“L’urbanistica per una città aperta e di qualità”

SMA MODENA
lombatti_mar24

22/01/2010
h.17.00

«Gli strumenti urbanistici non sono il fine, ma il mezzo: attraverso la pianificazione territoriale va perseguita la qualità delle relazioni, dell’essere famiglia, dell’educare, dell’impresa, del vivere sostenibile; in una parola, la qualità della vita di questa città». Così Francesco Manfredi, assessore alle Politiche Urbanistiche ed Edilizia del Comune di Parma, ha aperto ieri sera (giovedì 21 gennaio) l’incontro “Civiltà e territorio: Parma 2020, la sfida per progettare la qualità della vita”, organizzato da Civiltà per Parma nell’ambito del ciclo “I Giovedì di Civiltà”.
Il Piano Strutturale Comunale che accompagnerà Parma nel 2020 sarà «la conclusione – ha proseguito poi Manfredi – di un percorso a cui diamo il via oggi; vogliamo aprire una grande riflessione coinvolgendo gli interlocutori del settore e tutti coloro che intendono dare il proprio contributo».
Oltre all’assessore hanno incontrato il numeroso pubblico dell’Hotel Stendhal Christian Manfrini (responsabile della commissione Urbanistica dell’Ordine degli Architetti di Parma) Dario Costi (docente di composizione architettonica-urbana all’Università di Parma e Presidente di Parma Urban Center) e Claudio Bigliardi, coordinatore del movimento civico. Ha moderato la serata Stefano Pileri, giornalista della Gazzetta di Parma; in platea molti professionisti e addetti ai lavori, ma anche semplici cittadini.
«Iniziamo il programma 2010 dei Giovedì di Civiltà con il tema dell’urbanistica – ha sottolineato Bigliardi introducendo il dibattito – nella convinzione che tutti gli obiettivi strategici per lo sviluppo di Parma debbano essere declinati su questo piano: nel nuovo PSC dovrà rispecchiarsi l’attenzione ai servizi alla persona, il sostegno alla famiglie e alle giovani coppie, la ricerca della qualità della vita e del patrimonio abitativo. Tutto questo, necessariamente ‘deve passare da lì’. Nei prossimi incontri, che speriamo possano contare su una platea qualificata e diversificata come quella di stasera, proseguiremo questa riflessione sul futuro della città interpellando amministratori e professionisti su salute, ambiente, opere pubbliche , sport, associazionismo. Chiuderemo a maggio con una serata – non a caso – dedicata ai giovani, in cui trarremo anche un bilancio del percorso fatto».

IL NUOVO PSC: LE LINEE GUIDA
A ottobre 2009 l’Amministrazione Comunale ha affidato a Richard Burdett, urbanista inglese di fama internazionale, l’incarico di redarre i principi-cardine del nuovo Piano Strutturale Comunale di Parma, lo strumento urbanistico che negli ultimi anni si è sostituito al “vecchio” piano regolatore; parallelemente il Censis, coordinato dal prof. Giuseppe De Rita, ha avviato un’indagine sulla condizione socio-demografica della città. Quale sarà, dunque, la Parma del 2020? E cosa si aspettano da questo PSC i professionisti della progettazione e della pianificazione, gli addetti ai lavori?
«Fin dai primi mesi del mandato – ha spiegato l’assessore Manfredi – il Sindaco ha chiesto a tutta la Giunta di ripensare la città alla luce del cambiamento che la coinvolge quotidianamente. Dopo la crisi epocale che ci ha toccato, la necessità di un approccio flessibile, innovativo, immediato, è diventata ancora più evidente».
«L’urbanistica, in questo contesto, è uno strumento con da mettere al servizio alle esigenze della città, con due macro-obiettivi. Il primo è l’equilibrio: tra città pubblica e città privata, tra attrattività e vivibilità, tra la città lenta -quella della qualità delle relazioni – e città veloce, quella dello sviluppo economico, delle opportunità professionali, culturali, educative. Il secondo è realizzare una città aperta, non chiusa in una posizione difensiva: un sistema di luoghi fisici che stimoli la creazione di una comunità integrata, non frammentata. Lo studio Caire di Reggio Emilia, con cui stiamo lavorando, ha battezzato questo concetto ‘potenziale di comunità’: nel concreto stiamo già cercando di applicarlo, ad esempio, nella riqualificazione dell’Oltretorrente e nel progetto Zone 30 del quartiere Lubiana».
Di cosa si tratta? «Qualità degli spazi pubblici e del patrimonio immobiliare, qualità dei quartieri e delle frazioni, sicurezza, efficienza e lotta agli sprechi, accessibilità e mobilità sostenibile, differenziazione dei servizi, tutela di un ecosistema urbano equilibrato. Per fare questo, oggigiorno, è necessario ragionare in una logica di area vastissima: il Sindaco è da tempo impegnato a tessere relazioni con realtà che travalicano i confini, provinciali, regionali, nazionali, invitando tutti a fare la propria parte. Occorre anche puntare su un nuovo rapporto in cui pubblico e privato si sostengano a vicenda, senza aspettare che le risorse cadano dall’alto come avveniva in passato: investire sulle infrastrutture e sulle imprese che redistribuiscono ricchezza, per creare le risorse capaci di garantire nuovi servizi. Altro obiettivo strategico è la promozione della cultura dell’ecologia urbana e di uno stile di vita sostenibile, un fattore decisivo nel determinare l’attrattività del territorio».
«Ben venga questo confronto permanente tra politici e tecnici» ha affermato Dario Costi, sottolineando che Parma Urban Center nasce proprio per stimolare questo genere di collaborazione. «Pensiamo ad esempio al tema dell’energia, una delle chiavi strategiche da affrontare con il PSC: sulla capacità di lavorare insieme per costruire una rete di distribuzione energetica intelligente e accessibile si gioca l’eccellenza della città». «Altro tema strategico – ha continuato Costi – è la valorizzazione dei quartieri e delle frazioni: abbiamo l’occasione di superare, in alcune parti della città, i resti di una vecchia urbanistica che procedeva per zonizzazioni e compartimenti stagni».
«Con grande piacere accogliamo la proposta di dialogo del Comune – ha sottolineato Christian Manfrini – e auspichiamo che questo tavolo confronto possa diventare permanente, non occasionale. Alla discussione vorremmo portare un contributo tecnico, visto che la nostra professione è tra quelle che saranno chiamate ad applicare concretamente il nuovo PSC: ci aspettiamo che nuovo strumento possa armonizzare e rendere coerente il complesso sistema normativo che governa il settore dell’edilizia e di riqualificazione della città. È un corpus di norme abbstanza farraginoso, lento, con meccanismi burocratici che spesso rischiano il cortocircuito: superando queste difficoltà sarà più possibile applicare realmente un’urbanistica di qualità, di largo respiro».