
22/08/2012
h.13.40
Andrea Viero, dg di Iren, è protagonista quest’oggi di una ampia intervista su un quotidiano locale, utile a spandere ottimismo sulla vicenda inceneritore (leggi).
Ovviamente difende la sua società, impegnata nel progetto inceneritore fin da quando ancora non era stato approvato il PPGR, e già Amps-Enia-Iren preparava le carte per la grande avventura.
Correva l’anno 2004, il comune di Parma aveva appena spento l’inceneritore del Cornocchio (della serie quando una multiutility è propria si può ancora dare ordini), e già il nuovo impianto lo si immaginava, da molto lontano, anticipando addirittura il piano provinciale di gestione dei rifiuti.
Il progetto è stato un parto condiviso: da un lato due enti locali, Provincia e Comune, sostenitori, Ubaldi e Bernazzoli, dell’operazione, dall’altro la multiutility che da quando è cresciuta di misura sembra detti la strategia, invece che eseguire le direttive delle amministrazioni.
Il busillis della questione è però rimasto irrisolto.
I conti della serva giungono solo oggi all’attenzione dell’opinione pubblica, tenuta senza informazioni troppo a lungo.
A che cosa serve l’inceneritore di Ugozzolo?
A rendere autosufficiente il territorio nella gestione dei rifiuti, risponde chi ci crede.
Ma l’inceneritore produrrà 40 mila tonnellate di ceneri, ed altri pericolosi scarti, che da nessuna parte è chiarito dove andranno a finire.
Ma l’organico non verrà trattato nel forno. Già oggi se ne va a Carpi senza motivo alcuno.
Gli Ato non esistono più e i rifiuti se ne andranno a zonzo per la regione e forse oltre.
A che cosa serve l’inceneritore di Ugozzolo?
A offrire ai cittadini tariffe migliori, dicevano fino a ieri i forno-fans.
Oggi scopriamo che è esattamente il contrario del parolaio degli ultimi.
Cornuti e mazziati paghiamo i rifiuti più di ogni altro residente in Emilia Romagna e forse in Italia.
Non solo domani ma anche ieri i conti non tornavano.
Tariffe salatissime senza che nessuno abbia mai mosso un dito per verificare cosa stava succedendo.
Con Iren che presenta un piano di rientro quando al massimo nel 2014 scadrà il contratto con Ato, dopo il quale la gara sarà dovuta e quindi incerto che l’inceneritore possa avere carburante. Come farebbero per 18 anni senza benzina? E’ un gioco d’azzardo?
A che cosa serve l’inceneritore di Ugozzolo?
A scaldare le case dei cittadini, riducendo l’inquinamento, secondo le tesi dei supporters.
Ma conosciamo le cifre e le famigerate Pm10 si incrementeranno di oltre una tonnellata all’anno, sempre che tutte le case previste si allaccino ad un teleriscaldamento carissimo, fuori mercato, per il quale Piacenza e Reggio si sono rivolti all’Antitrust per le bollette ricevute.
Non sappiamo poi chi vigilerà sulle emissioni. Se i controlli li gestisce direttamente Iren difficile essere tranquilli. Quante notizie abbiamo raccolto in questi anni dalle aule dei tribunali dove emergevano software taroccati e misure modificate?
Ma soprattutto aleggia su questa partita una nube fosca.
Sappiamo che il contratto tra Ato e Amps, stipulato nel 2004, non prevedeva lo smaltimento dei rifiuti, scritto nero su bianco nelle pagine della convenzione. Sappiamo che la gestione dei rifiuti deve essere per legge messa a gara per far vincere il migliore. Dal 2004 a questa parte nulla è giunto alle nostre orecchie rispetto a gare o simili procedure.
Noi il conto salato dell’indigesto menù del forno Ugo lo vorremmo presentare a chi ha prenotato il tavolo senza concordare prima i costi. Non certo ai cittadini ignari di Parma e Provincia.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
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