Il sopralluogo è il punto di partenza di ogni indagine di polizia giudiziaria, costituisce il primo intervento che le forze dell’ordine sono chiamate a svolgere nel momento in cui vengono a conoscenza di un reato.
Il sopralluogo ha un ruolo fondamentale nella raccolta di tracce e di evidenze che possano collegare il reato a chi lo ha commesso.
L’arma dei Carabinieri investe quotidianamente nella formazione del personale, con particolare riferimento all’acquisizione di quelle competenze tecnico scientifiche indispensabili per condurre un’indagine.
Competenze di sicuro acquisite e sfruttate sapientemente dai Carabinieri della Stazione di Medesano, che chiamati ad intervenire a seguito di un furto con professionalità hanno proceduto acquisendo fondamentali elementi investigativi, determinanti per dare un nome ed un cognome all’autore del reato.
L’episodio per il quale un 30enne italiano è stato indagato in stato di libertà, riguarda un furto commesso nel mese di maggio 2024 in danno di una attività commerciale della zona,
Nella circostanza, i Carabinieri di Medesano sono intervenuti su richiesta del titolare dell’attività dopo che questi aveva constatato il furto. L’ignoto autore ’autore, in orario notturno, forzando la porta antipanico ed entrato all’interno del locale, ha rovistato all’interno del cassetto del registratore di cassa, dal quale ha asportato alcune monete.
Non certamente soddisfatto, ha continuato a rovistare fino a quando ha trovato un telefono cellulare che ha asportato.
Ma prima di andarsene, per placare la sete, ha prelevato dal magazzino una bottiglia di birra, bevendone circa la metà e lasciandola in bella mostra sul bancone della cucina.
I Carabinieri della Stazione di Medesano, nel corso del sopralluogo, hanno individuato la bottiglia che, ritenuta di assoluto interesse investigativo in quanto sicuramente maneggiata dall’autore del furto, l’hanno posta sotto sequestro.
L’umiliazione del Pd di Parma (di Andrea Marsiletti)
Convalidato il sequestro, la Procura della Repubblica ha disposto i necessari accertamenti tecnici, fra i quali l’individuazione di impronte digitali, da parte del R.I.S. di Parma. Analizzato accuratamente, sul manufatto sono state individuate delle impronte c.d. latenti, che dopo essere state esaltate con apposite polveri sono state asportate per la successiva classificazione e comparazione con quelle già presenti nei database.
Come per il DNA, anche per la banca dati “delle impronte di confronto” l’alimentazione è continua e anche dopo diverso tempo, l’impronta può essere identificata, permettendo di scoprire così chi l’ha lasciata.
Il laboratorio di dattiloscopia del RIS di Parma, dopo l’ennesima comparazione è riuscito a dare un nome ed un cognome a quell’impronta lasciata sulla sena del crimine.
I Carabinieri, nel corso dell’attività d’indagine, avevano raccolto a carico del 30enne alcuni significativi riscontri investigativi, a cui la prova scientifica ha dato ulteriore valore probatorio.
Per il 30enne, già gravato da segnalazioni di polizia per fatti/reato analoghi, fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva è scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura di Parma per il reato di furto.
Carabinieri Parma


