
30/03/2009
(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)
Francesco Guidolin, la marcia verso la serie A prosegue, ma rallenta…
“E’ vero, però prosegue, comunque… Ci avrebbe fatto un immenso piacere vincere oggi, prima di tutto perché lo meritavamo alla grande, e poi perché saremmo andati, almeno per un paio d’ore, in testa alla classifica, e soprattutto perché avremmo allontanato ancora un po’ la terza. Purtroppo così non è successo: abbiamo creato tanto, ma non sempre chi merita vince.
Abbiamo trovato un super portiere contro, una squadra che ha giocato col coltello tra i denti per tutta la gara, e che ha strappato questo risultato. Quello di oggi è un pareggio strappato da parte del Piacenza, che peraltro sta facendo molto bene.”
Il Parma ha avuto molte occasioni, ma il derby con il Piacenza è finito 1-1…
“L’unico appunto che posso fare alla squadra è che nel primo quarto d’ora del secondo tempo abbiamo un po’ mollato la presa, per una decina di minuti nel secondo tempo, durante i quali il Piacenza, è riuscito a costruire il pareggio, segnando un bel gol: ma prima e dopo la partita è stata nelle nostre mani. Nel finale abbiamo avuto 4-5 clamorose occasioni, ma abbiamo trovato un super portiere che ci ha detto di no. Abbiamo costruito tanto, ma ci è rimasto in mano solo un punto.
Oggi è andata così: si vede che non possiamo mai gioire, neppure per due ore, andando in testa alla classifica. Oggi avremmo meritato di vincere, non ce l’abbiamo fatta, ma la corsa continua ed è ancora lunga. Tutto è da definire. Abbiamo trovato una squadra che ha giocato la partita della vita: ho sentito i festeggiamenti nel loro spogliatoio come se avessero centrato loro stessi la promozione, ma questo è il destino di una squadra che ha un nobile passato e che gioca in una categoria come questa. E’ una difficoltà in più. C’è l’amarezza per non aver conseguito la vittoria che avremmo meritato, ma anche la consapevolezza che stiamo bene. Ce la giocheremo fino in fondo in un campionato incredibilmente difficile.”
Ai punti avrebbe vinto il Parma, ma quando si pareggia di punti ne arriva uno solo…
“Abbiamo fatto tutto il possibile per vincere, su un campo quasi impossibile, ma noi abbiamo giocato e costruito: il loro portiere ha fatto delle grandissime parate, non restiamo con un pugno di mosche, ma neppure col bottino pieno come speravamo per avvicinare di più la serie A.
Vuol dire che sarà sofferenza fino alla fine, sperando che questa sofferenza ci porti al successo. La strada è ancora lunga.”
Le condizioni meteo vi hanno penalizzato?
“Oggi ci si è messo anche il campo a non darci una mano: indubbiamente chi doveva interrompere o distruggere era un po’ più facilitato. Insomma è andata così. Sono contento della prestazione.”
E il campo?
“Il campo sarebbe stato buono se ci fosse stato sì un po’ di pioggia, ma se non avesse piovuto intensamente per 24 ore di fila, ma non importa, Non cerchiamo scuse. Noi abbiamo fatto una bella partita, senza raccogliere quello che avremmo meritato, ma per il resto abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare.”
Cosa le è piaciuto di più?
“Mi è piaciuto lo spirito della squadra, come è entrata in campo, come è riuscita a tenere bassa la palla il più possibile e a girare il gioco. Mi è piaciuta perché ha costruito tanto e ha battuto diversi calci d’angolo. Abbiamo trovato contro una squadra che alla fine si è difesa dentro una trincea, con un portiere che ha fatto delle cose meravigliose. Complimenti a loro e a lui.”
Sembrava la classica partita in cui il pallone non ne voleva sapere di entrare, anche se si fosse giocato ancora più a lungo…
“No: ci fossero stati, magari, cinque minuti in più, poteva essere diverso, visto che da dopo il gol e per tutto il primo tempo, a parte una pausa di 10’ purtroppo fatale, abbiamo sempre comandato noi, costruito noi, avuto occasioni noi, tirato calci d’angolo noi.
Ci fosse stato qualche minuto in più, forse, sarebbe entrata: sono proprio quelle partite che da un lato dici che non entra neanche se stai qui fino a domani, ma ha anche con la sensazione che ci possa essere l’episodio giusto in un qualsiasi momento. Purtroppo è andata così e dobbiamo accettare questo risultato.”
Le posizioni, comunque, sono rimaste inalterate: avete sempre cinque punti sul Livorno che ha pareggiato…
“Le distanze sono minime: dopo un pareggio in casa se fuori si dovesse incespicare – anche perché non ci attendono delle gare facili – ci potremmo ritrovare tutti addosso.
Sarebbe stato importante e meritato prendere un altro po’ di vantaggio, che non avrebbe detto nulla, ancora, ma ci avrebbe dato un po’ di vantaggio sulla fase finale. Ma non è stato così: inutile, quindi, pensare a cosa avrebbe potuto essere e non è stato. Sappiamo, perché lo stiamo vivendo, che questo campionato è durissimo: è difficilissimo emergere, e staccare gli altri.
Oggi una vittoria, oltre a farci andare temporaneamente in testa alla classifica, ci avrebbe messo ancor di più lontano dal terzo posto, perché quelle che contano sono le due promozioni dirette. Ci tenevamo molto, ma purtroppo è andata così: non dovevamo prendere gol o segnare il raddoppio per smorzare il loro animus pugnandi, ma la partita è sempre stata in equilibrio, dal punto di vista numerico, non sicuramente per le occasioni che ci sono state. Sabato andiamo a Bari a giocarcela, e vedremo cosa succederà.”
E’ un’occasione persa?
“Un po’ sì, ma da un lato, forse, è anche meglio così: si pensava, dopo la sonante vittoria di Trieste, che la nostra sarebbe stata una passeggiata trionfale verso la serie A, invece la Serie A va conquistata e speriamo di essere tra coloro che ci riusciranno. E soprattutto va sudata attraverso la sofferenza ed una continua applicazione. Se arriverà sarà ancora più bello.”
Le ha dato fastidio l’esultanza negli spogliatoi dei calciatori del Piacenza?
“No, no: è una consuetudine: lo fanno tutti quelli che giocano contro il Parma ed immagino sia stato così, a maggior ragione, l’anno in cui la Juventus ha fatto la serie B, solo che l’anno prima la Juventus aveva vinto il campionato, non era retrocessa sul campo come era successo al Parma. Una squadra che riesce a conquistare un risultato positivo con noi è giusto che gioisca.
Non c’era nessuna punta polemica nelle mie parole: è il destino di una squadra che ha un passato di un certo livello che si trova a giocare in questa categoria. Il Piacenza è un osso duro che ha avuto un po’ di fortuna, così porta a casa un pareggio e noi altrettanto.”
Nel finale ha buttato nella mischia anche Cristiano Lucarelli, anche se neppure lui è riuscito a superare Super Cassano…
“Io spero che Cristiano ci dia una mano definitiva: lui, sicuramente, ha già fatto cose importanti per noi, ma ne aspettiamo ancora qualcuna perché abbiamo bisogno proprio di tutti. Noi appariamo agli occhi di tutti come una squadra di alto livello per questa categoria, però bisogna porsi allo stesso livello degli altri sotto l’aspetto dell’agonismo, dell’intensità, se no le qualità difficilmente emergono. Non è sicuramente un campionato semplice, anche se io non posso certo lamentarmi della rosa che ho a disposizione.”
Adesso com’è il suo rapporto con lui?
“Io con lui avevo avuto un piccolo problema un paio di mesi fa che se l’avessimo chiarito subito non sarebbe neppure stato tale. Noi ci parliamo guardandoci negli occhi, e lui è una persona intelligente e spero che lui riconosca in me altrettanta sensibilità ed intelligenza.
Quello che dobbiamo dirci ce lo diciamo direttamente: è una persona che ha valori, non solo perché è bravo a giocare a calcio o perché è famoso ed ha fatto tantissimi gol, ma perché sono sicuro che avrà successo anche un domani quando smetterà di giocare a calcio, perché è un ragazzo giusto.”
Lunardini?
“Ha fatto una buona partita come tutti quanti: anche chi è subentrato ha dato il proprio contributo: Mariga, ad esempio, è arrivato stamattina, ma ha fatto una mezzora di qualità, Budel ha fatto una bella ora ed un bel gol. Qualcuna l’avevamo vinta giocando anche molto meno bene di così, quindi si può anche pareggiare giocando bene: noi la prendiamo così e proseguiamo la nostra avventura.”
Il quadro tattico?
“Io mi sono accorto subito, ovviamente, che loro giocavano con tre larghi e noi li marcavamo in tre, ma non mi fidavo di questo campo. Loro sono veloci: se ci fossimo sbilanciati un po’, non avendo altre soluzioni come mezzali, perché Manzoni sta ancore recuperando e Mariga è tornato solo poco prima della partita, ho provato a vedere se riuscivamo a gestirla anche con la difesa a tre.
Loro hanno fatto una bella giocata con Moscardelli, ma non credo sia dipeso dallo schieramento a tre, anzi, in linea teorica, con tre dentro l’area avrebbe dovuto essere meno facile per l’attaccante segnare dopo un cross. Poi ho cambiato, ma non è per quello che poi ci siamo di nuovo riversati nella loro metà campo. Era di nuovo cambiato l’equilibrio ed abbiamo dominato di nuovo. Adesso abbiamo una buona dose di consapevolezza che possiamo giocare con entrambi i sistemi di gioco.”
La morale di questa gara?
“Questa partita ci dice che, come è giusto che sia, con noi nessuno molla, giocano tutti la partita della vita, festeggiano poi alla fine come se fosse una finale di Coppa dei Campioni per un punto preso. Questa è la realtà di questo nostro campionato.
Dopo due prestazioni notevoli fuori e la vittoria soffertissima con il Mantova, oggi abbiamo dato il segnale di una squadra che sta crescendo di giorno in giorno. Questo è di buon auspicio per il finale.”
Sarà decisiva la partita di Bari?
“Decisiva sarà l’ultima.”