
In una lettera aperta pubblicata da alcuni media, la sezione provinciale dell’Anmic interviene sulla questione dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (leggi) e scrive tra l’altro: “Grazie a Mario Tommasini, e non solo, nel 1975 a Parma si iniziò, in netto anticipo rispetto al resto del Paese, il percorso di superamento delle classi differenziali, ovvero le classi speciali composte da soli disabili, che vennero poi abolite dalla legge 517 del 1977. Grazie all’Amministrazione Pizzarotti e all’Assessore al Welfare Laura Rossi, Parma rischia ora di intraprendere un pericoloso percorso inverso”.
Il riferimento è ai “laboratori” e alle “sperimentazioni” annunciate dall’Amministrazione per abbattere i costi del servizio.
La preoccupazione espressa dall’Anmic non può restare senza risposta. Siamo di fronte a un’evoluzione nella tutela dei diritti o alla loro negazione? L’interrogativo posto è questo e nessuno ne può negare la rilevanza costituzionale, politica e civile.
La risposta non può che essere una: bene l’affinamento, il perfezionamento o la modificazione dei modelli purché siano in funzione di una sempre crescente tutela degli alunni disabili.
Sarebbe assolutamente inaccettabile il contrario. E ancor di più lo sarebbe se tutto fosse legato al risparmio d’asta.
Una risposta positiva in tal senso è dovuta non solo alle persone disabili, ma a tutta la città per la sua sensibilità, la sua storia e la sua tradizione in questa materia.
Giorgio Pagliari