† Terra Santa 15 – Nel cenacolo dell’Ultima Cena a Gerusalemme. Se Gesù mi avesse chiesto di organizzarla… (di Andrea Marsiletti)

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TeoDaily – Fuori dalle mura odierne di Gerusalemme sul monte Sion, si trova il Cenacolo, il luogo dove Gesù consumò l’ultima cena con i suoi apostoli.

Nel mio pellegrinaggio in Terra Santa non potevo mancare quella meta. [leggi reportage Terra Santa

La tradizione racconta che il proprietario della casa del cenacolo fosse un simpatizzate di Gesù, forse il padre del futuro evangelista Marco.

Nel mezzo della cena, all’improvviso, Gesù prese del pane e, dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse: “Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”.

«Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.“»

E’ nell’ultima cena che viene istituito il sacramento dell’eucarestia, attraverso il quale durante la messa il sacerdote trasforma il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo.

Nell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, uno dei dipinti più famosi al mondo, alla destra di Gesù appare una figura dalle fattezze femminili. E’ bello pensare raffiguri Maria Maddalena e non l’androgino Giovanni. E’ bello pensare alla presenza di una donna in quel contesto così sacro quando all’epoca le donne erano considerate poco più degli animali e neppure potevano mangiare con gli uomini.

Gesù ruppe anche quello schema, e scelse una donna, la Maddalena, come testimone e prima annunciatrice della sua resurrezione.

Mi siedo su alcuni gradoni in un lato del cenacolo e provo a immaginare come fu quella serata, cercando di cancellare dalla vista quei deprimenti selfie dei turisti.

Con un atto di presunzione incredibile, derivante dall’aver organizzato e cucinato nel mio eremo quella che, a detta di tutti, è stata “la cena parmigiana del secolo”, mi chiedo come avrei preparato io l’ultima cena, la più importante della storia dell’umanità, se Gesù mi avesse chiesto di farlo. Gli avrei premesso che non sono capace di cucinare, ma se lui avesse insistito ce l’avrei messa tutta per farla riuscire al meglio.

Avrei collocato le sedie in circolo, non a semicerchio secondo l’usanza ebraica.

Avrei messo una tovaglia rossa, come faccio sempre. Candele rosse. Un rosso profetico che avrebbe anticipato la passione del Messia. Piatti e bicchieri in terracotta.

Menù: antipasto di pesto di salvia, due risotti (il primo molto ardito e d’effetto alla banana e gorgorzola o un altro formaggio del genere dell’epoca per fare colpo sulla Maddalena, il secondo alle ortiche, molto povero e umile), peperonata e cipolle caramellate. Carne niente, nessun agnello, perchè non mi piace e per discostarmi subito dalla religione giudaica da cui la predicazione del Messia è stata fin da subito altro. E poi scommetto che la Maddalena era vegetariana.

Non so come avrei reagito all’annuncio dell’imminente tradimento di Giuda. Probabilmente sarei stato orgoglioso che quella notizia fosse venuta fuori proprio alla mia cena.

Giuda l’infame come emerge nei vangeli canonici. O Giuda strumento del disegno di Dio funzionale a portare a compimento, con la sua morte, la missione del Figlio come leggiamo in qualche apocrifo.

Per quanti anni avrei detto a tutte le persone che conoscevo e mi sarei vantato di aver organizzato l’Ultima Cena di Gesù?

Se penso alla cena del secolo parmigiana…. se tanto mi dà tanto, sarei andato avanti fino alla fine dei tempi.

Andrea Marsiletti