Parma antifascista? Dai commenti sui social non si direbbe (di Andrea Marsiletti)

di Andrea Marsiletti

Fa impressione la quantità di “mi piace”, “love”, “grrr” e “abbraccio” che abbiamo visto in questi giorni sui social sotto alla notizia dei canti fascisti nella sede di Fratelli d’Italia di Parma, sotto ai comunicati stampa di indignazione o solidarietà e sulla successiva manifestazione antifascista in piazzale della Pace di domenica.

Tutte le pagine social dei media locali sono state invase da migliaia di commenti (ad es. post1, post2 e post3)

Tanti i commenti esplicitamente a favore dei cori, ma è ancora più impressionante riscontrare che la stragrande maggioranza dei commenti (l’80%, a spanne) erano giustificazionisti, riduzionisti o indulgenti con i ragazzi di Gioventù Nazionale e soprattutto critici quando non feroci nei confronti del Pd, della sinistra e dell’Amministrazione comunale di Parma: “Andate in stazione e tutelate le persone per bene che prendono il treno. Ma per voi questo è complicato capirlo. Sempre dalla parte sbagliata“, “A braccetto con gli spacciatori?“, “Sono questi sono i veri problemi di Parma …?”, “Qualcuno ha visto il Duce?“, “L’antifascismo è un virus peggio dell’ebola”, “Siete assurdi voi di sinistra non sapete più a cosa attaccarvi? Anche se io saprei dove farvi attaccare.”, “Faccetta nera piccola Abissina ci rivedremo a Parma liberata”, “Ma per favore: pensate al 25 aprile 1945 e a cosa hanno i vostri partigiani” “Ipocriti, teatranti, al pari dei tre sciocchetti che almeno erano al chiuso della serie , nn ho un caxxo da fare?”, “L’insulto alla storia di Parma , e’lo stato attuale in cui si trova”, L’insulto a Parma è tutta quella feccia che gira per la città a delinquere, importata dal PD. Grazie”, “L’insulto alla storia di Parma siete voi zecche inutili, ma il vento sta cambiando”, “Parma era considerata la piccola Parigi, ora è la grande fogna”. “Fossero questi i problemi…”, “Pensate a pulire la città che fa schifo”, etc, etc.

Commenti talvolta accompagnati da cuori neri, a rimarcare con orgoglio l’appartenenza ideologica.

I social parmigiani sono stati attraversati da un’ondata di destra che ha scioccato Roberto Ranalli, coordinatore di Sinistra Italiana Parma, che a fronte del post de “Il Bastione Parma” che invitava i “cantori neri” a esibirsi in un karaoke presso il loro locale, sulla sua pagina Facebook torna a respirare l’aria della resistenza sui monti e ritira fuori la parola “guerra”: “È terribile dirlo, ma siamo in guerra. Siamo in guerra, nuovamente, contro il fascismo. Dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere per rimandare questi pezzi di merda nelle fogne da cui, a causa delle copiose piogge delle ultime ore, sono usciti. Ora e sempre Parma antifascista“.

Se domani ci fossero le elezioni comunali a Parma, secondo me quei giovani di FdI farebbero il record di preferenze.

Il Pd ripete che Parma è una città medaglia d’oro della Resistenza. Se ci limitassimo ai social appare un azzardo definirla fin una città antifascista.

Poi, però, alle elezioni e nella vita reale tutto questo fascismo a Parma non si vede, perchè, sociologicamente parlando, i social sono una vetrina, non uno specchio fedele della società. Nei social trovi di tutto, rabbia e ironia, amore e cinismo, intelligenza e superficialità, mentre nei commenti, ovvero nell’espressione libera dei soggetti che più si sentono coinvolti, espongono e reagiscono, prevalgono di norma l’ignoranza e l’odio. Quindi, soprattuto in queste occasioni eclatanti, i social mostrano una Parma gridata, estremista, arrabbiata, ma quando apri le urne e ti guardi intorno nella vita di tutti i giorni la realtà è un’altra. La quotidianità non trova spazio negli algoritmi, che premiano la popolarità, non la verità.

I social amplificano le minoranze rumorose che interagiscono, rendono il post “una notizia” che di conseguenza la piattaforma fa volare nelle visualizzazioni. E’ noto che l’algoritmo mostri all’utente prevalentemente contenuti popolari che rispecchiano le sue preferenze, convinzioni e gusti precedenti. Si genera un “effetto bolla”: più interagisci con un tipo di contenuto, più ne ricevi, meno entri in contatto con contenuti divergenti o contrari.

E così i post più “caldi” vengono proposti alle teste più calde. L’utente arrabbiato (di destra e di sinistra) viene ingabbiato in un ecosistema informativo che tende a confermare le sue convinzioni, impedendo l’intercetto di opinioni diverse, il confronto e l’approfondimento.

Va da sè che l’algoritmo oscuri la maggioranza silenziosa.

Se così non fosse, ma così è, al di là della vicenda dei cantori neri, a leggere i social ci sarebbe molto da preoccuparsi per il centrosinistra di Parma in vista del 2027… potrebbe anche evitare di presentarsi alle elezioni.

Ma forse, più che chiedersi se Parma sia ancora antifascista, dovremmo domandarci se oggi sappiamo ancora distinguere tra una piazza reale e una piazza virtuale. Perché la prima costruisce la storia, la seconda la urla soltanto.

Andrea Marsiletti

Leggi anche:

Copyright © 2007-2025 ParmaDaily.it

PrivacyCookies

direttore responsabile

Andrea Marsiletti

Copyright © 2007-2025 ParmaDaily.it

PrivacyCookies