1° giugno 1967: esce Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

SMA MODENA
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Il 1° giugno 1967 viene pubblicato in Inghilterra Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è l’ottavo album della discografia ufficiale dei Beatles.

Messo in commercio giovedì 1º giugno 1967, è fra i più famosi della storia del rock e uno dei primi concept album della musica rock. Sgt. Pepper occupa la prima posizione nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi pubblicata dalla rivista Rolling Stone. Secondo una stima delle vendite dei dischi musicali riportata dalla stampa, Sgt. Pepper ha totalizzato più di 32 milioni di copie vendute. L’album vinse un Grammy Award nel 1967 come miglior album dell’anno.

L’idea di creare un concept album di ricordi adolescenziali dei Beatles nella nativa Liverpool risale alla fine del 1966, quando l’unitarietà prevista era confermata dal fatto che i primi tre motivi incisi dal gruppo per il nuovo 33 giri erano When I’m Sixty-Four e le evocative Strawberry Fields Forever e Penny Lane, «una piccola serie di gioielli» come le aveva definite il produttore George Martin. Ma la EMI aveva bisogno di un 45 giri e così le ultime due composizioni vennero sacrificate per un singolo di altissimo livello che tuttavia compromise l’idea originaria. Tuttavia, pur avendo accantonato l’LP della memoria, i Beatles non vollero rinunciare al progetto di un album unitario e cercarono altre strade.

Nella tarda estate del 1966 Paul McCartney aveva fatto un lungo giro per i paesini della Francia, gustando l’anonimato camuffato dietro una strana pettinatura e un pizzetto posticcio. A fine ottobre fu raggiunto a Bordeaux da Mal Evans e insieme volarono in Kenya. Durante queste settimane McCartney elaborò un’idea perché i Beatles continuassero la carriera musicale dopo avere deciso di interrompere definitivamente le tournée. Durante il volo di ritorno che li riportava in patria, spiegò a Evans di voler comporre un album eseguito da un immaginario gruppo di musicisti, una banda di ottoni d’epoca vittoriana chiamata appunto “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, ovvero “la Banda del Club dei Cuori Solitari del Sergente Pepper”.

La complessità del nome gli fu suggerita dai gruppi musicali californiani di quel periodo che si nascondevano dietro nomi astrusi per esplorare vie innovative, e il nome stesso pare sia disceso dai contenitori di sale e pepe con cui i due giocherellavano durante il pasto in aereo. Un’altra versione ricorda che al concerto tenuto dai Beatles a Toronto il 17 agosto 1965 uno degli agenti canadesi di scorta al gruppo era un sergente di cognome Pepper. È possibile che – come nel caso di Eleanor Rigby – il nome sia rimasto nei recessi del subconscio di Paul McCartney, riaffiorando nell’occasione del battesimo della banda.

Al termine della composizione del brano di apertura dallo stesso titolo dell’album, Paul sottopose agli altri Beatles e a Martin la proposta di scrivere e interpretare dei brani musicali come se fossero eseguiti dall’orchestrina del Sergente Pepper, seguendo la nuova moda delconcept album resa famosa oltreoceano dall’album Freak Out! targato Mothers of Invention. John Lennon e George Harrison inizialmente non accolsero favorevolmente l’idea; opposta fu invece la reazione di Ringo Starr che si offrì di cantare una canzone scritta da McCartney e Lennon, With a Little Help from My Friends, unico suo contributo come voce solista all’album.

Lennon insistette affinché tutte le sue canzoni già scritte facessero parte dell’LP, e di fronte a una simile resistenza si giunse a un compromesso: la sostanza dell’album sarebbe stata semplicemente la raccolta di canzoni complete fino a quel momento, ma la copertina avrebbe dovuto indicare un’opera unica, una costruzione omogenea. Per questo motivo George Martin si trovò costretto a inventare innovative soluzioni tecniche pur di dare il segno di organicità tematica. Una di queste fu l’espediente di montare i brani senza soluzione di continuità, scelta che John condivise – al contrario di Brian Epstein – motivandola con l’esigenza di fornire «uno spettacolo continuo […] tutto in un’unica sequenza, che è equilibrata come il programma di un concerto».

I brani contenuti hanno comportato 129 giorni e quasi 700 ore di registrazione, effettuata quasi interamente nello Studio Due della EMI, per una spesa di circa 25 000 sterline. L’ingegnere del suono fu Geoff Emerick assistito da Richard Lush, le macchine di registrazione erano una coppia di Studer a 4 tracce J37, primi registratori multitraccia con nastro da 1 pollice, uno dei quali fu conservato come pezzo storico nell’ex museo Studer, dismesso ormai da molti anni; i microfoni erano Neumann U47 a valvole.

L’album ispirò anche una produzione cinematografica. Nel 1978, a più di dieci anni dalla pubblicazione del disco, uscì il film Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band al quale parteciparono artisti come i Bee Gees e Peter Frampton.

Nel 2007, in occasione del 40º anniversario della pubblicazione dell’album, si sono riuniti negli studi di Abbey Road alcuni musicisti della generazione successiva a quella dei Beatles – fra di essi Bryan Adams, i Travis, gli Zutons e gli Oasis – per procedere, sotto la supervisione di Geoff Emerick, alla registrazione di dodici dei brani contenuti in Sgt Pepper’s. La seduta d’incisione è stata affiancata dalle spiegazioni fornite da Emerick sulle tecniche di registrazione con le attrezzature e gli accorgimenti disponibili quarant’anni prima.

La copertina di Sgt. Pepper’s, realizzata su suggerimento di Paul McCartney da Jann Haworth e da Peter Blake e vincitrice del premio Grammy per la miglior copertina per album del 1968, costituisce uno dei prodotti più popolari mai creati dalla pop art, e fu in seguito parodiata da altri artisti tra i quali Frank Zappa nel suo We’re Only in It for the Money, nonché da società operanti nel settore dell’intrattenimento audiovisivo, quali ESPN, Warner Bros e Geffen Records.

Nel collage da cui essa è formata, i Beatles mettono insieme i loro personaggi simbolo, con l’idea di radunare il pubblico davanti a cui avrebbero preferito esibirsi: Albert Einstein, Marlon Brando, Karl Marx, Edgar Allan Poe, Sonny Liston, Lenny Bruce, Paramhansa Yogananda, Aleister Crowley e molti altri. Tra i soggetti messi in lista da Lennon – poi scartati – anche Gesù, Adolf Hitler e Gandhi.

Ovviamente si presentò il problema del copyright. Per questa ragione i responsabili della EMI – Sir Joseph Lockwood in testa – bocciarono il progetto senz’appello. Ma viste le insistenze dei quattro Beatles, la EMI decise di non ostacolare l’idea, declinando allo stesso tempo qualsiasi responsabilità giudiziaria o finanziaria e comunque ponendo il veto assoluto su Gandhi e Hitler. Tutti i personaggi furono contattati e, nonostante i timori, gli interpellati rilasciarono il loro consenso, dichiarando di essere ben contenti di apparire e di non voler alcun compenso economico.

Il solo Leo Gorcey richiese 500 dollari in cambio, e perciò fu estromesso dalla lista. Altra questione si pose per Mae West, che in prima battuta negò l’autorizzazione rifiutandosi di stare in un “Club per cuori solitari”. I Beatles le scrissero personalmente dichiarandosi grandi ammiratori della star americana, e la West si convinse ad accettare.

Nella copertina, che per la prima volta si apriva a libro, anche il retro ha un suo significato. Nella facciata posteriore erano infatti stampati i testi delle canzoni, come mai era avvenuto in precedenza. Inoltre il fatto che dei quattro solo Paul fosse fotografato di spalle fu una delle fantomatiche “prove” della teoria Paul is dead. Secondo alcuni fan, la persona ripresa di spalle non sarebbe stato Paul ma un sostituto – c’è chi ipotizza che potesse trattarsi di un amico e collaboratore dei Beatles, Mal Evans. Questa teoria viene però contestata, fra gli altri, da Bill Harry, che smentisce senza esitazione affermando che tutte le altre immagini scattate durante lo stesso servizio fotografico dimostrano inequivocabilmente la presenza di Paul McCartney al provino.

L’idea iniziale, inoltre, era quella di includere vari gadget insieme con l’album. Baffi finti, toppe di stoffa come quelle presenti sugli abiti dei Beatles in copertina. I costi previsti per un’iniziativa del genere erano però troppo alti, così si decise semplicemente di stampare gli oggetti che si volevano includere (baffi, gradi da sergente, il logo del Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band) su una pagina della copertina, che i fan avrebbero potuto in seguito ritagliare. Ma anche con questo ripiego a cui si fece ricorso per contenere le spese, i costi finali ammontarono a 2 867 sterline, una cifra per quei tempi sbalorditiva considerato che normalmente i prezzi per la realizzazione di una copertina erano cento volte inferiori.

Nel 2011 un sondaggio della rivista Rolling Stone promosso fra i suoi lettori ha eletto la copertina come la più bella della storia del Rock, davanti a quelle di The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd e di Nevermind dei Nirvana.