Bagnacani scelto a Reggio insieme al Pd reggiano?

SMA MODENA

19/02/2013

Il caso del nuovo vicepresidente di Iren Lorenzo Bagnacani continua a riservare sorprese e a sollevare più di un dubbio.
Qualche giorno fa il sindaco Pizzarotti ha liquidato la polemica documentata dai giornali (in primis da ParmaDaily) con la frase: “Conflitto di interessi? Assolutamente no, anche la stessa Iren lo ha detto. E’ solo un maldestro attacco politico”. Una risposta deludente perchè priva di qualsiasi argomento di merito.
Comunque nessun “maldestro attacco politico”, quelle di Ghiretti (Parma Unita), Guarnieri (Altra Politica), Buzzi e Filippi (Pdl), Reggiani (Sel), Pagliari e Dall’Olio (Pd) sono state critiche puntuali.
Piuttosto si intravede un accordo tra il M5S e il Pd di Reggio Emilia.
Il 4 febbraio, infatti, il consigliere comunale grillino Matteo Olivieri ha presentato un ordine del giorno (leggi il testo odg) in Consiglio a Reggio Emilia, approvato grazie al voto favorevole del Pd, nel quale è richiesto al nuovo vicepresidente di Iren un unico e peculiare requisito per la nomina, ovvero “forti competenze in materia di energie rinnovabili”. Un interessamento profetico dal momento che due giorni dopo viene nominato in Iren Lorenzo Bagnacani, guardacaso reggiano, guardacaso, amministratore di una società di energie rinnovabili, guadacaso, non criticato per il suo conflitto di interessi dai democratici reggiani (a differenza di quelli parmigiani).
Detto questo, ci sono altri aspetti che lasciano perplessi.
Innanzitutto non si capisce a che titolo sia il Comune di Reggio Emilia a stabilire i requisiti del vicepresidente di Iren e non quello di Parma a cui, per i patti parasociali della multiutility, compete la nomina.
E sorprende che il Pd di Reggio Emilia abbia votato a favore così a cuor leggero, senza conoscere la designazione finale, ad un ordine del giorno così specifico nelle competenze, considerato che Iren opera in tantissimi altri campi (rifiuti, acquedotti, fognatura, depurazione, telecomunicazioni, gas…) e che la quota del suo fatturato in energie rinnovabili e a dir poco marginale. Evidentemente era a conoscenza del nome e lo aveva concordato con il M5S. Trovare un’intesa col Pd su un nomina non è in sé qualcosa né di sbagliato né tantomeno di grave; fa meraviglia, però, che gli accordi li stringa chi ha fatto della lotta al Sistema dei partiti la sua bandiera.
La domanda finale è questa: ma il nuovo vicepresidente di Iren è stato scelto a Parma come prevedono i patti parasociali o a Reggio Emilia?
Visto che si dovrebbe trattare di una nomina di “rappresentanza territoriale” e che si fa un gran parlare della necessità di preservare la presenza di Parma all’interno della governace di Iren la questione non è di poco conto.

Andrea Marsiletti