Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso di formazione per docenti dal titolo “La scuola non si arruola”, organizzato dagli enti accreditati: Cestes-Proteo e Osservatorio contro la militarizzazione delle Scuole e delle Università.
Con relatori qualificati si voleva avviare un dibattito sull’educare alla Pace, alla risoluzione pacifica dei conflitti, alla transizione verso un vivere equo e sostenibile. La data era il 4 novembre, perché, dall’anno scorso, è “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate” e poteva essere, pur nel massimo rispetto delle iniziative istituzionali previste, una buona occasione per parlare di Pace e rifiuto dei nazionalismi esasperati. Inserito sulla piattaforma ministeriale SOFIA, il corso prevedeva l’esonero dal servizio per i partecipanti.
Si sono iscritti oltre 1.200 insegnanti da tutta Italia. A pochi giorni dall’inizio il MIM ha revocato l’accreditamento, rendendo impossibile fruire del permesso per formazione, esponendo i docenti al rischio di sanzioni disciplinari. La motivazione del MIM lascia basiti: “l’iniziativa ‘La scuola non si arruola’ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti.” Dunque la Pace non sarebbe oggetto di riflessione pedagogica. Ma formarsi su pratiche di non violenza è nel mandato costituzionale all’art. 11: “L’Italia ripudia la guerra”.
L’idea di società e la visione educativa del nostro sciagurato tempo (e governo) vedono prevalere la cultura della forza e la cancellazione di un corso di formazione è un atto gravissimo che riporta a spettri di censura e al tentativo di imporre alla scuola interessi e ideologie di parte. Il tema della guerra tragicamente attuale chiede educatori consapevoli e liberamente formati. Tutte le agenzie educative (scuola, famiglia, società) devono agire poiché la Pace si impara anzi si deve imparare e serve farlo col dibattito pedagogico, politico e sociale.
“La scuola non si arruola” non può essere definita “propaganda a spese del contribuente” ed educare alla Pace è pedagogia, è emergenza contro le povertà educative – come richiamate da Papa Leone XIV con l’epistola apostolica Disegnare Nuove Mappe di Speranza presentata al Giubileo degli educatori in cui ha chiesto di educare alla “Pace disarmata e disarmante”! Il mondo educativo vuole sia valorizzato il messaggio della non violenza e del vivere senza ostilità: prova ne è la recente presenza grata degli I.C. di Parma al Tavolo della Pace voluto da questa Amministrazione. Ma qual è la Scuola che si vuole? Mi domando ricordando il desiderio di introdurre nei programmi scolastici iniziative di stampo militarista, come la valorizzazione della Xa Mas.
E qui siamo ben oltre la propaganda: siamo alla deriva! Per l’attacco alla libertà di insegnamento tante le reazioni del mondo della scuola, dei sindacati e della politica. Il ministro Valditara chiarisca su tale fatto inaccettabile e riconosca senza ambiguità che non può essere vietato educare alla Pace.
Gabriella Corsaro, consigliera comunale gruppo PD


