HAL, l’esoscheletro per tornare a camminare. In Italia la terapia è possibile solo a Parma. INTERVISTA a Francesco Chiampo

di UG

A prima vista sembra uno strano robot in stile Guerre Stellari, nella realtà è l’unico esoscheletro al mondo che fa muovere volontariamente le persone che hanno subito lesioni midollari non complete, ictus o che soffrono del morbo di Parkinson o sclerosi multipla. È Hal (Hybrid, Assistive Limb), il più avanzato esoscheletro, certificato dalla FDA e lo potrete vedere in azione domenica prossima 17 novembre, alle 11, al festival Bioessere a Sala Baganza.

In Italia lo si può trovare solo al Centro San Girolamo, una realtà parmigiana all’avanguardia per la riabilitazione e la fisioterapia. Solo tre paesi in Europa lo posseggono: la Germania, dove c’è la sede europea dell’impresa produttrice giapponese, la Polonia e l’Italia (Parma) appunto.
Il Centro San Girolamo è, inoltre, esclusivista sia della commercializzazione che della formazione in Italia.

A raccontarci di questo strumento rivoluzionario è Francesco Chiampo, fisioterapista, amministratore unico del Centro San Girolamo, che domenica 17 novembre alle ore 11 parteciperà al festival Bioessere. Il benessere in tutte le sue forme a Sala Baganza.

Come funziona Hal?

È una struttura applicata all’esterno del corpo che dialoga con il sistema nervoso del paziente, durante il suo utilizzo le placche applicate alla cute leggono i segnali bioelettrici e avviene una riattivazione dell’interfaccia neurofunzionale, più semplicemente Hal legge l‘intenzione di muoversi, è la chiave che accende il motore cioè i muscoli, dà la forza mancante alla persona per alzarsi e spostarsi. L’innovazione sta nel fatto che non aiuta meccanicamente il paziente a stare in piedi, ma determina una neruogenesi ovvero permette di andare a recuperare e sfruttare le potenzialità residue, che fino ad oggi non erano “leggibili”, perché mancava la tecnologia. La persona non è più un passeggero, ma colui che guida verso il recupero del cammino.

Quali sono i risultati e cosa succede dopo il trattamento?

Per esempio per le lesioni midollari c’è un incremento della velocità del movimento che va dal 40 al 55% e anche una maggiore capacità di camminare per più tempo. Poi c’è una riduzione delle patologie secondarie come le ulcere da decubito e un miglioramento del sistema cardiocircolatorio e respiratorio. Una volta a casa il paziente dovrà continuare a fare una serie di esercizi e dopo 6-8 mesi lo sottoponiamo a un check-up. Avviene infine la riabilitazione ovvero il paziente torna ad acquisire l’abilità a camminare.

Quanti pazienti avete curato fino ad ora?

Hal è arrivato circa un anno fa, abbiamo iniziato l’utilizzo vero e proprio lo scorso aprile. Da allora abbiamo curato 57 pazienti, 285 le sedute.

Da dove arrivano i pazienti?

Da tutta Italia e anche da Parigi, Los Angeles, Mosca, poi da Austria, Serbia, Pakistan e Panama, per citare alcuni paesi. A parte Germania, Polonia e Italia Hal è solo in Giappone, Stati Uniti, Canada, Malesia, Tailandia, Emirati Arabi e Filippine.

Quanto costa il trattamento?

Gli ultimi Lea approvati (i livelli essenziali di assistenza sono le prestazioni e i servizi che il Ssn è tenuto a fornire ai cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket ndr) ricomprendono il codice 9311B che copre i trattamenti riabilitativi attraverso l’esoscheletro, ma purtroppo non c’è stata la copertura economica e quindi, di fatto il provvedimento è solo sulla carta e le spese sono totalmente a carico dei pazienti. La nostra filosofia è di fare attente valutazioni prima di prenderci in carico una persona e di attivare il trattamento con Hal, non facciamo promesse che non possiamo mantenere. Quindi vengono effettuati una serie di questionari e tre sedute di prova, solo se il paziente è idoneo procediamo con le 30 sedute. Ognuna delle tre prove ha un costo di 100 euro mentre le sedute vere e proprie di un’ora e mezza costano 150 euro ciascuna.

Che emozioni prova a rivedere in piedi pazienti ai quali spesso non sono state date troppe speranze?

È una soddisfazione enorme, in particolare vedere persone che tornano a sorridere perché hanno risentito il proprio corpo e provano il piacere di poterlo muovere di nuovo. Due sono le cose che ci chiedono i pazienti: tornare a muoversi e poter parlare alle persone negli occhi, dalla stessa altezza, non dal basso all’alto.

Quali sono gli obiettivi futuri?

Il mio obiettivo è che l’Italia entri a far parte di gruppi di ricerca internazionali e secondariamente vorrei portare Hal sempre più vicino ai pazienti creando un network di strutture collegate che abbiano voglia di crescere e percorrere queste strade. Io mi chiedo: sono i pazienti che sono cronici o siamo noi ad esserlo? Per me la risposta è chiara siamo noi, ma oggi fortunatamente c’è una nuova via: la fisioterapia 4.0 con robot assistivi che non sostituiranno il fisioterapista, ma certamente lo aiuteranno tanto. Ho sempre avuto una visione pionieristica, infatti ho pensato questo centro con alto contenuto tecnologico.

Hal, è nato in Giappone, all’Università di Tsukuba grazie al professore Yoshiyuki Sankai direttore e amministratore delegato di Cyberdyne, lo spin che lo ha realizzato.
Domenica a presentare Hal, assieme a Francesco Chiampo, ci sarà Ilaria Masera fisioterapista formatrice certificata, dopo aver frequentato corsi di alta specializzazione a Bochum, in Germania, dove si trova la sede europea di Cyberdyne.

Tatiana Cogo

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