
Questa sera (martedì) e giovedì si terranno gli ultimi eventi del Festiva Teatrale di Resistenza in Casa Cervi. Abbiamo intervistato Paola Varesi, responsabile del Museo Cervi, per approfondire le finalità dell’iniziativa.
Come sta rispondendo il pubblico al Festival Teatrale di Resistenza in corso in Casa Cervi?
Il pubblico sta rispondendo bene. È decisamente cresciuto negli anni cogliendo il significato del progetto che ha, appunto, nel coinvolgimento del pubblico uno dei suoi caratteri identitari.
Le interviste del DopoFestival che seguono a ogni spettacolo condotte da rappresentanti del mondo della cultura e del teatro hanno proprio questa finalità: promuovere la riflessione, il coinvolgimento del pubblico, la condivisione.
Il Festival promuove, insomma, un teatro di comunità, come spazio di costruzione – anche- di un pubblico non episodico ma collegato con il Festival e partecipe delle sua crescita.
È questo un aspetto che caratterizza il progetto dal suo inizio, quando da subito il pubblico è stato coinvolto in un percorso che lo ha visto crescere e che al contempo ha fatto crescere il Festival.
Quali sono le finalità e le caratteristiche del Festival?
Il Festival nasce 20 anni fa con lo scopo di esplorare nuovi linguaggi della memoria.
Da allora si propone di portare in evidenza e di attualizzare la Resistenza, ovvero di esplorare le Resistenze di oggi a partire dalla Resistenza storica e dalla vicenda emblematica della famiglia Cervi. Attraverso il teatro nella sua accezione di Teatro civile si affrontano così i grandi temi di oggi, si riprendono pezzi della nostra storia e le connessioni con le questioni attuali, individuali e collettive.
Ma il Festival si propone dal suo avvio anche di dare voce e spazio a quel teatro che non sempre trova posto nei circuiti consolidati, alle Compagnie più giovani che adesso sono anche le più penalizzate dalle conseguenze della pandemia.
Prossimi appuntamenti?
Sono in programma altre due serate delle sette di cui storicamente si compone il Festival. Gli spettacoli toccano temi in sintonia con il Teatro civile del Festival. Martediì20 luglio alle ore 21,30 I Will Survive di Qui e Ora Residenza Teatrale (Bergamo) indaga attraverso la vicenda di tre donne la difficoltà a connettere le esigenze più personali e umane con le necessità e i limiti che impone il rapporto con le strutture organizzate che governano la vita sociale.
Nell’ultimo spettacolo in programma giovedì 22 luglio alle ore 21.30 di Politheater (Perugia) dal titolo “Bubikope: tragedia comica per pupazzi” sarà protagonista il Teatro di figura con la vicenda di Bubi, che canta per strada per qualche spicciolo,e il cui talento la porta ben presto dalla strada al palcoscenico, grazie alla benevolenza di Hullo, che diventano simboli di una vita dedicata all’arte, fra bellezza e sacrifici.
Prosegue parallelamente il Circuito OFF, pensato e organizzato in occasione dei 20 anni di Festival per approfondire i temi delle rappresentazioni. Sono due gli appuntamenti ancora in programma il 20 alle ore ore 23, dopo lo spettacolo con il dialogo condotto dal giornalista e membro della Giuria Damiano Pignedoli attorno al libro “Verso Est” di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano con la presenza degli autori.
Giovedì 22 luglio alle ore 19 è in programma la presentazione del libro di Gigi Dall’Aglio “Il Teatro dall’interno della sua pupilla”con Paolo Nori, Alessandro Averone, Iefte Manzotti. Si tratta di un appuntamento cui teniamo molto.

La conosciutissima Festa della Pastasciutta Antifascista è il piatto forte del Festival?
La festa della storica pastasciutta antifascista del 25 luglio è l’appuntamento della consegna dei Premi. Il Festival si conclude infatti nei giorni precedenti. Va però ricordato che il Festival si sviluppa entro il perimetro di due date storiche: debutta infatti sempre il 7 luglio anniversario dei morti di Reggio Emilia del 7 luglio 1960, e si conclude appunto con la premiazione del 25 luglio. Le due date storiche ne definiscono il perimetro ma anche un’identità.
Il 25 luglio verrà consegnato un terzo premio intitolato a Gigi Dall’Aglio.
In occasione dei 20 anni di Festival abbiamo voluto ricordare Gigi Dall’Aglio, un grande della scena italiana e europea che ha contribuito a consolidare il Festival facendo parte già delle primissime giurie.
Il premio verrà consegnato da una giuria di giovani under 30, segno concreto della capacità del progetto di Festival di promuovere la partecipazione delle generazioni più giovani .
Quanto credi l’Antifascismo sia radicato nella società di oggi?
Questa domanda avrebbe bisogno di una risposta molto articolata. Siamo infatti davanti a preoccupanti e diffusi episodi di neofascismo che potrebbero essere contenuti anche con un’attività culturale che sia presidio dei valori nati dalla Resistenza. Questo è uno degli obiettivi fondamentali che il Festival si è assunto dal suo avvio. E il Teatro, in generale, sicuramente potrebbe e dovrebbe essere un’occasione di radicamento della cultura antifascista.
Andrea Marsiletti