Massimo Fabi è il nuovo assessore alla sanità dell’Emilia Romagna.
E’ una persona che stimo, dall’altissima professionalità, esperto, intelligente.
E’ una persona a cui sono fin affezionato. E’ uno dei pochi (l’unico?) estimatori dei miei risotti, anche di quelli più hard con pompelmo e scamorza affumicata (quello VM18, banana e gorgonzola, non ho mai avuto l’ardire di proporglielo).
E ora veniamo alle note dolenti… a quei poveri disgraziati del Pd di Parma.
Questa volta, cavolo, sembrava essere per loro la volta buona.
In provincia di Parma il Pd ha ottenuto quasi il 40% dei consensi, raggiungendo punte siderali del 48% a Fidenza e 47% a Borgotaro, portando da solo il 68% dei consensi raccolti da De Pascale.
Tutto ciò è stato possibile grazie a prestazioni straordinarie dei candidati: Barbara Lori e Andrea Massari sopra le 10.000 preferenze, 6.700 per Matteo Daffadà, 2500 per Beppe Negri e 2000 per Dayla Briganti. Un totale di 31.137 preferenze personali sui 77.303 voti complessivi raccolti da De Pascale. Quasi la metà dei voti presi dal centrosinistra a Parma erano firmati da un candidato del Pd.
Mamma mia, questa volta i nostri dem sono stati bravissimi, cosa potevano fare di più, cosa possiamo rimproveragli?
Subito dopo il voto il Pd di Parma, carichissimo, si è riunito e ha votato all’unanimità (miracolo!) la richiesta a De Pascale di inserire in giunta, in rappresentanza di Parma, uno tra gli eletti, quello o quella che più aggradava: se voleva nominare una donna esperta andava benissimo Barbata Lori, se aveva bisogno di un amministratore con i controfiocchi per le infrastrutture poteva indicare Andrea Massari, se aveva intenzione di valorizzare le aree interne e la montagna ecco pronto Matteo Daffadà. C’era quello con i capelli neri o marroni, se voleva un assessore/a biondo/a se ne facevano una ragione e si sarebbero colorati i capelli. Nominare un assessore tra gli eletti avrebbe consentito anche il ripescaggio di Beppe Negri, che sarebbe stata un’ulteriore presenza di Parma a Bologna.
Ma quella messe impressionante di preferenze non è bastata a chi ha chiesto e ottenuto la fiducia dei cittadini, è servita solo a De Pascale per essere eletto.
Già, perchè De Pascale ha scelto un assessore fuori dal Pd.
Nell’organismo dove si dà concretezza all’amministrazione regionale Parma non avrà una rappresentanza politica, ma tecnica che, per definizione, significa anche non territoriale.
Il Pd di Parma non è stato nemmeno coinvolto nella scelta del nome dell’assessore. L’ha saputo un paio di giorni fa dai giornali a giochi fatti. E’ come se non esistesse. Anche l’ultima richiesta disperata di ieri della segreteria provinciale è caduta nel vuoto. Tutti i suoi documenti arrivano a Bologna come carta straccia.
So bene che il ruolo di assessore regionale alla sanità è pesantissimo, delicatissimo e importantissimo. Ma a questo punto, e mi dispiace caricarlo ulteriormente, Massimo Fabi è chiamato a non limitarsi a fare ciò che ha sempre fatto, ovvero il manager in sanità, ma a svolgere un ruolo di riferimento per tutto il territorio in ogni delibera che passerà in giunta. Perchè a tutelare gli interessi di Parma in quella sede ci sarà soprattutto lui, forse solo lui. Siamo nella sue mani.
Si parla della possibilità per Barbara Lori di essere eletta presidente del consiglio regionale. Benissimo, una parmigiana sarà in prima fila alle prossime parate militari, stilerà l’ordine del giorno del consiglio e manderà le convocazioni, darà la parola ai consiglieri in Assemblea e, cronometro alla mano, li inviterà a stringere e ad andare verso le conclusioni dei loro interventi. Per carità, meglio di un pugno in faccia.
Andrea Marsiletti