30/10/2009
h.16.50
Dilazionare i tempi e favorire il dialogo. E’ un compito difficile quello del tavolo istituzionale che si è svolto oggi in Provincia sulla crisi Lockwood. Una convocazione urgente per affrontare il tema della richiesta di concordato preventivo avanzata dall’azienda al Tribunale di Parma e che scade lunedì. Per essere approvata tale richiesta deve ottenere il si di grandi creditori ovvero le banche coinvolte, ma proprio nelle ultime ore questa speranza viene messa in discussione.
Da qui l’iniziativa assunta oggi dal tavolo al quale erano seduti il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari e il vicesindaco di Fidenza Stefano Tanzi. il direttore generale della Lockwood Gabriele Rigoni insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali fra cui Massimo Bussandri della Flai Cgil.
“L’invito che noi facciamo è quello che in queste ore si possa davvero compiere uno sforzo in più per questa azienda importante, per quello che rappresenta come marchio e per il territorio, in modo che possa tornare ad operare. – ha detto il vicepresidente Pier Luigi Ferrari – Il nostro auspicio è che in questo spiraglio risicato di tempo si possa ancora salvaguardare questa unità produttiva parte del sistema cardine della nostra economia.”
“Noi ci siamo posti l’obiettivo di rilanciare lo stabilimento e sono stati fatti degli investimenti che danno concrete possibilità di riattivare il ramo ancora fermo dell’azienda, ma senza il parere positivo al concordato da parte delle banche, che sono i grandi creditori, non possiamo andare avanti – ha detto il direttore Rigoni – il problema più importante è quello che stanno vivendo le persone coinvolte. Per questo diciamo grazie al tavolo istituzionale e a tutti gli istituti che hanno approvato la dilazione”.
“Questa mattina ci siamo resi conto che il lavoro svolto insieme, istruzioni, organizzazioni sindacali e azienda, rischia di svanire per un diniego di un solo istituto di credito che, secondo la proprietà, risulterebbe essere Unicredit. – ha sottolineato il vicesindaco di Fidenza Stefano Tanzi – Abbiamo colloquiato direttamente con i responsabili auspicando una sensibilità diversa, non si spiegherebbe infatti quale differente valutazione stiano dando rispetto agli altri istituti bancari coinvolti che hanno espresso un parere positivo anche sul piano industriale. Spiacerebbe vedere persa questa opportunità solo per un diniego bancario”
Attualmente alla Lockwood lavorano 18 persone, oggi in cassa integrazione, ma l’organico può crescere fino a 30-40 unità in caso di punte.
Il business plein dell’azienda, in corso d’opera, ha previsto due rami di attività. Il settore bevande è passato ad una nuova azienda, che ha investito 10ml di euro, mentre lo sviluppo del settore delle conserve vegetali, per il quale c’è un possibile nuovo acquirente, è direttamente connesso al parere positivo delle banche al concordato. Come detto la richiesta di concordato preventivo avanzata dall’azienda al Tribunale di Parma scade lunedì, quattro giorni di tempo per decidere il futuro della Lockwood.