Crocifisso, “l’Europa dei mercati spazza via quella dei valori”

SMA MODENA
lombatti_mar24

04/11/2009
h.10.00

“Togliendo il crocifisso dalle scuole si dà un colpo mortale alla tradizione e alla cultura europea. A Strasburgo l’Europa dei mercati spazza via quella dei valori”. E’ l’opinione di Civiltà per Parma in merito alla sentenza della Corte dei diritti dell’Uomo: “Levare questo simbolo significa togliere una parte di noi stessi, perché il crocifisso non è solo il simbolo di una religione ma anche del nostro passato.
Il vuoto ideologico, culturale e valoriale che si sta facendo largo in Europa è preoccupante perché rischia di lasciare milioni di persone senza quella identità necessaria per garantire i valori caratterizzanti del nostro Continente: democrazia, tolleranza. Secondo l’Ue il crocifisso limiterebbe la libertà di ognuno. Secondo noi invece questo rischio lo si corre perdendo la nostra cultura”.
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Nell’ambito del dibattito sollevato dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo intervengono i consiglieri Libè, Agoletti e Taliani, che esprimono stupore e profonda disapprovazione per una sentenza concettualmente laicista in netta contrapposizione con la delibera a “difesa delle origini giudaico cristiane” approvata nelle scorse settimane dal Consiglio Comunale di Parma.
“Pur nel rispetto delle diverse opinioni, riteniamo il Crocifisso un simbolo della nostra tradizione e cultura che purtroppo il processo di integrazione europea riconosce solo in parte e che recenti fatti di cronaca nazionale e internazionale mettono fortemente in discussione.
Le ragioni di coloro che riconoscono le origini giudaico cristiane vertono sul valore laico del Crocifisso quale segno dell’identità del nostro Paese, nel quale il popolo italiano riconosce le radici stesse della sua civiltà, contrapposte alle teorie laiciste di chi anche in Europa sostiene il contrario.
In questo contesto il Crocifisso assume il significato condiviso di quei valori che nel corso della storia hanno dato origine ad una cultura di fraternità, di democrazia, di libertà, di pace e che oggi più che mai è espressione della civiltà del nostro paese.”
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L’Europa, il vecchio continente, è culturalmente e storicamente fondata su radici cristiane. Le prove sono molteplici: gli eventi del passato, l’arte, il Papa a Roma, ecc. Inconfutabile, lo ha scritto pure l’atea Oriana Fallaci nella Forza della Ragione.
Ho appreso con sgomento ed incredulità dalla Tv e poi dai giornali l’incredibile notizia circa la sentenza della corte di Strasburgo che afferma una vera idiozia e cioè che la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche costituisce «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni».
Ho sempre diffidato dei burocrati che fanno i loro maneggi in Europa, che discutono sull’impossibilità di dare zucchero sfuso nei bar, ma che se ne sbattono dei veri problemi della gente. Anche di questo processo si è fatto, ne sono certa un uso politico, dato che in Europa sono tanti coloro che cercano di minare alle basi la religione cattolica.
Sappiano questi signori che il crocefisso incarna la nostra civiltà, la nostra cultura tutta. E’ grazie agli insegnamenti di Cristo, ucciso dai suoi aguzzini, che ha perdonato, che noi siamo civili, non ipotizziamo di distruggere il nemico usando kamikaze che massacrano innocenti, bambini inclusi, cerchiamo di aiutare i più deboli, non siamo sordi al dolore della gente, alle sue disgrazie.
Certo non tutti siamo così, ma chi si definisce cristiano, cristallinamente cristiano, è così e sa che la sua cultura la deve anche ai monasteri benedettini che hanno preservato tante opere di intelletto dalla distruzione, alle opere d’arte che uomini di Chiesa hanno commissionato a geniali artisti, alla musica sublime che illustri musici hanno composto ispirandosi alle storie della vita di Cristo: qualcuna per tutte lo Stabat Mater di Pergolesi o il Magnificat di Bach, e tanto altro.
Mai noi cristiani permetteremmo quello che hanno commesso tanti fanatici dell’islam, la sharia in primis, le faide stile versetti satanici, la distruzione di bellissime opere millenarie, un vero attentato al cuore di chi ama l’arte in ogni sua forma.
Il Crocefisso è nostro, ci siamo anche noi sotto la sua croce per offrirgli le nostre sofferenze, per riflettere sui dolori del mondo, per accettarli, per farcene una ragione e abbiamo tutto il diritto che i nostri bambini, piaccia o no a certe signore dal cervello posto nella tromba di Faloppio, conoscano CHI sia quella figura scheletrica e sofferente appesa alla croce e cosa rappresenti essa per noi tutti: un mondo di amore e tolleranza VERA, oltre ogni limite. Ed è profondamente giusto che lo Stato Italiano lo elevi anche a suo simbolo, è il migliore che ci possa essere, esprime fede, speranza, carità.
Nessuno vieta a certi poveri genitori tanto gelosi del loro potere educativo (quale?) sui figli di rimbambire i loro pargoli come vogliono, ma loro non devono permettersi di imporre alla nazione di rigettare le proprie radici che restano profondamente cristiane, nonostante tutto e tutti. Perché in questo modo, in un nome di un laicismo anticlericalista, si è disposti a cancellare una parte fondamentale di sé e della propria cultura. Che dir se ne voglia.
Nessuno si ricorda di Carlo Magno e del fatto di come il cristianesimo sia stato un punto di aggregazione e di coagulamento? Nessuno si ricorda nemmeno di Palmiro Togliatti e della sua approvazione all’articolo della Costituzione che riconosceva il valore fondante del Cattolicesimo, visto non solo come religione ma soprattutto come modo di vivere e di pensare?
Il Cristo morto in croce, il simbolo della tolleranza e del perdono “viola la libertà di religione degli alunni”, è una minaccia alla libertà dei genitori nelle scelte educative. Un simbolo da cancellare nelle scuole. Semplicemente.
Ormai si va oltre il relativismo e si pensa di imporre dall’alto delle sentenze la laicizzazione dello Stato in nome di un multiculturalismo fintamente democratico come se l’identità dei popoli fosse un “incidente della storia”. E’ questa, mi chiedo, quell’Europa non solo economica ma anche dei valori sognata da De Gasperi, Schumann, Adenauer?
O non è diventata piuttosto un’Europa vile, codarda e menefreghista, capace solo di imporre direttive e normative costosissime senza regalarci nulla se non leggi vergognose come quella sull’illegittimità dei crocefissi nei luoghi pubblici?
Quindi? Questo crocifisso cosa lede? A parer mio, ed a costo di sembrare offensivo, può ledere solo il debole spirito di chi non ha una personalità tale da permettergli di pensare con la propria testa. Una cosa è certa: io il Crocifisso lo difenderò sempre. Anche a costo di essere emarginato e di sentirmi dare del retrogrado e dell’antiquato. Io alla mia storia e alla mia identità non ci rinuncio!

Ablondi Pier Angelo
Consigliere Provinciale Lega Nord-Padania