Federica Ubaldi è consigliera comunale di Parma del gruppo di Civiltà Parmigiana, il movimento civico fondato dal padre Elvio.
L’abbiamo intervistata su alcuni temi amministrativi e sul posizionamento di Civiltà Parmigiana nel contesto politico cittadino.
Partiamo dall’argomento di più grande attualità: qual è la tua opinione sul nuovo masterplan dell’aeroporto Verdi? Voterai a favore quando arriverà in Consiglio comunale?
Civiltà Parmigiana storicamente rappresenta un movimento che ha guidato il cambiamento e lo sviluppo di Parma, a partire da quello infrastrutturale. Sul masterplan del Verdi ci siamo già espressi pubblicamente dicendo che dopo un lungo periodo di analisi il documento ci sembra aver sostanzialmente recepito le giuste istanze e criticità espresse dalla cittadinanza, per noi può quindi essere un’opportunità da cogliere.
Adesso sta però al sindaco ed all’amministrazione comunale assumersi le proprie responsabilità ed esprimersi senza meline e senza ulteriori inutili perdite di tempo.
Com’è stato questo tuo primo anno da consigliera comunale? Su cosa più ti sei impegnata?
Un anno intenso che mi ha regalato soddisfazioni e alcune delusioni.
Soddisfazione nell’aver visto nascere un bel movimento di persone coinvolte e interessate da cui mi sento supportata in ogni mio passo.
Delusione perché ho potuto constatare in prima persona, soprattutto su temi come i servizi educativi e i Comitati dei Cittadini Volontari per cui Civiltà Parmigiana si è battuta avanzando mozioni e offrendo soluzioni, che all’interno di questo Consiglio Comunale non è sufficiente provare a lavorare insieme e fare proposte serie per riuscire a ottenere risultati.
I blocchi ideologici, figli di una concezione politica ormai antiquata, difficilmente si superano.
Se devo comunque fare un bilancio di questo primo anno sono consapevole di vivere un’esperienza formativa importante che richiede tanto tempo e studio ma che insegna davvero cosa significhi fare politica, passare dalle idee ai fatti. Si impara a confrontarsi con i tempi della burocrazia, con le regole di un sistema partecipato, le sensibilità più diverse e la necessità di fare sintesi e prendere decisioni.
† Terra Santa 6 – Sulla tomba della Vergine Maria (di Andrea Marsiletti)
Come appare la maggioranza vista dal tuo banco di minoranza?
La maggioranza appare vittima delle sue divisioni e conflittualità, con la naturale debolezza e immobilismo che ne conseguono. La percezione è quindi di un’Amministrazione ingessata che galleggia e sopravvive limitandosi all’ordinario, mancando di quella forza e quello slancio necessari per governare una città come Parma. Servirebbe, invece, una guida autorevole, carismatica e con una visione chiara. Parma ha bisogno di idee, di spirito di iniziativa di obiettivi e di progetti per ricreare crescita, fermento ed entusiasmo. In ogni ambito, dal sociale a quello culturale passando per quello infrastrutturale fino al commercio.
Non si contano più le iniziative che hai fatto insieme alla consigliera di Azione Serena Brandini. Civiltà parmigiana e Azione sono ormai la stessa cosa?
E’ normale che con Serena Brandini e Azione ci siano comuni vedute e una certa condivisione di idee, se così non fosse alle elezioni comunali non ci saremmo presentati in un’unica coalizione. Azione, però, è una forza politica nazionale, Civiltà Parmigiana è un movimento civico locale e ci teniamo a evidenziare questa differenza che per noi è vincolante e che ci caratterizza da sempre. Certamente anche una forza civica deve avere riferimenti politici e interlocutori nazionali, ma nell’interesse della città e dei cittadini deve avere la capacità di dialogare, interagire e collaborare con istituzioni e partiti di schieramenti diversi.
Ti senti più vicina a Michele Guerra o a Priamo Bocchi?
A livello personale sono due persone squisite con le quali si parla e si discute piacevolmente, a livello politico sono i rappresentanti di schieramenti politici variegati e complessi rispetto ai quali è difficile dare giudizi netti. Sarebbe quindi opportuno fare dei distinguo, ma se devo dare una risposta secca direi che al momento ci sentiamo sostanzialmente equidistanti da entrambi.
C’è un’opposizione a Guerra o ci sono tante opposizioni divise?
Ci siamo presentati con una nostra proposta e una nostra lista non collegata nè a Guerra nè a uno dei candidati di centrodestra. E’ quindi normale dire che ci siano più opposizioni. Noi siamo quelli dell’opposizione libera, non ideologica, che valuta di volta in volta in base al merito e alla sostanza dei provvedimenti.
Andrea Marsiletti