Tesseramento CISL 2023: significativo aumento degli iscritti a Parma e Provincia

SMA MODENA
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Michele Vaghini

Aumentano gli iscritti della Cisl Parma Piacenza: rispetto all’anno precedente, il 2013 ha registrato una crescita del 3,01% pari a 1.677 adesioni in più rispetto alla chiusura del 2022, di cui molte nelle federazioni dei lavoratori attivi, con la Filca (categoria costruzioni), Fit (logistica trasporti) Fisascat (Categoria del Commercio, Turismo e servizi) e Cisl Scuola a fare da traino a tutte le altre, incrementando le presenze a livello trasversale sia nel settore del privato che in quello del pubblico impiego ed una capacità delle categorie Cisl di inserirsi in ogni settore lavorativo del territorio.

Va rilevata inoltre una crescita considerevole delle pratiche del patronato Inas e dell’attività del Caf Cisl che nel 2023, a Parma e provincia, ha raggiunto il numero record di 25.618 modelli 730 elaborati (+1,47% rispetto al 2022)

Nel parmense la Cisl registra oltre 34.000 iscritti, un dato molto rappresentativo con un’incidenza del 54,2% d’iscritte donne e del 9,3% di under 35: “I dati numerici contano, ma dietro ad essi, c’è il grande lavoro di “presidio sociale” delle nostre categorie, dei pensionati, dei volontari, delle associazioni, delle delegate e delegati all’interno delle aziende e di tutte le operatrici ed operatori dei nostri servizi  – afferma Michele Vaghini, segretario generale CISL Parma Piacenza – che con pazienza e professionalità, sanno rispondere ai bisogni dei cittadini, che in una società polverizzata come la nostra, hanno comunque bisogno di prossimità, coesione e giustizia sociale ed è anche per questo che pensiamo che le nostre categorie ed il nostro sistema dei servizi siano sinonimo di assoluta qualità”.

Vaghini rileva come il contesto economico e sociale del 2023 sia stato complicato, con una percentuale d’inflazione che, seppur diminuita rispetto all’anno precedente, ha messo in difficoltà le fasce più deboli della popolazione: “Questi fattori hanno contribuito a creare una situazione di incertezza che ha condizionato le scelte quotidiane delle persone. Dobbiamo poi concentrarci sul tema dell’occupazione anche nel nostro territorio che, nonostante un’indubbia tenuta confermata anche dall’Istat, nel 2023 ha visto la maggioranza di contratti attivati a tempo determinato o in somministrazione, segnale di un mercato del lavoro esitante sul futuro e portato quindi ad una ridotta stabilizzazione lavorativa. I dati sui profili professionali mancanti poi, i cosiddetti “introvabili” – avverte Vaghini – sono segnali d’allarme che passano quasi inosservati. Il tema dell’orientamento, per esempio, spesso è gestito con poco coordinamento tra mondo della scuola e mondo delle imprese ma è un tema delicatissimo.”

 

† Terra Santa 6 – Sulla tomba della Vergine Maria (di Andrea Marsiletti)

 

Da qui l’urgenza di attuare un grande piano d’investimento sulla formazione e sui processi di riqualificazione dall’inizio alla fine del percorso lavorativo, puntando ad un progetto di programmazione sulle competenze digitali: “Parma dovrà essere sempre più attrattiva in fatto d’investimenti e competenze e l’investimento sul futuro, parte anche sulla riflessione che l’intelligenza artificiale, l’automazione e la digitalizzazione cambieranno il mondo del lavoro nel prossimo futuro. Ed è un futuro che va programmato adesso. Nel 2024 dobbiamo ripartire dal rinnovo dei contratti nazionali scaduti fermi al palo di anni, chiamando alle loro responsabilità le associazioni imprenditoriali. I salari sono bassi, – sottolinea il segretario – specialmente perché i tempi di rinnovo dei contratti sono lunghissimi e questo incide sugli stipendi.”  

Sarà un anno importante e decisivo per il sindacato, che dovrà affrontare la stagione delle riforme a partire da quella fiscale, per dare sostegno a stipendi e pensioni, “senza dimenticare i problemi della sanità pubblica, con liste d’attesa spesso dilatate che portano molti cittadini a rivolgersi a quella privata, e la recente decisione della Regione di aumentare le rette che le famiglie pagano per mantenere gli anziani non autosufficienti nelle strutture residenziali: una scelta che consideriamo iniqua ed irresponsabile – conclude – e che il 13 febbraio ci vedrà manifestare davanti al palazzo della Regione a Bologna”.