
18/10/2009
h.18.30
“Un’iniziativa con risvolti culturali e storici di grande e positiva rilevanza e per certi aspetti anche coraggiosa”.
Con queste parole il vice capogruppo in Consiglio comunale di Impegno per Parma, Giuseppe Pantano, ha espresso apprezzamento per le nuove intitolazioni di vie, piazze e strade deliberate dall’amministrazione comunale.
“Condivido pienamente che i luoghi della nostra città ricordino le vittime del terrore ideologico, religioso e mafioso, colpevoli per i loro carnefici solo di essere Italiani e di lavorare per la giustizia, la libertà e la democrazia, così come grandi personaggi della cultura, dell’arte dello spettacolo e del giornalismo che hanno dato lustro all’Italia – ha quindi proseguito il consigliere comunale di maggioranza – Voglio però ringraziare l’amministrazione comunale e in particolare l’assessore Fecci per un’intitolazione particolarmente significativa tra tutte quelle previste, perché non così scontata e che quindi per essere effettuata ha avuto bisogno di maggiore coraggio rispetto alle altre. È quella ad Oriana Fallaci, paladina della libertà nel corso di tutta la sua vita, come donna, giornalista, scrittrice e italiana che ha difeso, con coraggio e tenacia, questo ideale fondamentale nel distinguere la civiltà dalla barbarie, dapprima contro tutti i totalitarismi che hanno insanguinato il secolo scorso, siano stati rossi o neri o di altro colore politico, e poi contro il terrore oscurantista del fondamentalismo islamico”.
Molto positivo anche il parere di un altro consigliere comunale di maggioranza, Massimo Moine, esponente di spicco del PDL di cui è vice coordinatore provinciale: “Un’ottima operazione che serve per rinsaldare la memoria nazionale a Parma, non solo attraverso l’intitolazione a illustri grandi artisti e letterati italiani, ma anche attraverso il ricordo dei Martiri delle Foibe, vittime dell’odio ideologico comunista e straniero, per troppi anni rimaste nell’oblio, dei Caduti di Nassirya, servitori della Patria il cui sacrificio per la libertà e la democrazia in un paese lontano non può essere dimenticato e di un uomo di chiesa, Don Giuseppe Diana, assassinato per essersi opposto alla barbarie criminale e mafiosa della Camorra”.