30/09/2009
(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)
Francesco Guidolin, nella sconfitta di domenica quanto merito del Cagliari c’è e quanto demerito del Parma?
“Io parlo del Parma, e non del Cagliari, a cui ho già fatto i miei complimenti domenica. Si sapeva che in questo periodo il Cagliari è una squadra molto tonica, come aveva già dimostrato nella gara casalinga contro l’Inter e a Bari, e come ha confermato di esserlo al Tardini.
Noi lo sapevamo, e non siamo stati sorpresi dalla loro vivacità, dalla loro intraprendenza e dalla loro qualità; il Parma ha giocato una gara non all’altezza, ed ha perso meritatamente. E’ inutile cercare scuse che non servono: io ero convinto che avrei avuto una squadra brillantissima, perché avevamo cambiato alcuni calciatori rispetto alla gara di Roma contro la Lazio, ma in realtà per le stranezze di questo gioco l’unico che ha giocato una partita all’altezza è stato proprio Galloppa, uno dei pochissimi che aveva disputato tutti i minuti delle due partite precedenti, e da centrocampista.
Abbiamo giocato male ed abbiamo meritato di perdere: è la prima delusione del nostro campionato, e se ne arriva una ogni quaranta giorni va bene, perché vuol dire che raggiungeremo i 40 punti. Adesso si tratta solo di rimettersi in pista, rimettersi a posto, lavorare, e prepararci a dare del filo da torcere alla squadra che è in testa al campionato, non per caso, e che vive un momento di grandissimo entusiasmo.”
Il cambio di sistema di gioco può aver influito?
“Non credo, perché non è stato un cambio radicale: paradossalmente avrebbe potuto influire di più a Roma contro la Lazio, invece là ha esaltato la nostra duttilità. Forse per la prima volta, e deve essere l’ultima, abbiamo affrontato la partita non pensando ai 40 punti, ed è stata una cosa assolutamente inconscia. Può essere che la doppia vittoria contro due squadre del calibro di Palermo e Lazio ci abbia lasciato qualche scoria. Per una volta ci siamo concessi il lusso di non pensare ai 40 punti.”
Come affronterete dal punto di vista psicologico la settimana che culminerà con lo scontro di Genova contro la Sampdoria capolista?
“Con il lavoro già psicologicamente incominciamo a recuperare alcune energie. Il lavoro ci ha fatti arrivare fino a qui, il lavoro ci ha consentito di restare battuti per un anno in casa, e mi dispiace che proprio alla scadenza dell’anno dal mio mandato sia arrivata la prima sconfitta in casa. Io credo che già oggi faremo due chiacchiere, ma sarà ancora più importante quello che faremo nei prossimi giorni sul campo, senza dimenticare ma mantenendo la serenità dentro di noi.”
I due schiaffi presi contro il Cagliari potrebbero servire a mantenere i piedi per terra…
“Sul piano dell’impegno e della volontà nessuno può dire nulla alla mia squadra, ed anche domenica, magari con la testa e le gambe pesanti, noi abbiamo corso fino alla fine. Uno schiaffo ogni tanto fa bene; magari si può fare anche senza, ma visto che è arrivato, cerchiamo di cogliere l’aspetto positivo.”
Il risultato di domenica conferma che questo è un campionato anomalo…
“Il campionato di Serie A è pieno di insidie e pieno di difficoltà, è molto difficile perché ci sono almeno dieci squadre forti che possono contendersi i primi quatto posti, raggiungendo anche più di 60 punti. Dieci squadre sono tante… E ci sono altre squadre che possono dare filo da torcere a tutti. Questo rende bello, incerto e difficoltoso il nostro campionato che è stato sempre molto difficile, ma quest’anno lo sarà molto di più.”
Dopo la partita contro la Sampdoria ci sarà la pausa: potrebbe essere l’occasione per fare il bilancio del futuro del Parma?
“Io credo di no, anche perché dopo la sfida di Genova saremo ancora ad un quinto dell’intera stagione. Troppo presto per tirare una linea, e questo vale per tutti, anche perché noi ci siamo formati completamente verso la fine di agosto, e perciò ci sono ancora alcuni giocatori che io non conosco molto bene. Ogni settimana che passa aggiunge esperienza e conoscenza.”
Una partita come quella di Genova contro la Sampdoria va interpretata come motivo di riscatto o come snodo cruciale per il futuro?
“Tutte e due le cose: noi fino ad oggi abbiamo ottenuto dei risultato giocando partite ad altissima intensità sia fisica che nervosa, e questa è la nostra strada. Il Cagliari ci ha fatto capire che noi non abbiamo due strade per vincere: ne abbiamo una e dobbiamo concentrarci su quella. A Genova dovremo ritirare fuori le nostre qualità e le nostre caratteristiche.”
Il calo di domenica è sembrato più di testa che fisico o di gambe…
“Non lo so: anch’io posso dire di aver avuto la sensazione che fossimo tutti in giornata no, però l’allenatore è giusto che si faccia delle domande subito, anche durante una partita, e cerchi di rimediare se c’è qualcosa che non va. Se potessi ritornare indietro, giocherei la partita contro il Cagliari con la punta centrale ed i due attaccanti larghi.
E se qualcuno mi chiedesse il motivo per cui ho sostituito Biabiany dopo appena trenta minuti di gioco risponderei che la gara si era sviluppata in modo diverso: con il Cagliari in vantaggio noi avremmo trovato pochissimi spazi per il contropiede, spazi che Jonathan sa sfruttare molto bene. Dopo lo 0-1 dovevamo cercare più il guizzo, ecco perché ho sostituito il francese con Bojinov.”
Bojinov come sta, dopo l’infortunio di domenica?
“Bene, l’ho visto camminare tranquillamente, quindi credo che sia stata solo una botta.”
Una curiosità: avete mai parlato di Dessena in fase di precampionato?
“E’ stato uno dei tanti nomi che non abbiamo mai preso in considerazione.”
Chi teme di più della squadra blucerchiata, oltre a Cassano?
“Su Cassano dico una cosa originale: quando porge la palla ad un compagno, a me sembra di rivedere Rivera. E’ un giocatore genio, ma la Samp non è solo lui, la Sampdoria è l’organizzazione che Del Neri è riuscito a dare alla squadra, la Sampdoria è data dalle capacità di tutti i suoi calciatori che compongono la rosa.
Per esempio mi piace tanto Pazzini, che secondo me diventerà sempre più bravo. E’ una squadra in stato di grazia.”