
Nei locali a Parma e Reggio Emilia
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05/10/2012
CONCERTO DIMARTINO dalle ore 21.00 @ Teatro Sanvitale a Fontanellato, Parma…
Antonio Di Martino voce,chitarra
Angelo Trabace tastiere
Giusto Correnti batteria
Posto unico euro 10.00
Di Martino,giovane cantautore di grandissimo talento aprirà la sesta edizione del Barezzi Live Festival nel bellissimo teatro Comunale di Fontanellato,presentando il suo ultimo disco “Non siamo gli Alberi”.
Dopo un esordio-non esordio (non dimentichiamo il decennio trascorso a nome Famelika) fulminante come quello di Cara maestra abbiamo perso, concepire un altro disco capace di bissare la freschezza, la vitalità e la modernità del precedente lavoro era cosa quasi impensabile, eppure Antonio Di Martino, Simona Norato e Giusto Correnti alias DiMartino, in tempi tutt’altro che lunghi (poco più di sei mesi), compie questo difficile miracolo e consegna ad un pubblico in costante e rapida crescita un secondo piccolo gioiello, un vero e proprio manufatto d’artigianato musicale, cesellato nei piccoli tocchi che lo rendono speciale, un inizio sussurrato (quello di Non siamo gli alberi o di Piccoli dettagli), un piano delicato e mai prevedibile negli accordi (come nelle vaghe dissonanze di Non ho più voglia di imparare), spolverate di elettronica nei punti giusti a dare tono e colore (in Piccoli dettagli e Io non parlo mai), batteria che si fa un calibrato ed elegante accenno in pezzi come in Non ho più voglia d’imparare o più concitata ma ancora sottovoce in Poster di famiglia, fino a farsi battito pulsante nell’avvolgente e intenso finale assegnato a Ormai siamo troppo giovani, pezzo con cui il gruppo sceglie di lanciare il disco in orbita.
Uno dei più importanti pregi di questo lavoro è di non commettere passi falsi in nessun passaggio, undici episodi, undici storie, undici microuniversi magistralmente narrati, che sorprendono per l’eterogeneità ma per il senso di compattezza al tempo stesso dovuto ad una chiara cifra stilistica che caratterizza ormai l’universo sonoro targato DiMartino, dalle intimissime ballate di Amore sociale e Maledetto autunno passando per le eleganti ritmiche jazzeggianti e le atmosfere vagamente baustelliane de La penultima cena per poi culminare negli sperimentalismi di radioheadiana matrice dell’ammaliante Piccoli peccati (impossibile da ascoltare rimanendo fermi!) fino all’incredibile crescendo melodico di Poster di famiglia, che non si riesce più a cacciar via dalla testa una volta memorizzato. Sorprende anche l’utilizzo dei cori, presenti nella maggioranza delle tracce, una scelta stilistica insolita e ben gradita, che dona nel complesso un senso di leggerezza ed intimismo, come un lungo filo conduttore che unisce i momenti salienti del disco e ne dona spessore e carattere. Una menzione speciale va poi ai due pezzi già noti per i fan più attenti durante i live, la ballata minimale di Io non parlo mai (di cui però si accusa un po’ la mancanza del piano presente nella vecchia versione live) e la maestosa Cartoline da Amsterdam, pezzo che diverrà senza dubbio tra i più celebrati e richiesti dal pubblico della band, che tanto ci ricorda per le atmosfere oniriche e trasognate una delle migliori band nostrane sfornate nell’ultimo ventennio, gli amati e compianti Scisma di Paolo Benvegnù, ad impreziosire il tutto l’azzeccato e sferzante supporto vocale di Giovanni Golino dei Marta sui tubi per le improvvise esplosioni sonore come lampi che squarciano per qualche attimo l’incanto per poi lasciare di nuovo posto al sogno.
Ulteriore componente che rende questa produzione nettamente superiore alla media è il lavoro di scrittura, Antonio Di Martino possiede un dono raro, quello di dipingere paesaggi, scenari, spaccati quotidiani attraverso un non comune uso della parola, una vena descrittiva incredibilmente fervida, ricercata e mai banale, ma non per questo meno diretta o immediata, è l’arte di creare un’alchimia poetica ma senza per questo dover pagare il prezzo di scadere nel cerebrale o nell’intellettualoide a tutti i costi, è qualcosa di spontaneo, non artefatto, nonché un omaggio e un tributo quasi necessario (certamente voluto e dichiarato) alla nostra grande tradizione cantautorale con echi di Dalla, De Gregori, Battisti, Graziani, Gaetano e molto altro.