
28/03/2012
h.17.50
Nell’epoca della democrazia “in tempo reale” dei social-network e delle campagne elettorali a colpi di “tweet”, Paolo Buzzi, candidato sindaco del PdL, lancia la sua proposta per una Parma più coinvolta ed ascoltata, più trasparente grazie alle nuove tecnologie.
«Oggi – spiega Buzzi – stiamo assistendo alla cannibalizzazione dei social-media da parte della politica: non c’è candidato che non preveda di invadere la rete con i propri tweet o i propri post, cosa, per altro che faremo anche noi somministrando quotidianamente ai parmigiani i punti del nostro programma. Ma fin non c’è nulla di nuovo, sono cambiati solo gli strumenti e Twitter o Facebook hanno preso il posto dei vecchi “santini elettorali”».
«Di certo invitare gli elettori a mandare un tweet non basta. Il vero passo in avanti sarà riuscire a coinvolgere maggiormente la città nei processi decisionali attivando degli strumenti di consultazione e di ascolto di tutti i cittadini».
«Il nuovo sindaco di Parma dovrà misurarsi quotidianamente con gli umori ed i sentiment dei parmigiani, imparando ad ascoltare la città prima delle grandi scelte. Non è certo indicendo un referendum abrogativo che si da spazio ai cittadini ma, semmai, interpellandoli preventivamente per conoscere la loro opinione su di una determinata questione. Cosa che, per altro, è già stato fatto, ad esempio, col “voto” sui progetti del Bilancio partecipativo e non è più fantascienza: si chiama, infatti, WikItalia il progetto di open-data e open-government – un protocollo che consente ai cittadini di dialogare direttamente con le istituzioni attraverso Internet – a cui ha già aderito il Comune di Firenze».
Ma non solo nuove tecnologia. La democrazia reale che proponiamo per Parma passa anche dalla ridefinizione dei ruoli delle Consulte tematiche permanenti; o attraverso l’ascolto di tutte le realtà sociali, produttive e professionali in occasione della stesura del bilancio previsionale; o, ancora, con revamping dei servizi di ascolto permanete dei cittadini – il già sperimentato “Ufficio esposti” – anche attraverso il protocollo WE DU, che consente di la segnalazione diretta di una problema col proprio smartphone».
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