
Con il presente comunicato si intende segnalare il positivo esito di un’attività di indagine seguita dai Carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica, che si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza in carcere a carico di un soggetto di origine sarda, residente in Reggio Emilia, classe 1970.
Nell’ambito del programma sulla “sicurezza in città”, perseguito dalla Procura della Repubblica di Parma con l’ausilio degli organi di Polizia Giudiziaria, nei giorni scorsi si è concretizzata l’ennesima operazione che ha avuto ad oggetto condotte illecite consumatesi in danno di luoghi di sepoltura pubblici e altre strutture religiose situate nella provincia di Parma e Reggio Emilia.
Da tempo, come già evidenziato in passato, la Procura di Parma ha adottato un modulo investigativo innovativo, grazie al quale non si mira a perseguire, separatamente, singoli episodi delittuosi, bensì -attraverso l’impegno costante delle forze di Polizia- si cerca di trattare congiuntamente, dal punto di vista giudiziario, una serie di reati contro il patrimonio (furti, rapine, ricettazioni) che appaiono riconducibili alla medesima mano.
In sostanza man mano che, in Procura, pervengono le singole notizie di reato relative a specifici fatti-reato per i quali si appuntano sospetti su singole persone, i relativi procedimenti non vengono trattati singolarmente ed in ordine sparso, ma vengono riuniti per nominativo, nel senso che (dopo una ricerca sul sistema informatico della Procura) i fascicoli relativi allo stesso indagato vengono assegnati ad un solo Magistrato, che così risulta in grado di valutare nel suo complesso fatti apparentemente diversi (perché compiuti in giorni differenti), ma che magari presentino le stesse caratteristiche.
Spesso, poi, gli episodi delittuosi vengono ripresi da telecamere di sorveglianza, ed allora raffrontando i filmati (o le immagini che vengono estrapolate dai filmati), al Magistrato assegnatario dei procedimenti vengono fornite caratteristiche antropomorfiche, indicazioni sullo stesso modus operandi, e persino talvolta emerge il medesimo abbigliamento indossato dall’autore dei reati nei vari episodi delittuosi.
La visione unitaria di queste varie scene del crimine consente alla Procura di meglio valutare se il soggetto, che si presume autore dei reati, sia o meno una persona pericolosa, ed in tal modo verificare se sussistano, o meno, i presupposti per avanzare al Giudice una richiesta di misura cautelare e, nello specifico, quale tipo e di quale natura.
Inoltre, una volta raccolti tutti gli elementi indiziari a carico di un indagato seriale, al di là di una richiesta cautelare, si riesce a celebrare un unico processo (e non tanti processi separati, come avveniva sino a poco tempo fa); tutto ciò consente un notevolissimo risparmio di tempo e di energie processuali, tanto più che, spesso, l’indagato ed il suo difensore optano per un rito alternativo (rito abbreviato o patteggiamento).
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Tornando allo specifico episodio degli ultimi giorni, va detto quanto segue.
L’attività dei “furti seriali” riguarda tal Ghiani Alessio, soggetto noto agli inquirenti in quanto già condannato più volte per vari delitti contro il patrimonio.
Le investigazioni -effettuate dalla Stazione Carabinieri di Sala Baganza (PR) coordinate dalla Procura della Repubblica- hanno riguardato il citato soggetto, a cui vengono contestati almeno 21 furti, commessi dal 29.09.2024 al 07.12.2024, in danno di una chiesa e numerosi cimiteri ubicati sul territorio della provincia di Parma e Reggio Emilia.
Il modus operandi adottato è stato sempre lo stesso: l’autore ha agito attraverso uno schema operativo ben collaudato, che partiva dall’individuazione di un cimitero isolato, privo di sistemi di videosorveglianza e poco illuminato, dove poi poter agire indisturbato, tanto da concretizzare l’azione delittuosa in un lasso di tempo relativamente breve.
In particolare l’indagato è risultato specializzato soprattutto nei furti di rame. Si introduceva all’interno delle aree cimiteriali, a seconda dei casi, scavalcando il muro di cinta, oppure utilizzando delle scale o tagliando la recinzione metallica perimetrale, entrando col proprio veicolo all’interno dell’area. Successivamente staccava i pluviali di rame dalle cappelle gentilizie, nell’ordine di diverse
decine per volta, li occultava all’interno dell’autovettura utilizzata per il trasporto del materiale (un Suv risultato già sottoposto a sequestro, che conduceva illecitamente, essendo sprovvisto di patente di guida poiché ritiratagli), per poi dileguarsi, causando un danno quantificabile in oltre 50 mila, e procurando nel compimento di tali delitti, danni sostanziali per il rispristino dei manufatti asportati.
In particolare si tratta dei seguenti episodi:
- tra il 29 settembre e 10 ottobre 2024, presso il cimitero della località Mattaleto, nel comune di Langhirano;
- in data 14 ottobre 2024, presso il cimitero comunale di Bibbiano (RE);
- in data 27 ottobre 2024, presso il cimitero comunale di Traversetolo e precisamente dei pluviali, delle grondaie e dei due tubi di scolo di due distinte private cappelle ivi esistenti del valore complessivo di € 2.000,00, danneggiandone altresì il tetto;
- tra il 29 ottobre e il 30 ottobre 2024, presso il cimitero di Castellarano (RE), di 5 pluviali e 60 pezzi di pluviali (asportate da circa trenta edicole funerarie di proprietà di 4 privati cittadini);
- in data 4 novembre 2024, dalla Chiesa di San Ruffino di Scandiano (RE) (4 metri lineari di tubo pluviale in rame e 5 terminali del pluviale da 100 mm);
- dal 13 al 14 novembre 2024 presso il cimitero di Felino sito in Via Verdi, previa effrazione e rottura del lucchetto di chiusura di un cancello secondario d’ingresso al cimitero (23 pluviali in rame fissati alle mura del cimitero);
- dal 15 al 19 novembre 2024 presso il cimitero di Sala Baganza (ventuno pluviali in rame per un valore complessivo di € 22.000,00);
- il 19 novembre 2024 e il 20 novembre 2024, presso il cimitero di località Mattaleto nel Comune di Langhirano (circa venti pluviali di rame);
- dal 21 e al 26 novembre 2024, presso il cimitero di Medesano (numerosi pluviali di rame dalle cappelle di 5 diverse famiglie);
- in data 30 novembre 2024, presso il cimitero di San Martino Sinzano di Collecchio ubicato in Strada Castellina s.n.c. (quattro pluviali);
- in data 4 dicembre 2024, presso il cimitero di Felino, in località Cevola (numero indeterminato di pluviali di rame);
- in data 6 dicembre 2024, nel cimitero di Sala Baganza frazione San Vitale (tredici di pluviali in rame per un valore di € 1000,00);
- in data 7 dicembre 2024, presso il cimitero di Torrechiara in Langhirano (otto pluviali di rame, per un totale di circa 50 kg e un valore complessivo di € 2000,00).
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Le indagini, che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del Ghiani, sono state condotte dalla Stazione dei Carabinieri di Sala Baganza e originate grazie alla segnalazione di un cittadino. Supportate da riscontri fotografici, si sono concentrate sull’approfondita analisi dei tabulati concernenti l’utenza telefonica a lui in uso, incrociando i dati emersi con gli elementi raccolti dai lettori di targhe dislocati nei pressi dei diversi obiettivi depredati, il che ha consentito di accertare come il reo si recasse presso i cimiteri comunali, nelle ore serali-notturne o all’alba, sfruttando le condizioni di scarsa visibilità, rimanendovi per pochissimo tempo.
All’esito degli accertamenti, a richiesta della Procura, il G.I.P. di Parma -dopo il c.d. “interrogatorio preventivo”, nel corso del quale l’indagato ha ammesso gli addebiti, riferendo che i furti erano stati commessi a causa di non meglio specificate difficoltà nell’ambito lavorativo- ha emesso una misura cautelare personale in carcere, onde prevenire la reiterazione dei reati, considerata la sistematicità e la gravità degli episodi e la negativa personalità dell’indagato (già più volte condannato).
Pertanto, in esecuzione di tale misura, nei giorni scorsi i Carabinieri hanno rintracciato il 54enne dichiarandolo in stato di arresto.
L’uomo è stato condotto presso il carcere di Reggio Emilia, ove nel rispetto della presunzione di innocenza, si trova in attesa della conclusione delle indagini e nella ovvia possibilità di esporre all’Autorità Giudiziaria la propria posizione al cospetto delle accuse che gli vengono mosse.
Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino