“Le pale eoliche non portano turismo, lo allontanano. Chi verrà più a godersi i nostri crinali, i borghi, i panorami incontaminati dell’Alta Valtaro se il paesaggio sarà dominato da torri alte oltre 120 metri? E per quale produzione poi? Per un impianto che stravolge la montagna e restituisce solo una manciata di megawatt, mentre le comunità locali ne pagano il prezzo più alto”.
Così il consigliere regionale della Lega Tommaso Fiazza, dopo aver depositato un’interrogazione alla Giunta regionale sull’impianto eolico proposto da Duferco Sviluppo spa, destinato a occupare le valli del Taro e del Ceno, tra i Comuni di Bardi, Borgotaro, Bedonia, Compiano, Bore e Valmozzola.
“Si parla di 47 pale eoliche complessive, undici delle quali solo a Borgotaro. Ogni torre è alta 125 metri, con rotori di 162: uno sfregio paesaggistico senza precedenti. Quattro anni di cantiere, oltre ventimila camion in transito e un impatto devastante sul turismo, sull’ambiente e sulla qualità della vita. Non è questa la transizione energetica di cui ha bisogno la montagna”.
Al suo fianco anche Emiliano Occhi, capo del dipartimento regionale Politiche energetiche della Lega, che sottolinea come “l’eolico di grande scala, installato in aree di pregio naturalistico, non è la risposta ai bisogni energetici dei territori. Serve una pianificazione seria delle aree idonee e una strategia che punti su impianti sostenibili, integrati e condivisi con le comunità locali, non imposti dall’alto”.
Per gli esponenti leghisti, “ancora una volta la Regione dice di voler sostenere la montagna e poi fa scelte che rischiano di affossare proprio il turismo e l’economia di questi luoghi. Non si può parlare di sostenibilità e poi accettare progetti che distruggono i paesaggi più autentici dell’Emilia”.
Fiazza chiede quindi alla Regione di esprimere parere contrario al progetto e di dare mandato chiaro al proprio rappresentante nella commissione ministeriale di opporsi.
“La Regione aveva già detto no al parco eolico sull’Appennino bolognese. Ora serve la stessa coerenza anche per quello parmense: o si sta con il territorio o con le multinazionali dell’energia”.