
23/06/2009
h.11.40
La quinta edizione di Parma Poesia Festival si conclude con un omaggio ad una delle figure più significative della poesia contemporanea. Alle ore 21,30 nel cortile della Biblioteca Civica si terrà l’anteprima di E.D.: La mia lettera al mondo, spettacolo dedicato a Emily Dickinson con Milena Vukotic e Paolo Fresu.
Diretto da Giorgia De Negri e promosso dall’Istituzione Biblioteche del Comune di Parma per il progetto “Piccioletta Barca – Internazionale” E.D: La mia lettera al mondo, fa rivivere la poesia, la vita e la forza comunicativa della poetessa americana, la cui voce sul palco è affidata all’attrice Milena Vukotic e alle musiche di Paolo Fresu, jazzista di fama internazionale.
Le scenografie realizzate dagli studenti del Liceo d’Arte Toschi di Parma, coordinati dalla regista con il Prof. Ezio Bianchi accompagnano il dialogo tra poesia, suoni ed immagini restituendo l’incandescente vitalità interiore della poetessa a dispetto della sua apparente immobilità di reclusa.
Guidati dai versi che hanno ispirato il titolo dello spettacolo (Questa è la mia lettera al Mondo Che non scrisse mai a Me – Semplici Notizie che la Natura raccontò – Con tenera Maestà Il suo Messaggio è affidato A Mani che non posso vedere – Per amor Suo – Dolci – compatrioti – Giudicate teneramente – Me) gli spettatori ritroveranno Emily Dickinson nella stanza che la vide rinchiusa volontariamente per oltre trent’anni.
Immaginando, scandendo alcune delle 1800 poesie trascritte su foglietti, cuciti poi con ago e filo, come un’opera d’anima e di mani, come un femminile riporre in ordine i bagliori di uno spirito inquieto e dare loro una collocazione.
Un universo, quello della poetessa americana, che viene reso grazie al suo erbolario, all’abito bianco, al critico Higginson, cui in vita rifiutò la pubblicazione della sua opera, al tavolo da scrittura e alla finestra da cui ha immaginato il mondo.
Il tema musicale rimarca la sua originalità di poetessa: Emily Dickinson, fu la prima ad aver eliminato la punteggiatura, tranne che per quei “trattini” assolutamente originali nei versi poetici che sulla carta, come nella musica jazz indicano rotture, cambi di ritmo e di atmosfera. Compagni di suono gli immortali versi onirici fatti di istantanee di vita e creato che si sposano con luci improvvise di tromba e assoli di flicorno.
Teatro e musica s’intrecciano per rendere il senso dell’amore, la vita e la morte, attraverso il gioco del bianco e del nero, della luce e delle ombre, della velocità annunciata dal 900 e della sua provocatoria risposta di un’esistenza fatta di attimi, in una camera che ha contenuto un prisma creativo che riesce ad illuminare e folgorare ancora oggi.
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà al Teatro Due.