Alla fine, con un imbarazzo evidente da parte della Lega e dei suoi esponenti locali, e del gruppo che lo appoggia, Vignali si è candidato presentandosi come il fidanzato di Parma (leggi).
Un fidanzato che, però, ha tradito la sua città. È sotto gli occhi di tutti l’eredità pesante lasciata dal sistema Vignali, sia dal punto di vista dell’onestà politica che dalla qualità amministrativa: partendo dal Ponte Europa, opera colossale mai stata funzionante, fino a tutte le grandi opere bloccate ed economicamente pesanti come un macigno.
L’imbarazzo, poi, è confermato dal fatto che non un esponente di destra di Parma si è presentato alla conferenza stampa: tutte le persone che hanno ufficializzato la candidatura sono provenienti da fuori città.
Purtroppo il sistema-Vignali è un passato triste di Parma che ritorna senza vergogna. Da una parte c’è il futuro e il bisogno della città di proseguire il suo cammino di crescita assieme a Michele Guerra e al centrosinistra, una città europea che oggi gode della stima di tutte le città italiane, dall’altra c’è un sistema che tratta Parma come fosse un qualcosa da usare e consumare a piacimento.
Effetto Parma

