10 dicembre 1520: Lutero brucia la bolla pontificia

SMA MODENA
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Il 10 dicembre 1520, dopo esser stato minacciato di scomunica da Papa Leone X, Martin Lutero bruciava pubblicamente in piazza la bolla pontificia Exsurge Domine, con cui la Chiesa condannava le sue dottrine, e i volumi di diritto canonico.

All’inizio di gennaio dell’anno successivo da Roma sarebbe arrivata la bolla di scomunica Decet romanum pontificem, che si accompagnava al divieto imperiale di predicare la nuova dottrina e condannava al rogo tutti gli scritti con cui a partire dall’ottobre 1517, con la pubblicazione delle tesi di Wittemberg, Lutero chiedeva una profonda riforma della Chiesa e l’eliminazione del sistema delle indulgenze.

Non solo Lutero si rifiutò di ritrattare, ma, come diretta conseguenza delle sue convinzioni, giunse a negare l’infallibilità del papa e dei concili, e mise in discussione le basi del credo cattolico e la struttura stessa della Chiesa di Roma retta dal pontefice.

Era l’avvio di quella riforma che avrebbe portato alla nascita del protestantesimo che aveva alle sue radici il bisogno di rinnovare spiritualmente un credo corrotto da secoli di mercificazione.

Alessandro Guardamagna