamo. Noi vorremmo crescere bambini green e consapevoli. Grazie a ciò che la natura offre i bambini potranno imparare la matematica, la fisica, e la geometria. Anche la cultura è tra i temi portanti perché anche grazie all’arte, per esempio, possiamo sperare di generare curiosità, ed è solo la curiosità a condurci oltre i confini del noto.
Un consiglio alle nuove generazioni?
Studiare, appassionarsi, ma soprattutto non demordere. La tenacia è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questa società che ci invita ad arrenderci, e ne avremo sempre più bisogno in futuro perché i sogni non si rincorrono, ma si decidono, e se si decidono bisogna imparare a rimboccarsi le maniche, perché nessuno regala nulla. Credo però che questa non sia una condanna, bensì un regalo perché, quando si raggiunge un obiettivo attraverso la fatica e l’impegno, il traguardo è più bello che mai. PrD
 
			        
