
Alle 11 del Mattino dell’11 Novembre 1918 terminava ufficialmente il primo conflitto mondiale. A quell’ora entrò in vigore il cessate il fuoco e la resa della Germania, firmata 6 ore prima in un vagone ferroviario alla periferia di Compiégne, in Francia.
Ormai isolata, a corto di uomini con cui rimpiazzare le perdite subite al fronte e con la prospettiva di venir invasa dagli eserciti alleati, la Germania decise di non proseguire nei combattimenti sul fronte occidentale. Il 4 Novembre l’Italia aveva conseguito la vittoria sul fronte carsico, costringendo alla ritirata e alla resa le forze austro-ungariche.
Al termine delle ostilità, salutate da manifestazioni di comprensibile gioia lungo i fronti di guerra, in tutte le città d’Europa e negli Stati Uniti, si conteranno 9 milioni di militari morti e 21 milioni di feriti, in un quadro in cui ciascuna delle nazioni degli imperi centrali, insieme a Russia, Gran Bretagna e Francia aveva avuto quasi un milione di morti. Altri cinque milioni di civili morirono per malattie, malnutrizione e per altre cause di guerra.
Le dure condizioni imposte alla Germania, con il disarmo e l’occupazione dei territori al confine francese, porteranno a un forte risentimento nell’opinione pubblica nazionale che sarà poi sfruttato dalla propaganda nazista nei decenni a venire per fomentare la rivalsa tedesca sul resto del mondo.
Alessandro Guardamagna