
28/03/2013
h.10.40
Con una mozione (clicca qui) firmata dal consigliere Dall’Olio il Pd di Parma si smarca da Iren ed apre la strada a nuovi scenari di gestione nel campo dei materiali post utilizzo.
L’inaspettata sterzata giunge in giorni difficili per la multiutility targata Genova e Torino, che a Piacenza, Reggio e Parma ha in mano la gestione del ciclo integrato dei rifiuti ma che dovrà affrontare a breve una nuova gara dagli esiti incerti.
Non sono ore facili per Iren, indebitata con numeri pesanti, abbandonata da Torino come fornitore di energia, ai ferri corti a Piacenza per i mancati investimenti sull’acqua ed infine all’angolo per le indagini in corso della Procura di Parma che stanno segnando l’abbandono del fondo F2I, fino a ieri intenzionato a investire su Iren ambiente per le prospettive dei forni di Parma e Torino, in gestazione a dir poco problematica.
Sono infatti in crisi nera le cooperative impegnate dei rispettivi cantieri e che oggi stanno depositando i libri in tribunale, con inenarrabili conseguenze a catena sui subappaltatori che hanno operato e che operano nei due progetti.
A che punto sono i pagamenti? Come stanno i libri contabili e contributivi?
La Provincia di Parma (Pd) si è sempre distinta per la sua strenua difesa dell’inceneritore di Ugozzolo, al punto di arrivare a difendere la multiutility nei tribunali.
Una difesa che è costata al partito di Bersani la sconfitta alle comunali 2012 (era candidato il presidente della Provincia Bernazzoli), una non vittoria che ha dato il là allo tsumani nazionale dello scorso febbraio e che oggi sta facendo tramontare la chanches di Bersani primo ministro.
Una debacle che ha fatto riflettere a lungo il partito e che dopo il ricambio delle cariche in seno ai livelli comunali e provinciale pare oggi giungere ai primi segnali di quel cambiamento che ancora non si era palesato.
Dopo aver sostenuto le fusioni delle municipalizzate locali alla grande ammucchiata in Iren (Piacenza, Parma, Reggio, Torino, Genova) oggi il dramma è quello di avere in mano un mostro indebitato e incapace di affrontare i cambiamenti in atto a livello nazionale ed europeo.
La Ue corre verso l’abbandono della tecnica dell’incenerimento e della discarica per sposare la gestione freddo dei rifiuti fino a oggi negata e guardata a vista dal Pd locale.
In queste ore la proposta di legge di iniziativa popolare rifiuti zero viene presentata alla Corte di Cassazione per dare inizio al suo iter, con tanto di raccolta di 50 mila firme in tutta Italia, con centinaia di associazioni e comitati che da tutto il Paese hanno collaborato per la sua stesura e il sostegno necessario. Una legge ammazza inceneritori.
Sta cambiando l’aria e dopo la decisione di Reggio Emilia di abbandonare l’incenerimento e Piacenza che intende portare in tribunale Iren, ora la Parma piddina sta facendo i conti con il cambiamento, sente il fiato sul collo dell’opinione pubblica che non mancherebbe alla prossima occasione elettorale di risollecitare il partito democratico, che ha al suo interno una fetta crescente di iscritti che pur non pensando di abbandonare il partito sta premendo sulla svolta ambientale, senza se e senza ma. Senza inceneritore e senza Iren.
Se sono rose smetteranno di bruciare.
La mozione di Dall’Olio: http://pdparma.it/binary_files/allegati/mozione_11521.pdf
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
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E’ stata depositata in Corte di Cassazione la Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero.
14 cittadini tra i rappresentanti delle realtà sociali promotrici e tra i coordinatori regionali della Campagna di raccolta firme hanno presenziato alla deposizione del progetto.
Per essere portata avanti la Legge di Iniziativa Popolare avrà bisogno di 50mila firme di cittadini italiani, i promotori mirano ad almeno il doppio, potendo contare su una rete già costituita in tutta Italia: sono già 14 i coordinamenti regionali già costituiti e 6 quelli in costituzione.
E centinaia sono le associazioni e i comitati locali che hanno condiviso la nascita del testo ed ora supporteranno tutte le fasi propositive.
La legge mira ad una riforma organica di tutto il sistema della raccolta e smaltimento rifiuti e si articola su 5 parole fondamentali enunciate già nel primo articolo: sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione e lavoro. Quest’ultimo punto – sottolineano i promotori – non è da sottovalutare: la diffusione della raccolta rifiuti porta a porta, che è uno degli obiettivi, sarebbe l’unica grande opera di cui il paese ha bisogno.
La raccolta firme, che partirà in tutta Italia subito dopo Pasqua, si annuncia molto partecipata specialmente in quei territori dove sono già attive vertenze su rifiuti, discariche, inceneritori. La conclusione della raccolta e la successiva presentazione della Proposta di Legge sono previste prima della pausa parlamentare estiva.
La Campagna Legge Zero Rifiuti, di cui fanno parte realtà sociali e comitati territoriali, invita tutte le forze politiche presenti in parlamento a sostenere la raccolta firme e a promuovere incontri per approfondire i contenuti innovativi presenti nel testo nonché ad impegnarsi a portare avanti l’iter legislativo una volta raccolte le firme.
Zero Waste Italy
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma