
La grande partecipazione registrata alla conferenza online “La Finanza che abbiamo in comune” tenutasi su iniziativa dei soci di Parma di Banca Etica è la dimostrazione dell’interesse dei cittadini per le connessioni tra gestione del denaro pubblico e impatti sociali. In tanti si sono collegati, da Parma ma anche dal resto della Regione, per ascoltare e dialogare con i relatori sui temi delle banche armate e delle tesorerie pubbliche disarmate.
Padre Filippo Ivardi (nella foto), missionario comboniano e direttore di Nigrizia, e Giorgio Beretta, analista esperto di flussi di denaro collegati al commercio di armi, hanno spiegato diversi aspetti del commercio internazionale di armamenti, con particolare attenzione all’export italiano e al fondamentale ruolo delle banche in queste transazioni. Si è parlato della campagna di pressione sulle cosiddette Banche Armate, che ha portato all’attuale legislazione che impone agli istituti di credito una certa trasparenza quando effettuano questo tipo di transazioni.
Al centro dell’incontro la proposta di puntare a “tesorerie disarmate”: la scelta, cioè, di alcuni enti pubblici di introdurre clausole etiche nella selezione della banca a cui affidare la propria tesoreria, con l’obiettivo di agire concretamente per la pace, senza fermarsi ai proclami e alle buone intenzioni.
Il processo parte spesso da mozioni come quella di Daria Jacopozzi, consigliera del comune di Parma e prima firmataria del documento che chiede al Comune di Parma di introdurre clausole etiche nel bando per l’affidamento della tesoreria del comune, spiegandone motivazioni e difficoltà.
Marco Boschini, coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, ha infine fatto una panoramica sul mondo dei comuni italiani che hanno fatto la medesima scelta, tra cui la vicina Fidenza, e dove si ragiona sulle sfide e sulle problematiche quotidiane, che richiedono, per poter portare cambiamenti significativi, grande impegno formativo agli amministratori e sensibilità e partecipazione da parte dei cittadini.