Comitato No Antenne: “Vanno avanti, ci è crollato il mondo addosso”

SMA MODENA

Come tutte quelle cose che non vuoi che accadano, cerchi di allontanare il pensiero.

Sapevamo che il 2 maggio era stato firmato l’atto di autorizzazione unica e con esso il contratto di concessione del terreno per l’installazione dell’antenna radio base alla società Wind Tre S.p.A., ma finché il cantiere non ha inizio, non è lì, concreto e visibile, resta una prospettiva che vuoi allontanare.

Ieri, 30 giugno, nel piazzale, sono stati esposti i cartelli di rimozione coatta per i futuri lavori.

A tutti noi del comitato, ai residenti, agli studenti, a chi abita qui o nei dintorni, da anni o da pochi giorni, è crollato il mondo addosso; ci è arrivata tutta in un momento la delusione e la frustrazione per quanto i nostri tentativi di dialogo con l’amministrazione siano stati vani e per quanto verrà realizzato.

Nella mattinata di oggi 1° luglio, lentamente una folla sempre più numerosa si è avvicinata a vedere la cartellonistica che avvisa la cittadinanza e lo sconforto è stato grande. In molti erano increduli del fatto che qualcuno abbia potuto prendere una decisione come questa.

Che in fin dei conti non è stata una decisione tecnica, in quanto il gestore, facendo il suo dovere e rispettando i regolamenti e le leggi, ha fatto un’istanza al comune per la realizzazione di un’opera che ritiene necessaria per la fornitura del suo servizio e, che ribadiamo, è un servizio primario. Ma una volontà politica. La volontà politica di non voler ascoltare i cittadini.

Questa è l’opinione di molti che vivono qui e nei dintorni ed è bene che l’amministrazione lo capisca.
Le occasioni di dialogo sono state ricercate in ogni modo dai cittadini e del comitato NO ANTENNA.
Nei CCV portando noi all’ordine del giorno l’argomento. Cercando di incontrare l’assessore Borghi e il sindaco Guerra, nelle occasioni più disparate, non con incontri o inviti specifici, sottolineando sempre le nostre istanze, e ottenendo sempre come risposte “la ricerca di una soluzione condivisa” o “la possibilità di chiedere al gestore una delocalizzazione”.

Promesse non mantenute. Anzi tutte le volte che, in qualche modo, riuscivamo a strappare una risposta dagli interessati, quella che ritenevamo una presa d’impegno da parte loro, l’impressione è sempre stata che la procedura si velocizzasse ancora di più per portare alle firme conclusive.

Ancora oggi stiamo aspettando un documento ufficiale dove gli uffici competenti del comune abbiano provato a chiedere al gestore una delocalizzazione dell’opera e tanto meno la risposta del gestore in merito. Cosa difficile se la richiesta non è mai arrivata.

La prima vera possibilità di dialogo è arrivata solo il 15 giugno scorso, nel corso della IV Commissione, nella quale, dagli assessori, al presidente del consiglio, al presidente della commissione si sono tutti resi disponibili per ogni tipo di chiarimento atto a rendere il più possibile partecipato il dialogo tra amministrazione e comitato. Meglio tardi che mai. Peccato che le decisioni sulle quali il comitato voleva dialogare fossero già state prese e pertanto in piazzale lunedì 3 luglio arriveranno le ruspe.

Oggi tutti noi ci siamo ritrovati all’ombra delle tre grandi piante, che sono al centro del piazzale e, ricordando i tempi della raccolta firme, della richiesta di ascolto rivolta al consiglio comunale e soprattutto al sindaco, siamo, ora, tutti più disillusi.

Anche la fresca ombra di queste piante, che da quasi cinquant’anni sono presenti e svettano in largo Visconti, dovrà soccombere alla struttura che verrà, con una morte atroce. Una morte che non avverrà con abbattimento ma con una dolorosa rottura delle radici, dovuta agli scavi in profondità per la realizzazione del plinto di sostegno dell’antenna, ed utilizzate solo al fine di mimetizzare l’opera e del loro futuro sarà quel che sarà.

Oggi eravamo qui un po’ anche per loro, una sorta di saluto finale laico, con il rammarico di non essere riusciti a salvarle. Ma il rammarico e l’amaro in bocca rimarrà.

 

† Terra Santa 3 – L’esperienza intensissima della trasfigurazione sul monte Tabor, nonostante Lavagetto (di Andrea Marsiletti)

 

In ogni caso il comitato NO ANTENNA continuerà la sua battaglia di civiltà e di rispetto delle regole. Ipotizziamo ulteriori attività di protesta nei prossimi giorni e mesi, cercando di evidenziare tutte le mancanze riscontrate e se sarà necessario anche per vie legali.

Quello che contestiamo fortemente a questa amministrazione, e soprattutto a quelli che solo nella scorsa consigliatura erano paladini della difesa dei diritti dei cittadini e sottolineavano la mancanza di dialogo tra cittadinanza e comune, in casi come questi, è proprio la mancanza di dialogo.

Se ci fosse stata prova, in tutto questo tempo, con atti ufficiali, di aver recepito ed ascoltato la cittadinanza, sulla delocalizzazione dell’opera, magari oggi non saremmo qui a contestare.

Comitato No Antenne