
Caro Direttore,
in merito alla pessima vicenda della nave Diciotti, risolta comunque grazie alla disponibilità a farsi carico del problema da parte di enti esterni all’Italia e all’Unione Europea, vorrei offrire riflessione breve ma utile ad un approccio che tolga alle fazioni di ultras contrapposte un tema fondamentale come la questione (e gestione) migranti.
Premettendo opportunamente che, se non si recupera un dialogo civile sui temi prioritari (questo ed altri anche più importanti), l’Italia rischia di affossare in una bolla involutiva, verso la quale pare già avviata a velocità sostenuta.
Le forze politiche tutte, e i loro leader (tutti) non sono in grado di sviluppare un’azione politica frutto di una capacità di elaborazione, confronto, sintesi concreta sul tema: lo usano – a volte squallidamente come in questo caso – come merce di consenso.
I cittadini, specularmente, non sono in grado di capire cosa sta succedendo – o non sta succedendo, visto che la situazione non è drammatica oggi a livello di sbarchi – succubi di una bolla mediatica e social, che porta ad una mancanza di riflessione oggettiva e critica sui fatti, rimanendo a livello di percezioni/ossessioni.
Ognuno, a diversi livelli e da diverse posizioni politiche – sia destra che sinistra che in between – si ostina su tormentoni precostituiti. Non preoccupandosi di verificare se questi hanno qualche connessione col pensiero o meno.
Il governo balneare, nella sua pochezza operativa – il che non implica un giudizio negativo su tutti i ministri – autorizza un livello di fancazzismo generalizzato… manca una tensione democratica nella popolazione, che si sente alla deriva rispetto ad uno Stato che funziona e orienta il vivere civile.
Certamente i problemi non sono nati con il governo gialloverde… anzi, come si è visto, alcuni sono solo drammaticamente deflagrati, come il ponte Morandi a Genova.
La situazione di un governo che però si avvita su un Premier di facciata (Conte) su un Vicepremier palesemente incapace (Di Maio) ed uno palesemente autoritario e irrispettoso nel suo agire istituzionale (Salvini), è chiara: risolvere i problemi reali appare meno importante del veicolare il consenso. Se questo significa sparare alto senza verificare quanto si afferma, come sulla questione autostrade, o fare marcire qualche giorno della povera gente su una nave, amen.
Nonostante le dichiarazioni di facciata, le due forze politiche al governo sono molto più attente a gestire i loro voti che a intraprendere una politica di medio lungo termine. Fatte salve le doverose eccezioni e la capacità di singoli ministri.
Chi mangia popcorn però, come Renzi, non ha meno responsabilità di chi fa la faccia dura per aumentare il consenso.
Anzi, ha la colpa di non avere supportato con decisione la determinazione di Minniti, che a suo tempo ha intrapreso l’unica politica possibile nella questione migranti: bloccare le partenze alla fonte.
La fonte è la Libia. L’errore capitale (di derivazione francese, come molti errori nella politica estera europea) è stato uccidere Gheddafi, che – non si sta parlando certo di uno stinco di santo – era l’unico capace di interagire con l’Europa.
Da allora i viaggi della disperazione sono aumentati e soprattutto è aumentata l’ingovernabilità del Paese africano che più direttamente ha a che fare con l’Italia.
Scrivere che Salvini ha ragione oggi è come cavalcare comodamente una tigre.
Uno sport piuttosto praticato, a suo tempo con Renzi, che non aggiunge argomenti di sostanza.
Così come è praticato il „tiro al Pd“, altro sport tanto facile quanto poco significativo.
Perché il PD oggi non sta governando… trattasi dunque di accanimento inutile per tutti.
Ogni forza politica che perde le elezioni deve affrontare un periodo di crisi e riorganizzazione.
Nessuno oggi si ricorda la Lega ai minimi storici di qualche anno fa.
Nessuno tiene a mente che, come giustamente e oggettivamente afferma Prodi, noi abbiamo bisogno di manodopera che arriva dall’estero (Africa? Europa dell’est? Cina? …da dove volete voi) perché non abbiamo in prospettiva sufficiente forza lavoro in alcuni settori. Sia per la scarsa natalità che per la mancanza di disponibilità degli italiani a lavorare in alcuni settori, comunque fondamentali.
Di fronte ad affermazioni dettate da senso di realtà, che non dovrebbero portare a discussione, si alza l’unica risposta attualmente in voga: l’insulto.
La modalità comunicativa infantile, ossessiva, settaria, del M5s porta a risposte precostituite che non spostano di una virgola i problemi (e non lasciano intravedere soluzioni).
Di converso la posa indignata alla Boldrini azzera la modalità di pensiero a sinistra, portando ad un sempre più vuoto accanimento antagonista, senza proposte convincenti.
Sicuramente, sulla crisi relativa ai migranti, la responsabilità principale è in sede Europa.
Laddove europea dev’essere la risposta (sempre quella): stabilire delle quote precise!
Ridistribuire i migranti in base alle esigenze/possibilità effettive di ogni Stato.
Imbarcare via nave o aereo verso i Paesi di provenienza i migranti in eccesso rispetto all’effettiva possibilità di accoglienza. Perché non ce li possiamo permettere.
Impedire soprattutto che dall’Africa partano barconi della disperazione (definirli „del PD“ è una forzatura che io non farei da giornalista).
In tutto questo l’Italia ha un dovere di mantenere la dignità come Nazione.
Quindi gli italiani hanno diritto ad avere strade pulite, in tutti i sensi, e sicure, di giorno e di notte.
Quindi gli italiani hanno diritto ad avere forze dell’ordine in grado di garantire tutto questo.
Quindi, parimenti, gli italiani hanno il dovere di rappresentare i migliori valori costituzionali, su cui si basa il vivere civile.
Quindi infine, i buoni cittadini non si devono lasciare andare ad un becero razzismo o a comportamenti discriminatori.
Sono temi molto importanti, che non si possono risolvere a colpi di slogan.
Occorre un atteggiamento condiviso sulle linee fondamentali.
Il contrario di quanto sta accadendo oggi a livello politico.
Chiediamoci però chi tira la corda più di tutti… e per quali motivi.
Vittorie di Pirro ne abbiamo viste negli ultimi anni. Tutte basate su bolle mediatiche e fuffa.
L’Italia non ha certo bisogno di questo.
L’Italia ha bisogno di recuperare il terreno perduto sulle infrastrutture, ha bisogno di un presente più sereno e concretamente operativo, ha bisogno di una prospettiva futura libera dalle ossessioni che oggi la abitano. Non per la sinistra. Non per la destra. Ma per tutti.
Alberto Padovani