
08/08/2013
Ieri sera Matteo Renzi è intervenuto alla festa regionale del Pd a Villalunga di Casalgrande (RE).
Davanti ad una marea di persone è stato intervistato dal direttore del Tg1 Mario Orfeo.
Renzi lo ammette espressamente: sarà candidato alle primarie per la segreteria nazionale del Pd. E’ caduta anche la pregiudiziale delle regole.
Congresso & Regole
Il Pd dovrebbe avere l’ambizione di cambiare l’Italia e non le regole delle primarie che già ci sono. Dovrebbe smettere di discutere se fare primarie aperte, chiuse, semiaperte, socchiuse, spalancate o riservate ai soli iscritti, oppure se far pagare a chi viene a votare 2 euro piuttosto che 10… se va avanti così dovremmo pagare noi 2 euro agli elettori per venirci a votare. Il Pd non deve fare le regole “ad personam”… in Italia di regole “ad personam” se ne sono viste già troppe in questi anni.
Il Pd è rimasto l’unico partito (insieme a Sel) che seleziona in modo democratico la sua classe dirigente a tutti i livelli. Il nostro partito deve essere orgoglioso di questo, e non diventare addirittura oggetto di beffe e scherno sui giornali. Non dobbiamo accettare lezioni di democrazia da nessuno, meno che meno da Grillo. Si pensi che alle parlamentarie che hanno scelto i 100 parlamentari del M5S hanno votato meno persone dei voti raccolti dall’ultimo classificato alle nostre primarie, Bruno Tabacchi.
A volte quelli del partito mi dicono: “Matteo, tu sei un ottimo candidato Premier, il partito lascialo a noi, tu vai a prendere i voti. Come se io non sapessi che i voti della gente non li prenderei mai se fossi visto come la foglia di fico di quelli. Non sono fico, ma non voglio essere neppure la foglia.
Governo Letta
A differenza di come provano a dipingermi, io sono un tifoso del Governo Letta, che se dipendesse da me, se fa le cose che deve fare, può durare persino tutta la legislatura.
Ricordo che il Governo Letta avrebbe dovuto essere il Governo del “fare”; oggi i verbi a cui è associato è “durare” oppure “logorare”. Il Pd deve guidare il Governo, non essere a rimorchio di Brunetta e Schifani.
Sentenza Berlusconi
Avrei preferito sconfiggere Berlusconi alle elezioni. Alle ultime politiche abbiamo perso un’occasione storica per farlo; invece di parlare dei problemi dell’Italia si sono messi a parlare di Berlusconi e di “smacchiare il giaguaro”. Ma cosa vuoi smacchiare, fai delle proposte per il Paese! Pure oggi qualcuno dentro il Pd dice: “Prima di fissare la data del Congresso dobbiamo aspettare di vedere come finisce la vicenda Berlusconi”. Ancora! E’ 20 anni che ci facciamo condizionare da Berlusconi, almeno la data del nostro congresso possiamo sceglierla noi?
Berlusconi è stato condannato in via definitiva: la legge è uguale per tutti e le sentenze si devono rispettare.
Un partito che chiede l’amicizia
I militanti del partito sono importanti ma bisogna trovare nuove modalità di organizzazione. In Emilia e in Toscana gli iscritti si fanno ancora, in altre realtà sono quattro anni che non si fanno più.
Per usare un’espressione di Facebook, io penso ad un Pd che “chiede l’amicizia agli italiani”.
Semplificazione & educazione
Oltre ad alcuni gesti simbolici (riduzione del numero dei parlamentari, abolizione della duplicazione del bicameralismo perfetto Camera-Senato, abolizione delle Province, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti con i quali si sono comprati la nutella, il gratta e vinci, la tintura dei capelli, i diamanti…) vorrei un Paese più semplice, meno burocratico, che aiuta le imprese. Obama ha vinto le elezioni con lo slogan “Yes, we can”… in Italia trovi sempre un burocrate che ti dice “No, non si può”.
Sulle pensioni ci sono 50 miliardi di euro di gap tra sistema retributivo e contributivo. Dobbiamo chiedere a chi prende pensioni da 20.000 euro al mese (c’è qualcuno che ne prende anche 91.000 euro al mese) di contribuire ai conti pubblici; dobbiamo alleggerire l’Imu sulla prima casa (io a Firenze ho messo l’aliquota al minimo) e alzarla sulle seconde (a Firenze l’ho portata al massimo).
I posti dei bambini negli asili nido sono una priorità assoluta. In tante regioni italiane c’è una copertura pari a solo l’11-12%. Lo spread che ci è costato fino a 97 milioni: siamo arrivati al paradosso di pagare di più per le colpe dei padri che hanno generato il debito pubblico che per l’educazione dei figli (asili, scuole…).
“E’ tempo per noi”
L’Italia ce la può fare perchè è un gradissimo Paese con persone e imprese di talento che competono nonostante la burocrazia, le tasse, il costo dell’energia doppio rispetto che altrove. Rabbrividisco quando i politici dicono “non faremo la fine della Grecia!”. Non può essere questa l’ambizione dell’Italia.
Ligabue cantava la canzone, un po’ pessimistica, “non è tempo per noi, e non lo sarà mai”. Io dico che ce la possiamo fare se ridiamo entusiasmo al Paese e fiducia nella politica, così che quel brano di Ligabue rimanga solo una bellissima canzone e non l’inno di una generazione.
Andrea Marsiletti