Dal Funeral Party alla lista civica

SMA MODENA
lombatti_mar24

16/10/2011

Dopo aver intervistato Enrico Arillo, Andrea Saviane, Elisa Lavagetto, Andrea Bui, Karima Cristina Crosali, ParmaDaily incontra un altra protagonista della protesta sotto i Portici del Grano contro l’Amministrazione comunale, Sandro Tore.

Adesso che non c’è più Vignali che fine fanno gli indignados?
Ovviamente non ho la sfera di cristallo, ma posso immaginare due soluzioni:
1) continua la mobilitazione contro il disastro causato dea modello liberista inaugurato dall’epoca Ubaldi, contro il malaffare, per la tutela dei diritti, per la difesa dei beni comuni;
2) inizia un percorso per la gestione alternativa della pubblica amministrazione, che non significa alternanza, ma un cambiamento radicale dei paradigmi culturali per una città più umana. Se costruisco in una città centinaia di rotonde ho in mente una luogo a misura di automobile, dove i bambini sono penalizzati. Se costruisco una città dove i bambini possono andare a scuola a piedi , da soli e in sicurezza, probabilmente penalizzerò le auto, ma costruisco una città più umana.

Il “funeral party” che ti ha visto protagonista portando la bara è stato criticato da più party come di cattivo gusto e controproducente per la protesta. Oggi lo rifaresti?
Sicuramente lo rifarei.
E’ solo una questione di linguaggio e di libertà di espressione.
In quell’occasione si è utilizzato lo strumento della parodia, la quale è una tipica espressione umoristica. E’ ormai consolidato il pensiero che l’umorismo non è universale, ma agisce e funziona quando vi è una sintonia di intenti, si ride con gli amici. Non tutti ridono delle battute di Benigni, certi comici fanno ridere alcuni e non altri. Così è la parodia, come la satira, chi viene colpito da questi linguaggi umoristici non ride, non li capisce, s’indispone.
Lungo il corteo del funerale ho visto molta gente che rideva e si divertiva e alcuni che storcevano il naso.

La Piazza – centrosinistra istituzionale. Quale rapporto? Quali le principali differenze?
La differenza sostanziale è la visione della città che vorremmo.
Il centrosinistra ha una visione liberista o neoliberista, come preferisci.
Noi abbiamo la visone di una città umana, dove il denaro non è al primo posto e neanche al secondo. Al centro degli interessi della pubblica amministrazione noi mettiamo il benessere umano e di tutti i viventi, che non sempre corrisponde agli interessi dell’economia.
Proponiamo nuovi paradigmi culturali; il centrosinistra, in particolare il PD, è legato ad una visione consumistica ed economicistica della realtà. Non credo che con il PD ci possano essere rapporti di alcun tipo nella gestione della cosa pubblica, mentre con alcuni dei piccoli partiti di quell’area non escludo la possibilità di costruire progetti insieme, penso ai beni comuni, alla democrazia partecipativa, allo stop del consumo del territorio, alla creazione di un’economia solidale.

Come sta andando la costruzione della lista civica i cui albori si sono visti in occasione dell’assemblea svoltasi qualche settimana fa presso l’auditorium Paganini?
All’assemblea del Paganini non abbiamo parlato di lista civica, ma di alternativa al governo della città, la quale non necessariamente, anche se è probabile, debba produrre una lista civica.
Penso che la lista civica possa avere un senso se è in grado di racchiudere le istanze dei movimenti, dei comitati, delle associazioni, dei cittadini attivi che in questi ultimi anni si sono espressi a Parma. Se così non potrà essere non vedo la necessità di costruire una lista civica… forse è meglio continuare a radicarsi nel territorio.

Sei da sempre impegnato contro la costruzione dell’inceneritore di Parma. Quanto credi questo tema influenzerà la campagna elettorale?
Sicuramente avrà un peso determinante, d’altronde la costruzione dell’inceneritore è funzionale a quella visione liberista della città iniziata con Ubaldi.
Il paradigma consumistico di Ubaldi e del PD necessita di un grande inceneritore, che si faccia beffa della salute dei cittadini, del diritto ad un’aria respirabile (ricordo che abbiamo già sforato i limiti delle 35 giornate di emissioni di PM 10 imposte dalla Comunità Europea), della tutela della vocazione agroalimentare del nostro territorio, quando ormai le alternative all’incenerimento dei rifiuti sono praticate sempre più in diverse località dell’Italia e del mondo.
L’inceneritore è fuori dal progetto di una città umana.

Chi sono e perchè hanno sono accreditati di così tanto i cosiddetti “poteri forti” di Parma?
Credo che i “poteri forti” siano stati accreditati così tanto perché funzionali al progetto liberista messo in atto in questa città.

Carlo Cantini