
A poco più di un mese dal trasferimento, dal padiglione 27 al nuovo ‘Monoblocco’, di tutte le funzioni del reparto di nefrologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, meglio conosciuta come Ospedale Maggiore, Fabio Rainieri, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario nazionale della Lega Nord Emilia solleva il caso in regione.
Con un’interrogazione alla giunta, Rainieri sottolinea come “sia da parte dei pazienti che degli operatori sanitari e parasanitari sarebbero state rilevate numerose criticità nella strutturazione e nell’organizzazione dei nuovi locali dove è stato trasferito il Centro Dialisi che renderebbero disagevoli e in alcuni casi rischiose le cure ai pazienti e l’attività degli stessi operatori”.
Nel mirino di Rainieri l’assenza di spazio necessario per la mobilitazione dei malati; le difficoltà per gli operatori ad accedere alle pompe infusive; il cattivo posizionamento dei monitor che non permetterebbero la lettura durante operazioni importanti quali l’azzeramento dell’arteria e che sarebbero spesso spesso d’intralcio a operazioni sia rutinarie che di emergenza.
“I letti – aggiunge Rainieri -, posti l’uno di fronte all’altro, le tende di separazione non adeguate e mal collocate, la promiscuità tra uomini e donne e tra infetti e non infetti, non consentirebbero inoltre il rispetto della privacy dei malati e alcune norme di igiene e sicurezza. Come se non bastasse – continua – degenti e dipendenti lamentano che il trasbordo dei pazienti dalla barella al letto o da letto a letto e quindi nel box dialisi sarebbe disagevole dovendosi prima effettuare lo spostamento dei bracci dei monitor e poi la rotazione a 90° del letto”.
“Se a tutto aggiungiamo – tuona – che non sarebbero ancora state predisposte le luci notturne; che non esisterebbero attacchi per le macchine da dialisi al di fuori delle stazioni di assistenza ai malati, e che intorno al malato vi sarebbe poco spazio per le situazioni di emergenza in cui effettuare in condizioni di adeguata sicurezza la rianimazione cardio polmonare, è facile intuire che il trasferimento del reparto non ha dato gli effetti desiderati”.
“Per questo alla giunta Bonaccini chiedo se sia a conoscenza delle criticità denunciate e per quali motivi non si è realizzata una struttura da subito idonea ma si sono creati i pesanti disagi a pazienti e operatori. La Giunta deve inoltre chiarire se i locali in cui tale struttura è ubicata sono idonei, con i necessari adeguamenti funzionali, ad avere requisiti previsti dalla normativa per l’accreditamento delle strutture sanitarie e quelli minimi di vivibilità e operatività e in che tempi prevede che possano effettuarsi i lavori per risolvere una situazione inaccettabile”.