Primarie, 16 sindaci di Parma votano Romanini

SMA MODENA
lombatti_mar24

26/12/2012
h.19.00

Pensiamo bene a cosa possono produrre la straordinaria modernità delle primarie e la partecipazione popolare: nonostante la legge elettorale peggiore della storia della Repubblica, il 30 dicembre prossimo abbiamo la chance di scegliere i parlamentari migliori per Parma e provincia, coloro che nella prossima Legislatura dovranno farsi carico di promuovere e sostenere una primavera riformista come mai questo Paese ha visto.
Per i nostri ragazzi, per chi lavora, per le famiglie
Lo chiedono i nostri ragazzi, sempre più delusi (e disoccupati). Lo chiedono le imprese che non si arrendono alla crisi ma non riescono a creare ricchezza e occupazione, perché il lavoro costa ancora troppo e l’accesso al credito è bloccato. Lo chiedono le famiglie, private dei sostegni per poter programmare un futuro minimamente equo. Lo chiedono i lavoratori, che con le loro buste paga stanno otturando la falla del debito pubblico.
I Sindaci sono allo stremo
Il cambio di passo, la costruzione di un’Italia solidale e all’avanguardia è ciò che chiediamo anche noi Sindaci. Noi Sindaci, sì, che ogni giorno cerchiamo di far quadrare i conti con una coperta troppo stretta, che studiamo di tutto per mantenere viva la rete dei servizi che abbiamo costruito con decenni di sacrifici pagati dalla nostra gente. Noi Sindaci, che dopo la tempesta di Mani Pulite e della lotta alla corruzione e al malaffare, siamo diventati l’Istituzione che più di tutte ha tenuto agganciato i cittadini alla buona amministrazione.

COME RIALZARE L’ITALIA IN 6 MOSSE
Alle primarie del 30 dicembre andremo a votare con passione e convinzione per Giuseppe Romanini, non per spirito di corpo – Beppe, infatti, è stato un ottimo sindaco a Collecchio, dal ’99 al 2009 – ma perché abbiamo raccolto e apprezzato da subito il messaggio che ha messo al centro della sua azione/agenda parlamentare, parlando con la passione di chi sente ancora addosso la fascia da Sindaco:
1) Rivedere il patto interno di stabilità, che sta limitando all’inverosimile gli investimenti pubblici che potrebbero essere, invece, uno straordinario volano per la ripresa economica.
Ingenti quantità di risorse comunali sono bloccate da criteri iniqui, come l’Anci ha più volte dimostrato: lo Stato rappresenta il 55% della spesa pubblica, ma per lo Stato sono stati evocati tagli solo per il 25% e ne sono stati realizzati per meno di un quinto. Alle Regioni, invece, corrisponde il 25% della spesa, ma hanno subito tagli per il 55%. Province e Comuni, che rappresentano solo il 15% della spesa pubblica, hanno subito tagli del 40%.
2) Trasformare l’Imu in una vera tassa federale, incamerata per intero dai Comuni e da questi spesa per consolidare e allargare, quando necessario, la rete dei servizi. Le vere priorità ora sono scuole materne e asili nido con tariffe accessibili e strutture protette per gli anziani.
3) Tutela dei territori montani, costretti ad affrontare da soli il dramma dello spopolamento e del dissesto idro-geologico, per mancanza di risorse e servizi. La difesa della Montagna – tanto più a Parma, provincia per il 70% sparsa su zone collinari e montane – non è una questione di folclore, ma sociale e di sicurezza.
4) Occorrono riforme istituzionali chiare, non giochini come quelli cui abbiamo assistito con le Province. Le deleghe vitali in mano alle Province non sono mai state oggetto di vera discussione: a chi attribuire, dopo la loro soppressione, l’edilizia scolastica, la gestione della viabilità, la difesa di un territorio ad alto rischio idrogeologico? L’accorpamento è stato rimandato di qualche mese, ora non sprechiamo questo tempo, il Parlamento e il nuovo Governo costruiscano assetti in grado di rilanciare l’azione positiva dei territori.
5) I sindaci hanno bisogno di un confronto costante coi deputati e i senatori eletti sul territorio, per far arrivare al Parlamento correttivi e richieste rappresentative di comunità vaste.
6) Rigore e trasparenza nell’uso delle finanze pubbliche: siamo noi Sindaci i primi a chiedere che si ponga fine alla vergogna dei debiti esternalizzati sulle società partecipate. I bilanci di queste strutture devono essere inclusi nel bilancio comunale, per evitare lo scempio visto a Parma, nel Capoluogo.
Queste sono le ragioni dell’impegno che Beppe porterà avanti da Albareto a Zibello, ne siamo certi. Non perdiamo l’occasione irripetibile di votare alle primarie un cittadino come noi, che ha costruito buona amministrazione e che ha saputo dare un senso ad una delle parole più rare in questi tempi di crisi: affidabilità.
Buona fortuna Beppe, siamo con te.

Domenico Altieri Sindaco di Fontanellato
Nicola Bernardi Sindaco di Trecasali
Carlo Berni Sindaco di Bedonia
Paolo Bianchi Sindaco di Collecchio
Stefano Bovis Sindaco di Langhirano
Michela Canova Sindaco di Colorno
Gaetano Carpena Sindaco di Solignano
Luigi Casalini Vicesindaco di Terenzo
Giorgio Cavatorta Sindaco di Lesignano De’ Bagni
Maria Grazia Conciatori Sindaco di Calestano
Maria Giovanna Gambazza Sindaco di Busseto
Osvaldo Ghidoni Sindaco di Varsi
Massimiliano Grassi Sindaco di Fontevivo
Barbara Lori Sindaco di Felino
Ginetto Mari Sindaco di Traversetolo
Claudio Moretti Sindaco di Monchio Delle Corti
Clara Spagnoli Vicesindaco di Albareto
Angela Zanichelli Sindaco di Sorbolo