
Chiesto anche il dettaglio delle strutture ospedaliere dotate di tali apparecchiature, utilizzate prevalentemente in oncologia, rispetto a quelle che invece ricorrono a collaborazioni pubblico-privato
“Chiarire per quale motivo l’azienda ospedaliera universitaria di Parma non si sia ancora dotata di un’apparecchiatura PET (tomografia a emissione di positroni), nonostante sia stata annunciata già dal 2008 e se abbia in programma di acquisirla”.
Priamo Bocchi, consigliere di FdI all’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, interroga la giunta con un atto ispettivo da trattarsi nella competente Commissione assembleare in cui ricorda come l’acquisto della Pet, “usata estensivamente in oncologia clinica e nelle ricerche cardiologiche e neurologiche, non sia ancora presente al nosocomio parmigiano nonostante fin dal 2008 sul sito dell’azienda ospedaliera venisse annunciato l’acquisto di tale apparecchiatura”.
Rimarcando come proprio dal 2008 sia in vigore un accordo, rinnovato in più riprese, con un poliambulatorio privato di Parma in cui opera personale dell’azienda ospedaliera, Bocchi sollecita la Regione a fornire anche il dettaglio di “quante prestazioni Pet siano state erogate in regime di convenzione dal poliambulatorio privato convenzionato e con quale costo per la sanità pubblica”.
In via più generale, infine, si chiede “quante e quali strutture ospedaliere della regione siano dotate di apparecchiatura Pet e quali, invece, ricorrano a una collaborazione pubblico-privato attraverso un accordo col privato accreditato come l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma”.